Negli ultimi 10 anni si è notato sempre più un depauperamento del SSN, che si è reso manifesto a tutta la popolazione durante il periodo pandemico, in cui sono risaltati questi buchi/mancanze di risorse umane oltre all’arci noto taglio dei posti letto.

Ora siamo nel periodo post-pandemico ed emerge la desertificazione dei concorsi del personale sanitario in cui si evidenziano un numero sempre più esiguo di vincitori.

Ci sono Aziende Sanitarie della Lombardia e Piemonte che sono arrivate a fare 3 concorsi all'anno, ma prendiamo per esempio il concorso dell’Area Metropolitana di Bologna, in cui su 4207 iscritti sono stati selezionati solo 436 per Ausl Bologna, 691 per l’AOSP Bologna, 63 per lo IOR e infine e 83 per la Ausl Imola per un totale di 1273 idonei, ovvero rispetto alla cifra iniziale è stato selezionato solo il 70% degli iscritti che in tempo di crisi nera del personale infermieristico è veramente un rischio per la stessa azienda sanitaria….

Queste percentuali ce lo potevamo permettere quando ai concorsi gli iscritti erano 16.000 ma ora non più, poiché il numero degli iscritti è meno di 1/3 rispetto ai periodi precedenti.

Anche nel concorso dell’AREA Vasta Romagna, sono in elenco 1915 iscritti (che hanno svolto la prova pratica e scritta in questi giorni) e ancora soggetti alla scrematura delle 3 prove, perciò quanto diminuiranno? ci si chiede: “anche se ne rimanessero il 50% di idonei solo con 1000 persone come faranno a coprire un fabbisogno dell’intera zona romagnola?”.

Ricordiamoci che fra i candidati idonei si trovano anche infermieri che prestano già servizio nelle stesse aziende e che devono essere solo stabilizzati.

Possiamo osservare anche i nostri vicini di Regione per esempio la Toscana col concorso Estar in cui sono stati scartati il 67% dei candidati (stessa media dell’Area Metropolitana di Bologna) e in cui vi sono in corso critiche per quanto concerne i criteri utilizzati.

Proprio in merito a quest’ultimo punto, si continua imperterriti a espletare le procedure di reclutamento seguendo le regole di due decreti vecchi e superati (quello per la dirigenza è di 26 anni fa e quello per il comparto di 22) che erano obsoleti già quando entrarono in vigore.

Se si pensa davvero che per selezionare un bravo/preparato infermiere possano bastare quiz o una domanda sorteggiata all’orale (con un’importante componente di fortuna) ci si sta perdendo in un bicchier d’acqua infatti in caso di revisione la normativa concorsuale contenuta nel Dpr 487/1994, come da specifica delega da parte dell’art. 3, comma 6 della legge 79/2022, viene espresso nell’art. 1, comma 6 che "le disposizioni del presente regolamento non si applicano al reclutamento del personale del Servizio sanitario nazionale”; infatti, si spera che venga applicata al più presto una modifica dei criteri soprattutto per non creare ulteriore crisi o mettere ulteriore carne al fuoco dove serve invece solo un po' di cognizione di causa.

Forse per chi esercita tutti i giorni questa bella professione ha già visto passare sotto i propri occhi tra i più disparati infermieri dai preparati ad altri in cui si poteva mettere in dubbio tranquillamente se avevano acquisito veramente la laurea.

Infatti, c’è da chiedersi se appare più affidabile e veritiera una prova scritta, pratica od orale svolta in modo compulsivo insieme a migliaia di persone o la valutazione direttamente sul campo, verificata e valutata sul posto di lavoro dallo stesso coordinatore di U.O. dove andrà a prestare servizio.

In questo modo, si potrà avere una vera valutazione meritocratica degli infermieri e delle capacità personali; dato che oltre la preparazione delle nozioni di base elargita dalle università (non tutte le realtà preparano allo stesso modo), è da mettere in conto anche la voglia di crescere personalmente e di aumentare le proprie conoscenze.

Infine, sul numero veramente residuo degli iscritti che si è potuto osservare nel periodo post pandemico, c’è poco da dire… se non si farà un’inversione di marcia cercando soluzioni sistemiche la situazione non può migliorare.

La professione infermieristica deve vedere valorizzati i titoli specialistici con un ritorno economico stipendiale a livello degli altri colleghi europei.

Oggi la qualità di vita deve diventare un fattore primario, l'accumulo di ferie non godute, l'impossibilità di cambiare il posto, gli straordinari non pagati, la formazione aziendale da fare nel proprio tempo libero, sono elementi che porteranno la professione ad assottigliarsi e porterà a situazioni catastrofiche dal punto di vista della salute per ognuno di noi.

Foto di Marion da Pixabay