La grande sfida? Riuscire a ridurre gli eventi avversi all’interno delle sale operatorie.
Se si rimane fermi e ancorati al passato non cambierà mai niente, tutto continuerà a fluire come sempre e ogni 1000/3000 interventi chirurgici ci sarà una dimenticanza di garze e strumenti all’interno del sito chirurgico, il rischio di infezione della ferita chirurgica manterrà il solito trend con l’aggravante dell’antibiotico resistenza, e il rischio di infezione per gli operatori che manipolano in più passaggi dispositivi venuti a contatto con liquidi biologici, rimarrà sempre alto.
La procedura secure table può rappresentare un piccolo passo in avanti per ridurre i rischi suindicati e di conseguenza tentare di arginare i costi diretti e indiretti che ne scaturiscono al verificarsi di ogni evento avverso.
Si pone l’attenzione su un aspetto peri operatorio apparentemente di secondo piano, ormai statico da parecchi anni che presenta delle falle non solo dal punto di vista organizzativo, ma si presenta pregno di procedure che non guardano all’esposizione al rischio biologico del personale.
Il nostro obiettivo è quello di riorganizzare le procedure che vanno dalla produzione, tracciabilità e eliminazione di tutti i materiali potenzialmente infetti in sala operatoria e renderle più sicure non solo nel risultato, ma diminuendo un numero di passaggi articolato e pericoloso che gli stessi compiono prima di essere eliminati.
La procedura che noi stiamo proponendo è il metodo Secure Table, un progetto sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
Infatti, con un kit sterile di pochi micron molto economico composto da un sacco per certi versi già presente nel ciclo e uno o più conta garze, siamo in grado di eliminare e di tracciare con un solo passaggio tutto il materiale durante un intervento chirurgico e di averne contezza durante tutto l’intervento senza ricorrere a ulteriori e inutili conteggi e manipolazioni.
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