Infermieri e sport dilettantistico, le Aziende Sanitarie rispondono: no grazie

streatching sport infermieri

Gli infermieri che hanno un'attività sportiva dilettantistica si vedono rispondere un rifiuto secco che gli interrompe anni o decenni di esperienza a supporto di sport "minori".

La situazione normativa è complessa e se per molti non cambia nulla invece ha devastato il mondo degli infermieri, dal  1° luglio 2023 è entrata in vigore la “Riforma dello Sport” (D.Lgs 36/2021), modificando sia i rapporti di lavoro che la fiscalità.

Ma visto che non era così chiaro il 29 agosto 2023 è stata pubblicata anche una correzione con il D.lgs n.120. Vediamo precisamente cosa comporta la Riforma dello Sport.

Figure coinvolte nei rapporti di lavoro:

  • gli atleti;
  • gli allenatori;
  • gli istruttori;
  • i direttori tecnici;
  • i direttori sportivi;
  • i preparatori atletici; 
  • i direttori di gara.

Nell'ambito della contrattualistica tutto rientra nella collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) con un massimo di 24 ore settimanali. Ad eccezione dei Volontari e degli amministrativi.

La fiscalità cambia:

  • fino a 5000 euro/anno sono esenti INPS, IRPEF;
  • da 5001 a 15000 si paga solo il 27% di contributi INPS;
  • mentre oltre i 15000 euro anno si paga tutto.

I dipendenti pubblici possono lavorare in qualità di Volontari a favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche e della Federazione:

  • fuori dall'orario di lavoro, fatti salvi gli obblighi di servizio;
  • previa comunicazione all'amministrazione di appartenenza.

Qualora l’attività sia del tipo “volontario”, gli stessi hanno diritto al solo rimborso delle spese come meglio specificato al successivo punto 5) e tali rimborsi non concorrono a formare il reddito del percipiente.

Nelle altre figure di lavoro sportivo si deve instaurare il Co.Co.Co e  l’attività potrà essere svolta solo previa autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza che la rilascia o la rigetta entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta, salvo il meccanismo di silenzio-assenso che interviene una volta decorso il termine di 30 giorni senza che sia intervenuta l’autorizzazione o il rigetto. 

Conclusioni

Il problema nasce per l'infermiere che lavora nel settore pubblico, la normativa indica gli obblighi per il settore sportivo e non da indicazioni alle aziende pubbliche.

L'infermiere fa un lavoro su turni per 36 ore settimanali e di tempo libero ne avrebbe moltissimo e potrebbe tranquillamente occupare alcune ore per fare attività sportiva dilettantistica di livello.

Ma per le aziende sanitarie l'infermiere è una risorsa estremamente flessibile e plastica, perchè nel tempo la disponibilità a coprire turni senza preavviso e compensare carenze è diventata un obbligo non retribuito del lavoratore.

Quindi, visto che all'infermiere il turno può essere cambiato il giorno stesso dal coordinatore senza preavviso la domanda sorge spontanea.

Perchè l'Azienda Sanitaria dovrebbe prendersi l'impegno di consentire all'infermiere di fare quello che vuole nel tempo libero?

Il risultato sono le molteplici risposte negative che i colleghi ricevono che potrebbero portarli verso il settore privato dove si trova una maggiore comprensione e disponibilità.

 

Foto di Ryan McGuire da Pixabay

 

Pin It
Accedi per commentare