L'attenzione ai batteri resistenti o multiresistenti in ospedale è sempre stata alta, in questo periodo di pandemia da coronavirus forse ce ne siamo dimenticati.
L'ospedale è il punto in cui ci sono più segnalazioni e potrebbe sembrare che sia un serbatoio di questi batteri resistenti proprio perchè si utilizzano gli antibiotici che li selezionano e avvantaggiano. Ma ne siamo proprio sicuri?
L'utilizzo di antibatterici ha come effetto desiderato la distruzione dei batteri sensibili, ma è sufficiente un batterio che abbia un gene che produce un effetto di resistenza e questo batterio si troverà con uno spazio enorme dove crescere.
Normalmente non siamo soli, viviamo portando con noi batteri, funghi, protozoi e virus innocui, batteri che una volta erano detti commensali perchè si pensava che fossero ospiti "inutili". Da anni si studiano i rapporti ecologici fra noi e i microrganismi arrivando a comprendere che l'interrelazione fra noi (animali superiore) e i microrganismi è complessa e questo ha creato la teoria del microbioma, o microbiota se i microrganismi sono sugli esseri umani.
Nel nostro corpo i microrganismi non vivono in "pace e armonia" perchè noi introduciamo cibo e assieme ad esso, altri batteri e sostanze chimiche di ogni tipo. I microrganismi sono in un equilibrio costantemente minacciato da una possibile alterazione sfavorevole alla loro vita, ogni batterio cerca di svilupparsi eliminando i vicini scomodi, ma quelli che ospitiamo producono sostanze chimiche a noi innocue che inibiscono la crescita degli ospiti sgraditi. La capacità dei batteri di sviluppare strategie che gli consentono di resistere alle avversità climatiche e chimiche è il motivo per cui da miliardi di anni sono presenti sul nostro pianeta e continuano ad essere presenti in tutti gli ambienti, anche i più piccoli.
Gli antibiotici che utilizziamo sono solo alcune delle sostanze a cui i batteri devono adattarsi per vivere, il nostro microbiota ogni giorno produce molte più sostanze ad effetto antivirale ed antibatterico.
I nomi klebsiella, Pseudomonas, Escherichia coli sono solo alcuni dei batteri ambientali che normalmente vivono su di noi, ma il problema emerge quando i batteri resistenti escono dal loro ambiente naturale come l'intestino ed entrano in vescica o peggio nel circolo ematico o in altri organi dove la loro crescita causa danni irreparabili.
La loro presenza al di fuori dell'ambiente abituale è più grave se poi sono resistenti agli antibiotici.
L'ospedale è stato il primo posto dove è stata rilevata la comparsa dei batteri resistenti perchè non rispondevano agli antibiotici utilizzati normalmente. Quei batteri una volta microrganismi innocui hanno sviluppato o acquisito un gene che gli dà la resistenza e non muoiono con i comuni antibiotici. Batteri che comunque in una persona sana se sono nel loro ambiente non causano malattie. Infatti i pazienti che hanno una positività ad un batterio resistente sono dimessi con le raccomandazioni di avere una maggiore accortezza nel lavaggio delle mani.
Si pensava che l'ambiente naturale facesse perdere la capacità di antibiotico resistenza forse con una "diluizione" genetica, o semplicemente perché il numero di batteri si riduce al di sotto della carica minima infettante.
Quotidianosanita.it ci segnala che sono state trovate campioni di batteri resistenti in zone di balneazione:
"la presenza di Enterobacteriaceae, già resistenti ai carbapenemi (CRE) è stata documentata anche nell'ambiente - campioni provenienti da un sito di balneazione in Irlanda, un ecosistema fluviale spagnolo e acque reflue nel Regno Unito.
Il monitoraggio dei microrganismi ambientali è effettuato regolarmente nel fiume Gange in India dove a valle delle aree antropiche è ricco di batteri resistenti mentre in prossimità delle sorgenti sono assenti.
La causa sono le città ma soprattutto gli allevamenti che usano antibiotici e favoriscono la selezione di ceppi resistenti che sono liberati in gran quantità nell'ambiente.
La diffusione dei batteri resistenti sta proseguendo e questo farà si che in ospedale arriveremo a considerare tutti i pazienti "in via precauzionale" come portatori di batteri resistenti.
In Italia il monitoraggio dei casi che hanno dato infezione ematica viene reso pubblico solo da poche regioni, la Toscana ha una pagina e ogni settimana pubblica i dati delle infezioni del circolo sanguigno da batteri resistenti.
La trasparenza dei dati è un punto di forza che dà conferma dell'impegno e visto che ogni settimana ci sono milioni di procedure invasive, un caso è un evento rarissimo, standard che si raggiunge con un impegno costante.
Il monitoraggio e le decisioni direzionali per agire contro i batteri resistenti è diventata sempre più rapida perchè oggi negli ospedali ci sono centri sulle infezioni ospedaliere che possono offrire dati, consigli sulle migliori linee guida e strategie per arginare eventuali "crisi".
L'organizzazione negli ospedali si è impegnata tantissimo, adesso tocca alla ricerca.
La ricerca produrrà nuovi antibiotici?
La ricerca per nuovi antibiotici è in crisi perchè poi non riescono a commercializzarli e a recuperare le spese.
Lo segnala il NY times, i colossi farmaceutici non investono nella ricerca di nuovi antibiotici e le società che lo fanno sono in crisi perchè non riescono a vendere l'antibiotico ed a recuperare i costi della ricerca, anche quando l'antibiotico cura da una malattia in modo definitivo, salva la vita o un arto se c'è un'infezione presa in tempo.
Le società di ricerca riescono a trovare 1 miliardo di dollari per la ricerca di un nuovo farmaco ma non i milioni per commercializzare l'antibiotico è quanto riferisce il NY Times perchè il costo finale potrebbe anche arrivare a 2000 dollari.
Il costo di una terapia con un antibiotico nuovo può sembrare esorbitante se siamo abituati a spendere qualche euro dal farmacista per l'amoxicillina, ma è una cifra piccola se paragionata alla spesa farmaceutica cardiologica con terapie di prevenzione o alcune terapie oncologiche ed entrambe garantiscono la sopravvivenza statistica di anni ed hanno costi maggiori di una terapia antibiotica che invece ha lo scopo di guarire definitivamente da un'infezione resistente.
La ricerca sugli antibiotici è un settore in crisi profonda nel mondo, negli USA degli anni 80 c'erano 18 grandi aziende, oggi solo 3 che stentano, l'utilizzo ponderato dei vecchi antibiotici è importante ma deve diventare una priorità degli stati anche la ricerca e la commercializzazione di nuovi antibiotici prima che siano i batteri a cambiare definitivamente.
Per saperne di più:
AR-ISS Sorveglianza nazionale dell’Antibiotico-Resistenza Rapporto N. 1 - I dati 2018
Antibiotico-resistenza nell'uomo
The Ganges Brims Whit Dangerous Bacteria
Crisis Looms in Antibiotics as Drug Makers...
Diffusione di enterobatteri NDM - New Delhi in Toscana: aggiornamento 10 maggio 2020