Atelofobia, la preoccupazione di chi crede di non essere abbastanza

imperfezione

L’idea della perfezione ci ossessiona, c’è poco da fare. 

Sui social vediamo vite impeccabili, corpi scolpiti, carriere brillanti e coppie apparentemente perfette, e nel vederle non facciamo altro che chiederci perché noi non possiamo essere come quelle persone, perché noi non possiamo avere quello che hanno quelle persone. La risposta che ci diamo, poi, è sempre la stessa: non siamo abbastanza.

Questo senso di inadeguatezza si chiama atelofobia, ed è un disturbo d’ansia che colpisce più persone di quanto puoi immaginare.

Cos'è l'atelofobia e chi ne soffre di più

L’atelofobia è letteralmente la fobia dell’imperfezione, la paura costante di non essere abbastanza bravi, intelligenti, belli o capaci di fare qualcosa.

La sensazione che accompagna continuamente le persone che ne soffrono è quella di non essere all’altezza delle situazioni, anche quando in realtà hanno tutte le competenze e gli strumenti per affrontarle.

Ad avere la paura dell’imperfezione sono principalmente:

  • gli adolescenti e i giovani adulti, che oggi più che mai vivono sotto la pressione sociale e digitale di essere perfetti a tutti i costi,
  • i professionisti ambiziosi, spesso vittime del perfezionismo tossico e del timore di deludere le aspettative, 
  • tutte le persone con bassa autostima, che tendono a sminuirsi e a confrontarsi negativamente con gli altri. 

Quali sono i sintomi dell'atelofobia

L’atelofobia si manifesta in modi diversi e può condizionare ogni ambito della vita, rendendoci difficile anche goderci i successi raggiunti.

La paura dell’imperfezione va spesso a braccetto con il perfezionismo patologico, una normale conseguenza alla sensazione di non essere abbastanza che ci porta a sforzarci fino allo sfinimento a non commettere errori, mai e per nessun motivo. 

Per questo se soffriamo di questo disturbo abbiamo un livello di autocritica a dir poco distruttivo, con il quale condanniamo ogni nostro minimo errore e lo consideriamo come un fallimento. 

Per questo abbiamo necessità di tenere tutto sotto controllo e di sapere che sia effettivamente così, e andiamo in panico quando ci accorgiamo che abbiamo torto. 

Per questo abbiamo paura di sbagliare e ci trasciniamo dietro il peso dell’ansia da prestazione qualunque cosa facciamo. 

Per questo tendiamo a evitare le nuove opportunità per paura di sbagliare e abbiamo costantemente bisogno dell’approvazione altrui e di conferme esterne. 

E tutto ciò a lungo andare diventa ingestibile.

Perché abbiamo paura di non essere abbastanza?

Non è questa la sede giusta per poter sviscerare i motivi per cui si soffre di atelofobia. Secondo la dottoressa Ilaria Bellavia del Santagostino si tratterebbe di episodi traumatici o ricordi dolorosi che con il tempo possono portare a questo disturbo d'ansia, il quale può compromettere ogni aspetto della vita.

Nel mondo del lavoro, l’atelofobia può trasformarsi in sindrome dell’impostore. Ed ecco che iniziamo a credere di non meritare il nostro ruolo e viviamo nel terrore di essere scoperti come incompetente, anche se i fatti dimostrano il contrario.

A scuola e durante gli studi, studenti e universitari con atelofobia iniziano a rimandare gli esami, ossessionati dall’idea di non essere pronti.

In amore e in amicizia, questo disturbo si manifesta con l’insicurezza cronica: e così cominciamo a temere di non essere abbastanza per il partner o gli amici e ad avere paura dell’abbandono

Nella genitorialità, infine, potremmo sentirci inadeguati, temendo di sbagliare nell’educazione dei nostri figli o di non essere portati per fare da madre o da padre a un bambino e rischiando il burnout genitoriale.

Come superare l'atelofobia e avere più fiducia in noi

Credi di essere una persona imperfetta? Hai ragione! È esattamente così! Tu, i tuoi amici, i tuoi genitori, io che scrivo: siamo tutte persone imperfette, e va benissimo così. Accettare questo è l’inizio del percorso per superare l’atelofobia, l’inizio di un lavoro su noi stessi molto profondo che possiamo riassumere in 5 punti. 

1. Migliorare l'opinione che abbiamo di noi

Invece di concentrarci su ciò che ci manca, dovremmo provare a riconoscere i nostri punti di forza. Tutte le persone ne hanno qualcuno. Scrivere ogni sera almeno tre cose che abbiamo fatto bene durante la giornata può essere un buon inizio per migliorare il modo in cui ci vediamo. Un po’ come in un diario della gratitudine.

2. Praticare la tecnica dello specchio

Questo è un esercizio di mindfulness che può davvero cambiare le cose, seppur semplicissimo e per alcuni idiota. Consiste nel guardarci allo specchio ogni mattina e ripeterci ad alta voce affermazioni positive, come: “Sono capace di affrontare le sfide”, “Valgo anche se non sono perfetto” o ancora “Posso farcela”.

3. Lavorare sulla gestione delle emozioni

L’atelofobia si nutre di ansia e paura. Tecniche come la respirazione, la meditazione e il journaling possono aiutarci a gestire meglio le emozioni negative. 

4. Avere più consapevolezza di noi

Spesso l’atelofobia nasce da convinzioni errate su noi stessi. Un buon esercizio è scrivere i nostri pensieri negativi su un foglio e poi confutarli con prove concrete. Ad esempio:

  • Pensiero negativo: “Non sono bravo nel mio lavoro.”
  • Controprova: “Ho ricevuto feedback positivi dai colleghi.”

Cambiare prospettiva ci aiuta a vedere la realtà con più oggettività.

5. Stabilire delle aspettative realistiche

Uno dei motivi che ci spinge a considerarci incapaci o inadatti a qualcosa sono le aspettative che creiamo su di noi e sugli altri, e che molto spesso (quasi sempre) si rivelano sbagliate. 

Smettiamola quindi di porci obiettivi impossibili o irrealistici se vogliamo finirla di sentirci inadeguati quando non riusciamo a raggiungerli. Cambiamo il modo di approcciarci alla vita, sostituendo la frase “Devo essere la persona migliore del mondo”, con “Darò il massimo per essere migliore ogni giorno di più.”

Vedrai che in poco tempo ti renderai conto di come nessuno è perfetto, ma siamo tutti perfettibili.

 

Foto di Alexas Fotos

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