Mi chiamo Silvano Biagiola e sono un infermiere.
A distanza di anni, sto rivedendo i miei perchè: questo vale nella vita, nelle mie attività quotidiane e quindi interessa anche la mia vita professionale.
Perchè ho scelto di essere infermiere?
Nel pormi questa domanda, la prima cosa che mi viene in mente è la persona che mi ha trasmesso questo interesse e questa passione: Giovanni.
Avevo 23 anni, a quel tempo facevo l’operaio e non ero nemmeno diplomato. Un giorno, mi ammalai di una brutta polmonite, quindi necessitavo di cure e assistenza.
Oltre che sofferente, ero anche spaesato perchè non sapevo come affrontare la malattia. In tutto quel turbinio di pensieri e paure, Giovanni portò il sole all’interno della mia anima. Lui era il compagno di una mia amica, si offrì di aiutarmi gratuitamente e fece tutto questo con estrema competenza, entusiasmo e precisione.
Fu lì che si innescò la scintilla che fece poi accendere il fuoco della passione dentro di me: fui attratto in particolar modo dall’interesse alla cura, dalla sua onestà e dal suo ”mettersi alla pari”.
Mi sono sentito capito, sicuro e apprezzato per quello che ero.
Da lì in poi, fu un duro lavoro e uno studio costante, intenso e passionale: mi presi il diploma alle scuole serali mentre lavoravo, poi feci il test ed entrai ad infermieristica,poi la triennale... Il tempo passava, l’età aumentava e nel mentre ho dovuto affrontare molte sfide che riguardavano la mia vita in tutte le sue dimensioni.
Ma il fuoco, ormai, era vivo e intenso e continuava ad espandersi. Il mio interesse, la mia voglia di arrivare alla meta e la costante curiosità di capire come poter fare e farmi del bene, era la benzina che costantemente gettavo sull’incendio.
Pian piano, durante quel lungo percorso che ho affrontato, anche con degli imprevisti che mi hanno allontanato per tre anni dall’università, ho scoperto nuovi combustibili per alimentare quel fuoco che divampava in me: materie cliniche molto interessanti, procedure infermieristiche coinvolgenti e, soprattutto, la relazione d’aiuto e il nostro codice deontologico.
Ero entusiasta: avevo compreso che il mondo infermieristico sposava i miei stessi ideali etici e morali. Che scoperta grandiosa che feci! Finalmente avevo trovato qualcosa che poteva soddisfarmi veramente, sul lavoro.
Da molti questo potrebbe essere interpretato come vocazione. A questo rispondo con un secco NO! La definirei passione, e come tale quindi è una mia responsabilità alimentarlo positivamente e un mio diritto che venga riconosciuta la professione sempre più, ad esempio con possibilità maggiori di carriera e uno stipendio più alto e dignitoso.
Ora sono passati diversi anni da quando sono diventato professionista. E, credo come molti di voi che stanno leggendo queste righe, ho dovuto affrontare molte difficoltà come: demansionamento, stipendi inadeguati, scarsa considerazione mediatica, carichi di lavoro insostenibili, poca possibilità di crescita professionale... E si... Sono state tutte secchiate d’acqua che mi hanno tirato per diminuire il fuoco che divampava dentro di me. Ma non si è spento questo, anzi... é vivo e intenso. Spesso devia dalla strada principale, ma trova altre strade per propagarsi.
Nel mio caso, queste nuove strade sono la formazione, la lotta per una crescita come categoria, l’interesse a coltivare i miei ideali e i miei valori.
Sono un infermiere perchè mi piace esserlo. Sono un infermiere perchè questa professione rispetta i miei canoni etici e morali. Sono un infermiere perchè mi piace assistere mettendomi alla pari con chiunque, senza distinzione di età, sesso, orientamento o identità di genere, scelte politiche o morali...
Sono un infermiere perchè so che questa professione può ancora darmi moltissimo, con tutte le difficoltà che comunque ci sono. Sono un infermiere perchè ho tanti ricordi bellissimi della mia attività professionale, come l’apprezzamento e la stima di molti pazienti: questi hanno lasciato carezze sul mio cuore.
Il mio amico Giovanni, la persona che ha fatto nascere questo fuoco in me, purtroppo ora non c’è più. Un brutto male lo ha portato via all’età di 38 anni.
Sono estremanente grato alla sua anima per avermi accompaganto in questo viaggio bellissimo. E anche questo, ha contribuito a rafforzare i miei valori, a rispondere ai miei perchè con chiarezza e vitalità!
Vi auguro il meglio, care colleghe e cari colleghi. Spero di continuare ad alimentare questo fuoco assieme a voi, per molto tempo.
Dott. Silvano Biagiola, infermiere
A Giovanni,con eterna riconoscenza
