La Laurea Magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche perde valore nel nuovo CCNL Sanità

Laurea Magistrale

Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Sanità 2022-2024 è ormai in dirittura d'arrivo per l'approvazione definitiva, ma al suo interno si cela un punto critico che rischia di sminuire significativamente il valore e il riconoscimento della laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche.

Fino ad oggi, il CCNL precedente (2019-2021) valorizzava esplicitamente l'alta formazione, prevedendo l'accesso all'elevata qualificazione con la laurea magistrale o specialistica e soli tre anni di esperienza. Un requisito che teneva conto della complessità di un test di ammissione più impegnativo persino di quello di Medicina

Nel CCNL 2019-2021 l'allegato A riportava:

"Requisiti per l’accesso all’area: laurea magistrale o specialistica accompagnata da un periodo di almeno tre anni di esperienza maturata, con o senza soluzione di continuità, anche a tempo determinato, nel profilo di appartenenza nell’area dei professionisti della salute e dei funzionari, o precedenti categorie D o livello economico DS del precedente sistema di classificazione del personale, con incarichi di funzione di media o elevata complessità (di tipo organizzativo o professionale di cui al presente CCNL, di organizzazione o professionale di cui al CCNL 21.5.2018 di valore superiore a 3.227,85 euro) presso Aziende od Enti del comparto di cui all’art. 1 (Campo di applicazione) nonché, nel medesimo o corrispondente area, profilo e tipologia di incarico, presso altre amministrazioni di comparti diversi o in incarichi di responsabilità o posizioni equivalenti nel settore privato, sia di tipo gestionale che professionale".

Nel CCNL 2022-2024 il testo dell'allegato A cambia radicalmente

Con il nuovo CCNL 2022-2024, il testo dell'allegato A per i requisiti di accesso all'elevata qualificazione cambia radicalmente: "Requisiti per l’accesso all’area: ferma restando l’iscrizione all’albo professionale, ove prevista, è richiesta la laurea magistrale o specialistica corrispondente al profilo di inquadramento accompagnata da un periodo di almeno tre anni di esperienza in incarichi oppure la laurea corrispondente al profilo di inquadramento unitamente ad un periodo di almeno sette anni di esperienza in incarichi di funzione oppure il possesso dei titoli di studio equipollenti ai sensi dell’art. 4 della legge 26.2.1999, n. 42 unitamente ad un periodo di almeno sette anni di esperienza in incarichi di funzione. Nella valutazione dell’esperienza si considera l’esperienza maturata, con o senza soluzione di continuità, anche a tempo determinato, nel profilo di appartenenza nell’area dei professionisti della salute e dei funzionari, o precedenti categorie D o livello economico DS del precedente sistema di classificazione del personale, con incarichi di funzione di media o elevata complessità (di tipo organizzativo o professionale di cui al presente CCNL, di organizzazione o professionale di cui al CCNL 21.5.2018 ovvero di posizione organizzativa o di coordinamento) presso Aziende od Enti del comparto di cui all’art. 1 (Campo di applicazione) nonché, nel medesimo o corrispondente area, profilo e tipologia di incarico, presso altre amministrazioni di comparti diversi o in incarichi di responsabilità o posizioni equivalenti nel settore privato, sia di tipo gestionale che professionale".

Questo significa che, per la prima volta, si equipara l'accesso a determinate funzioni anche a chi possiede la sola laurea di primo livello (triennale) purché con sette anni di esperienza in incarichi.

Le implicazioni 

Il cambiamento ha ripercussioni immediate e potenzialmente negative:

  • Svalutazione del titolo magistrale: l'introduzione dei sette anni di esperienza con la sola laurea triennale rende di fatto la laurea magistrale non più un requisito esclusivo per l'accesso a determinate progressioni di carriera, ma una delle due opzioni, perdendo parte del suo valore distintivo.
  • Aumento della competizione: chi ha una laurea magistrale e tre anni di esperienza si troverà in competizione diretta con decine di colleghi che, pur avendo solo la laurea triennale, vantano un'anzianità di servizio e di incarico superiore. Questo crea una pressione importante per chi ha incarichi in scadenza, poiché il punteggio legato all'anzianità potrebbe prevalere in fase di selezione.
  • Rischio di ricorsi: la formulazione del nuovo CCNL potrebbe generare incertezza e dare adito a contenziosi, soprattutto se le procedure di selezione e l'assegnazione dei punteggi non saranno estremamente chiare e trasparenti.

Trasparenza e divulgazione degli incarichi aziendali

In questo scenario, diventa ancora più cruciale la massima trasparenza nella divulgazione degli incarichi aziendali. È indispensabile che le informazioni relative alle procedure di assegnazione e ai requisiti siano facilmente accessibili, evitando che vengano "nascoste" in aree poco note dei siti web aziendali. Una chiara e ampia pubblicizzazione è essenziale per garantire equità e prevenire futuri ricorsi.

Questo "cavillo" nel nuovo CCNL merita attenzione e riflessione da parte dell'intera comunità infermieristica, per assicurare che il percorso formativo avanzato venga adeguatamente riconosciuto e valorizzato nel sistema sanitario.

 

Foto di Gül Işık

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