La Regione Lombardia ha pubblicato oggi nella Serie Ordinaria n. 1 del 4 gennaio 2016 il D.g.r. 23 dicembre 2015 - n. X/4662 Indirizzi regionali per la presa in carico della cronicità e della fragilità in Regione Lombardia 2016 - 2018 con un impegno economico di 28 milioni di euro.
Ma se l'impegno economico è importante perchè ad esso corrisponde un agire, dal lato pratico c'è un analisi concreta della situazione infermieristica per uno sviluppo professionale serio. Il documento potrebbe essere anche un utile lettura per gli studenti per capire la complessità dell'assistenza al paziente cronico.
Da pagina 5 fino a pagina 139 inizia il documento dal titolo "Indirizzi per la presa in carico della cronicità e della fragilità in Regione Lombardia" a cui si ispira l'impegno economico del decreto.
La lettura per comprendere come fa a decidere una regione parte da un analisi dei dati reali e poi proiettata in avanti il tutto si riassume con grafici che danno un immediata percezione dell'evoluzione della malattia a livello di popolazione.
Ma come agire le scelte, quali sono i flussi degli investimenti è riportato in una serie di grafici, ma il documento da ampio spazio all'evoluzione della figura dell'infermiere di famiglia.
Un analisi seria che considera lo sviluppo della formazione universitaria come prioritario ma parte anche dall'analisi dei dati attuali.
Da pagina 89 il testo del documento che vede una figura dell'infermiere di famiglia assieme all'infermiere case manager (ICM) e ne definisce i ruoli:
Il prossimo scenario giuridico-organizzativo porterà ad una valorizzazione delle competenze in particolare della figura infermieristica - si pensi all’individuazione dell’infermiere di famiglia - e in generale ad un maggiore coinvolgimento di alcune professioni sanitarie a domicilio (es. fisioterapista).
I nuovi ruoli che possono essere disegnati ed ipotizzati sono quelli del case manager e/o dell’infermiere di famiglia, una cui possibile declinazione è riportata nel seguito.
L’Infermiere di Famiglia/Case Manager (ICM) rappresenta l’evoluzione di funzioni professionali già svolte dagli infermieri per la salute della collettività che il mutamento dei bisogni sociosanitari dei cittadini rende necessaria per la qualità delle cure e la sostenibilità. Molti infermieri operano con diversi ruoli nelle Cure Primarie, ma il nuovo ruolo da sviluppare riguarda la proattività e l’estensione dell’assistenza alle famiglie e alle Comunità. È questo un ambito assistenziale molto vasto che trova spazio operativo a livello domiciliare, residenziale, ambulatoriale, o in quei sistemi organizzativi che permettono agli utenti di continuare a vivere nel proprio ambiente di vita o in ambienti familiari protetti, nei quali sia possibile un rapporto professionale continuativo, personalizzato, centrato sulla valutazione dei comportamenti e degli stili di vita calati nella realtà concreta della comunità propria dell’assistito, che va accompagnato nel recupero del suo benessere rispettando i suoi tempi, i suoi contesti e risorse, la sua storia.
Nel ruolo clinico l’ICM ha la responsabilità di:
- accertare i bisogni dei pazienti e delle loro famiglie;
- identificare i problemi esistenti o potenziali, valutando le condizioni fisiche, psicosociali ed emotive;
- in collaborazione con gli altri membri del team interdisciplinare, sviluppare il Piano Assistenziale Individuale;
- gestire la relazione di aiuto utilizzando abilità di counselling, per favorire la collaborazione del paziente e l’adattamento alla malattia.
Nel ruolo manageriale l’ICM ha la responsabilità di:
- facilitare e coordinare l’assistenza di pazienti durante la presa in carico;
- gestire l’assistenza, pianificando gli obiettivi, le modalità di trattamento, gli interventi necessari per soddisfare le necessità dei pazienti e delle loro famiglie;
- determinare, in collaborazione col team multidisciplinare, la durata dell’eventuale degenza e iniziare il piano di dimissione già al momento della presa in carico;
- pianificare la riammissione in ospedale in caso di necessità o riacutizzazioni;
- valutare continuamente la qualità dell’assistenza fornita e le conseguenze dei trattamenti;
- essere un facilitatore del lavoro di squadra.
Nel ruolo finanziario l’ICM ha la responsabilità di:
- assicurare, in collaborazione con i medici e gli altri membri del team, un’ appropriata allocazione delle risorse necessarie a fornire cure adeguate ai pazienti;
- evitare duplicazioni inutili o frammentazione dell’attività programmata, in modo da ottenere un efficace ed efficiente utilizzo di risorse.
I contenuti da sviluppare riguardano dunque aspetti legati all’area dell’informazione e dell’educazione al paziente, del counselling, del follow-up.
Tratto da pag.89 (LINK)
La regione Lombardia presenta una bella analisi e come questa si tradurrà in azioni concrete è un altra cosa, se il link del BUR Lombardia non è scricabile si può scaricare il documento dal I-A (LINK)
Serie Ordinaria n. 1 del 4 gennaio 2016