La mancanza di infermieri a breve sarà immediatamente percepibile negli ospedali al Nord perchè stiamo assistendo ad una migrazione degli infermieri dalle regioni del Nord italia al Sud.

I motivi sono noti a tutti, ma fino a che non lo si scrive si fa finta di niente e la lista aumenta; in questo modo manca una risposta efficace e il SSN del Nord si avvia rapidamente ad una crisi senza precedenti.

Non voglio fare allarmismo ma è un dato di fatto che le Aziende Sanitarie del Nord fanno anche 3 concorsi all'anno per reclutare infermieri.

Gli ospedali pubblici erogano prestazioni sanitarie che sono dipendenti da un lavoro di squadra.

Oggi, un bravo primario è tale perchè dispone di uno staff di infermieri, medici e un'organizzazione che consente di seguire i pazienti al meglio.

Da solo non esiste nessuno in sanità e gli infermieri sono una parte determinante del progetto salute da realizzare.

Sin dal concorso iniziano i dubbi, eppure oggi con la domanda online è semplice iscriversi.

Prima con la domanda cartacea, mandavi la fotocopia autocertificata di tutti i documenti e la domanda poteva arrivare ad essere di centinaia di pagine.

Una volta inviata la domanda ci si concentra sulla lettura del bando, il quale porta con sè i primi dubbi:

il vincolo dei 5 anni

Previsto dall'art.35 nel DL 30 marzo 2001, n. 165 ha subito aggiornamenti e modifiche, li vedi su normattiva che riporta:

5-bis. I vincitori dei concorsi  devono  permanere  nella  sede  di prima destinazione per un periodo non inferiore  a  cinque  anni,  ad eccezione dei direttori dei servizi generali e  amministrativi  delle istituzioni scolastiche ed educative che  permangono  nella  sede  di prima destinazione per un  periodo  non  inferiore  a  tre  anni.  La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai  contratti collettivi. (60) (68) 

Il vincolo di 5 anni è devastante e ha almeno due effetti, il primo è la riduzione del 90% degli iscritti ai concorsi. Bologna nel 2016 aveva 16.000 partecipanti, nel 2022 solo 1500. Il secondo effetto è che gli infermieri fanno tutti i concorsi e se sono in un posto che non piace si dimettono anche senza preavviso per cambiarlo.

Questo non perchè siano infermieri maleducati e irrispettosi, ma spesso è il nuovo posto di lavoro vinto con un concorso che fa pressioni e non considera che dovrebbe aspettare fino a 45 giorni, 30 previsti nel bando e 15 dal CCNL Sanità.

Il vincolo poi ha una regola semplice, se la direzione ha bisogno ti può spostare dove vuole, se tu hai delle aspettative e vuoi chiedere un altro posto devi aspettare 5 anni e se sei in un posto che non ti piace, quale sarà la scelta?

Ma se non c'è il vincolo di 5 anni gli infermieri dopo 6 mesi se ne vanno?

Quante volte hai sentito questa frase, che è giusto il blocco di 5 anni altrimenti dopo 6 mesi e dopo chissà quale addestramento e costi, l'infermiere se ne va. Questa analisi profonda piace e da soddisfazione a chi la pronuncia, ma è una demenza.

Faccio un esempio semplice e banale, nel tuo ospedale reparto/servizio quanti sono gli infermieri nati nella città dell'ospedale o ci sono dalla nascita, penso meno del 10%.

Tutti gli altri sono arrivati con un concorso a tempo indeterminato e un periodo di prova di 6 mesi e sono ancora lì.

L'infermiere neolaureato 

Durante il tirocinio ha visto già una parte della realtà lavorativa in cui tanti studenti hanno scelto di abbandonare prima di concludere la laurea per dedicarsi ad altri progetti di vita.

Chi arriva alla fine inizia a lavorare e si trova a dover vivere uno scontro epocale, fra i principi e le aspettative della professione intellettuale e la realtà del lavoro quotidiano.

Il quotidiano dell'infermiere neoassunto diventa rapidamente costituito da motivi che ne favoriscono la disaffezione:

  1. orari irregolari;
  2. straordinari non pagati;
  3. permessi non dati;
  4. ferie non fruite;
  5. mancanza di percorsi di formazione sulla base delle proprie aspirazioni;
  6. mancanza di ricerca infermieristica;
  7. mancanza di scatti di anzianità trasparenti.

Nel dubbio il neoassunto si confronta con i colleghi e trova conferma di tutto, alcuni colleghi poi vantano centinaia di giorni e ore di ferie come se fosse normale, eppure è una violazione palese che se fosse fatta da un privato vedrebbe l'intervento dell'ispettorato del lavoro, mentre il settore pubblico è ignorato.

Il coordinatore ha un ruolo di primo piano nel far integrare il neoassunto e di certo non è valutato per il turnover degli infermieri. 

La direzione infermieristica poi si trova nell'impossibilità di far affezionare gli infermieri neoassunti al posto di lavoro.

Una missione impossibile soprattutto perchè richiede tempo, esperienza, carisma, ma soprattutto progetti a lungo termine che vanno in conflitto con scelte di budget che hanno una vision annuale.

Stipendio e servizi, il cuore del problema?

Per ultimo ma non ultimo la questione stipendio e servizi offerti dalla città della sede di lavoro che dà il colpo di grazia a questa situazione difficile.

All'inizio trovare un posto per dormire, i costi della vita ecc.. sono un problema percepito non a pieno, ma poi, quando ci si rende conto che si lavora e non si riesce a risparmiare nulla, l'illusione finisce.

Il costo della vita è un motivo valido per spostarsi e per chi vuole fare un progetto a lungo termine, il prezzo della casa è un motivo incentivante ad andarsene o a non iniziare.

Ad esempio il prezzo medio di una casa a Milano è 5200 euro/mq, mentre per Napoli è 2800 euro/mq (fonte immobiliare.it).

Quindi, il neoassunto che viene da fuori regione e pensava ad un'indipendenza economica, si trova a dover fare calcoli e ragionamenti di spesa dell'ordine di euro.

Mentre l'infermiere assunto da anni che ha iniziato a pagarsi un appartamento viene incentivato a fare concorsi per tornare vicino ai familiari dove si troverebbe ad avere, dopo la vendita della casa, un importo per comprarsi la casa dei suoi sogni.

Le dinamiche che portano all'emorragia di infermieri del Nord sono complesse e coinvolgono dinamiche che escono dall'ospedale e devono essere affrontate a livello regionale e universitario per favorirne la permanenza.

L'Università nel corso di infermieristica si trova con molti studenti fuori regione, che una volta fatta esperienza torneranno dalla propria famiglia.

Il flusso di infermieri che si spostano deve essere considerato una manifestazione della libertà di scelta dei professionisti, chi usa toni accusatori verso gli infermieri di fatto non rispetta la Costituzione. L'apoteosi di questa violenza ignorata è il vincolo di 5 anni.

Art. 4 della Costituzione
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay