Le pastiglie tritate, frantumate e sbriciolate: piccole cose

tritapillole ergonomico

La terapia orale costituita da pastiglie è chiamata per os è quella che più comunemente viene somministrata e tanti di questi farmaci sono importanti per la vita del nostro assistito.

Purtroppo, le condizioni fisiche si possono modificare e si rende necessario somministrare la compressa in quello che era il suo status nativo, la polvere.

Per fare questo le pastiglie e le compresse devono essere frantumate in polvere, questo aspetto che sembra banale è affrontato anche da numerosi articoli scientifici e ha delle problematiche importanti.

L'argomento farmaci tritati mi è stato riportato all'attenzione dalla rivista online evidence.it del GIMBE (link all'articolo).

Se il nostro assistito non assume la terapia per problemi di deglutizione ci troviamo a trasformarla in polvere e la somministriamo noi o i familiari ma solo dopo aver verificato che sia in grado di farlo.

Ci sono delle piccole osservazioni da fare

Nella fase di trasformazione dei farmaci da compresse a polvere possiamo usare alcuni strumenti come i tritapillole manuali o elettronici, inoltre ci sono alcuni aspetti a cui fare attenzione:

  • assunzione accidentale da parte dell'operatore perchè i farmaci in polvere sono volatili,
  • danni ai tendini del polso per farmaci molto duri, come il nexium o il plavix.

Alcuni tritapillole manuali sono più ergonomici:

tritapillole egonomico giallo

Il tritapillole che causa meno danni ai tendini del polso è il classico Mortaio e pestello anche se un poco lento e impreciso, mentre sono più efficaci i tritapillole elettronici.

Un altro problema è la pulizia dello strumento fra un paziente e l'altro, i tritapillole manuali vanno benissimo per un uso domiciliare, ma quando si hanno a disposizione pochi minuti fra un paziente e l'altro l'unica cosa che si può fare è rimuovere i residui macroscopici.

Gli strumenti vanno puliti dopo ogni utilizzo per evitare di contaminare le somministrazioni successive.

A questo punto abbiamo il nostro bicchierino con farmaci diversi a contatto fra loro, tritati in una polvere a volte multicolore a volte bianca.

Si possono tritare tutti i farmaci?

No, non tutti i farmaci si possono tritare e somministrare una volta polverizzati, come i farmaci con pellicola gastroresistente e fra questi alcuni oppiacei.

In questo caso è necessario  che il medico modifichi la via di somministrazione o identificare un farmaco con la stessa azione.

Una lettura del bugiardino e scopriamo le caratteristiche del farmaco integro e se è espressamente vietato rompere la capsula o tritarlo. Il bugiardino stesso si riferisce spesso al solo farmaco utilizzato per os e non contempla il fatto che possa essere miscelato ed amalgamato insieme ad altri.

Per cui, somministriamo una cosa nuova e per alcuni farmaci non sappiamo se sono ancora efficaci.

Cosa succede quando consegnamo i farmaci tritati al parente/caregiver?

Cerchiamo di notare due aspetti in particolare che potrebbero fare i parenti e i caregiver quando devono somministrare i farmaci:

  • mettere all'interno dell'acqua,
  • che roviscino la polvere sul cucchiaio e la somministra così com'è asciutta.

Mettere l'acqua va bene se si tratta di un assunzione attraverso un sonda, che sia un sondino nasogastrico (SNG) o una Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG), ma attenzione, controlliamo che si sciolga tutto ed è possibile che se somministriamo con una siringa, qualcosa possa restare sul fondo e va aspirata altra acqua, l'incertezza è data dal fatto che i farmaci sono sostanze diverse che possono reagire fra loro e dare un precipitato che va sul fondo. 

Mettere l'acqua e provare la somministrazione per OS non ha senso e va fermata, se può bere l'acqua dobbiamo verificare se può assumere la terapia per OS normalmente.

Inoltre, l'acqua amplifica i sapori cattivi dei farmaci e può provocare il vomito al paziente.

Il sapore degli antibiotici è pessimo quando è in una compressa, se poi la si riduce in polvere è un sapore terribile.

La situazione più drammatica è vedere la polvere sul cucchiaio, un abominio, un attentato alla salute, un qualcosa di simile alla tortura, caregiver o familiari vanno fermati subito.

Immaginate di assumere della polvere secca formata da 1 gr di amoxicillina tritata e messa in bocca, il sapore orribile e la polvere che si attacca al palato e non riesci a deglutirla perchè si impasta con la saliva amplificandone il saporaccio, pensa se si ripete per 3 volte al giorno.

La polvere che si attacca al palato ed il sapore indicibile possono stimolare il vomito o attacchi di tosse.

La soluzione ci è nota da quando siamo piccoli, fare un impasto con qualcosa di saporito, fare un amalgama delle dimensioni di una cucchiaiata, il risultato finale è un impasto cremoso come nei dolci ma il sapore cattivo del farmaco è attenuato e la possibilità che venga assunto subito in un solo atto di deglutizione.

amalgama burro uova

Una parentesi

Le osservazioni sopra non sono niente di complesso, ma sono utili nella quotidianità. Eppure ci sono scienziati veri che svolgono degli studi clinicamente seri, il motivo è che le piccole cose quotidiane se fatte male possono essere una complicazione inutile e grave.

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