Gestione dei conflitti con pazienti e familiari: tecniche di comunicazione efficace e de-escalation per situazioni difficili

conflitti con pazienti

L'ambiente sanitario è per sua natura un luogo di forte emotività. Pazienti e familiari si trovano spesso in situazioni di vulnerabilità, paura, dolore o frustrazione, e queste emozioni possono sfociare in tensioni e veri e propri conflitti. Per l'infermiere, saper gestire queste situazioni non è solo una competenza relazionale, ma un elemento indispensabile per la sicurezza delle cure e del personale.

Affrontare un conflitto richiede calma, empatia e tecniche specifiche di comunicazione efficace e de-escalation. Questo articolo esplora come riconoscere i segnali di tensione e quali strategie adottare per trasformare un potenziale scontro in un dialogo costruttivo.

Comprendere le radici del conflitto in ambito sanitario

Prima di agire, è fondamentale comprendere perché un paziente o un familiare possa diventare aggressivo o conflittuale.

Le cause sono molteplici e spesso interconnesse:

  • Paura e ansia per la propria salute o quella di un caro, l'incertezza sull'esito delle cure o la paura del dolore.
  • Dolore fisico o disagio possono rendere le persone irritabili.
  • Frustrazione percepita per non essere ascoltati, per attese prolungate, burocrazia complessa o mancanza di informazioni chiare.
  • Perdita di controllo data dalla malattia e dall'ospedalizzazione priva il paziente della propria autonomia.
  • Differenze culturali o linguistiche che generano incomprensioni.
  • Stress e burnout dell'operatore che possono contribuire involontariamente all'escalation.
  • Patologie psichiatriche o cognitive che possono alterare la percezione e la capacità di gestire le emozioni.

Riconoscere queste possibili radici ci aiuta ad approcciare la situazione con maggiore empatia e minore giudizio.

I segnali di allarme: riconoscere l'escalation

L'abilità chiave è intervenire prima che la situazione degeneri. Ci sono segnali, sia verbali che non verbali, che indicano un'escalation di tensione.

Presta attenzione a:

  • Linguaggio del corpo teso: pugni stretti, braccia conserte, respiro affannoso, postura rigida o minacciosa.
  • Tono di voce alterato: che può aumentare di volume, diventare acuto, rapido o, al contrario, trasformarsi in un sussurro arrabbiato.
  • Sguardo: fissare intensamente o distogliere lo sguardo in segno di sfida o rabbia.
  • Espressioni verbali aggressive: linguaggio volgare, minacce, accuse, lamentele ripetute o interruzioni continue.
  • Agitazione fisica: come passeggiare nervosamente, battere i piedi o compiere movimenti rapidi e incontrollati.

Notare questi segnali precocemente permette di applicare le tecniche di de-escalation prima che la situazione diventi irrecuperabile o pericolosa.

Tecniche di comunicazione efficace per la de-escalation

Quando ci si trova di fronte a un potenziale conflitto, le parole e il modo in cui vengono pronunciate sono armi potenti per disinnescare la tensione. La prima regola è mantenere la calma; la tua serenità è contagiosa e può aiutare a placare l'interlocutore. Parla con un tono di voce basso, calmo e controllato.

Pratica l'ascolto attivo, permettendo all'altra persona di sfogarsi senza interrompere, mostrando che stai ascoltando con cenni del capo, contatto visivo (se appropriato e non percepito come sfida) e brevi affermazioni come "Capisco", "Certo".

Mostra empatia e convalida le emozioni: riconosci i sentimenti dell'altro, anche se non sei d'accordo con il suo comportamento. Frasi come "Capisco che lei sia frustrato/arrabbiato/spaventato in questa situazione" possono abbassare le difese. Questo non significa dare ragione, ma validare l'emozione provata. Il tuo linguaggio non verbale deve essere aperto: assumi una postura aperta e non minacciosa, evita di incrociare le braccia o puntare il dito, e mantieni una distanza di sicurezza adeguata.

Cerca di offrire scelte limitate per dare un senso di controllo e ridurre la frustrazione, ad esempio: "Potremmo fare questo o quello. Quale preferisce?".

Formula domande aperte e chiare come: "Cosa posso fare per aiutarla in questo momento?" o "Cosa la preoccupa di più?". È fondamentale concentrarsi sul problema, non sulla persona: separa il comportamento dalla persona. Invece di "Lei è aggressivo", prova "Capisco che questa situazione la stia rendendo molto nervoso". Evita di contraddire o giudicare in una fase di escalation, perché questo peggiorerà solo la situazione; l'obiettivo è abbassare la tensione.

Puoi usare la riformulazione (parafrasi) per ripetere con le tue parole ciò che hai capito della lamentela, dimostrando che hai ascoltato e chiarendo incomprensioni: "Se ho capito bene, la sua preoccupazione principale è...".

Solo dopo che la persona si è calmata, è possibile stabilire limiti chiari sul comportamento accettabile, sempre con un tono rispettoso.

Strategie di de-escalation specifiche

Oltre alla comunicazione, ci sono azioni pratiche che possono aiutare a gestire la situazione. Se possibile, crea uno spazio e garantisci sicurezza, assicurandoti di non posizionarti mai tra la persona e un'uscita e di avere tu stesso una via di fuga. Se necessario, coinvolgi un collega; la presenza di un'altra persona può servire come testimone, supporto e a volte basta a ridurre l'aggressività.

A volte è utile offrire una pausa: "Forse potremmo fare una piccola pausa e poi riparlarne tra qualche minuto, quando si sente più calmo?". Una volta che la tensione è diminuita, si può passare a proporre soluzioni pratiche: "Vediamo cosa possiamo fare per migliorare questa situazione...".

È cruciale sapere quando chiamare aiuto: se la de-escalation non funziona e la situazione diventa incontrollabile o pericolosa per te o per gli altri, non esitare a chiamare il personale di sicurezza o le forze dell'ordine.

La tua sicurezza e quella degli altri sono prioritarie. Infine, dopo un episodio di conflitto, è utile un debriefing post-evento con i colleghi o i superiori. Analizzare cosa è successo, cosa ha funzionato e cosa no, può essere un'opportunità di apprendimento e supporto emotivo.

Per concludere 

La gestione dei conflitti è una competenza complessa ma indispensabile per l'infermiere. Non si tratta solo di "spegnere un incendio", ma di costruire relazioni di fiducia, prevenire l'escalation e garantire un ambiente di cura sereno e sicuro per tutti.

Investire in formazione sulle tecniche di comunicazione e de-escalation non è un lusso, ma una necessità per ogni professionista sanitario. Essere preparati significa proteggere sé stessi, i pazienti e l'integrità del processo di cura.

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Foto di Liza Summer

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