Qualcuno se lo ricorda ancora quel periodo che non è netto ma sfumato, quando il PC è entrato in reparto e aveva Win3.1, quel PC di cui ti facevi qualcosa ma non tutto, che qualcuno sapeva usare e che si stava tutti vicini per capirci qualcosa e che in fondo faceva un poco paura...
Lo ricordi?
Il PC con Win 3.1 una grossa scatola sdraiata sotto al monitor o in verticale sotto la scrivania, spingevi il pulsante di accensione, prendevi un caffè due chiacchiere e quando tornavi stava finendo l'avvio.
La forma di quei due PC a distanza di 30 anni è ancora presente in molti ospedali.
Per tanti il primo PC mai visto prima, perchè costava molto, poi nel 98 il primo sistema operativo moderno Windows 98.
Il monitor del PC una finestra sul mondo, si apriva explorer e uscivano pagine in un altra lingua e il mondo erà entrato nei reparti e gli ospedali non erano più gli stessi.
Ma prima di quegli anni come eravamo?
Non avevamo gli articoli scientifici o almeno c'erano ma erano rinchiusi nelle biblioteche e in pochi li leggevano.
Avevamo il nostro sapere in un armadio con i protocolli dell'azienda, prima del sistema di accreditamento come infermieri usavamo molto il termine protocollo per ogni tecnica, il rigore era massimo.
Quell'armadio dove l'infermiere anziano ti portava davanti e dopo un sospiro diceva "imparale tutte e qualunque cosa ti chieda la direzione, ricorda, tu lavori cosi" era un consiglio dato negli anni 80 e credo sia passato attraverso i decenni.
Ma subito vicino c'erano quelle riviste vecchie di anni alcune nuove altre, poi c'era un angolo con le riviste infermieristiche, quella del tuo collegio, l'infermiere la rivista nazionale e poi tutte le riviste delle associazioni, ANIARTI con Scenario, Infermiere Oncologia e sicuramente tante altre associazioni ne avevano altre.
Riviste dove gli infermieri raccontavano come si lavorava, c'eranoi riferimenti agli studi scientifici ma alla fine erano articoli che parlavano la tua lingua e quello che leggevi lo riconoscevi nel quotidiano di reparto.
Riviste di carta che sottili o spesse messe insieme erano tante e davano una misura della nostra forza culturale, non del mondo ma di noi infermieri italiani che scrivono le proprie esperienze i propri pensieri e li condividono.
Ma non c'erano solo riviste per gli infermieri c'era la fila dei rappresentanti che per arruffianarsi gli infermieri lasciavano le monografie e facevi la collezione.
Prima di internet era semplice compravi un libro tematico sapevi applicarlo e davi prestigio all'autore e anche alla tua professionalità.
Applicavi i contenuti, ti spiegavi ed eri rispettato, se poi andavi a fare un corso da capo sala o da dirigente eri quasi un eroe.
L'eroismo nasceva dal costo per la formazione che era alto non solo per la quota dell'iscrizione ma perchè ti dovevi spostare dalla tua città, prendere aspettativa era impegnativo e lo sapevamo tutti.
Prima di internet non era tutto rose e fiori c'erano anche allora i disonesti chi ti rendeva la vita impossibile le discussioni giuste o sbagliate ma poi ci ritrovava tutti insieme a prendere un caffè a parlare della famiglia, dell'ultimo film e poi via si ripartiva.
Il cellulare aveva un display in toni di grigi e faceva solo il telefono, usato con discrezione ieri, oggi invece fa di tutto e ci mantiene in contatto in tempo reale.
Ieri le riviste infermieristiche erano una misura del peso della cultura professionale oggi cosa è rimasto?
File diventati anonimi che forse qualcuno riesce a ritrovare schiacciati dall'eccesso di informazione intangibile.
Su internet la forza di una cultura professionale che è cresciuta nei decenni si è persa.
La professione ha cercato di rincorrere il cambiamento pensando che il binomio nuovo/migliore rappresentasse la logica conseguenza di dover aderire a tutte le novità.
Ma forse l'infermiere adesso è più solo di prima.