Adele Cecchetti 2008-2009 tesi master in Managment e coordinamento delle professioni sanitarie, titolo “Mobbing: cattivi capi, cattivi colleghi”
Ringrazio Adele per la condivisione dell'introduzione della sua tesi:
1. INTRODUZIONE
Accanto ai rischi tradizionali (chimici, fisici e biologici) per la salute del lavoratore, i rischi psicosociali ed organizzativi rappresentano una delle principali cause di alterazione della salute sul posto di lavoro.
Fra questi il “rischio relazionale” o “interpersonale” si è posto all’attenzione generale e a quella del medico del lavoro solo di recente, ma in modo crescente.
La violenza psicologica è un fenomeno antico, presente in molti contesti lavorativi ed è causato dal deteriorarsi delle relazioni interpersonali e da disfunzioni organizzative.
Questo comportamento è legato oltre che da fattori di ordine socio- economici anche da atteggiamenti discriminatori legati alla religione, etnia, età, nazionalità, disabilità, cultura, orientamento sessuale.
L’argomento scelto per il mio lavoro riguarda il mobbing e più precisamente la prevenzione del mobbing in ambito sanitario puntando soprattutto sulla figura del coordinatore che, per il suo ruolo, ricopre sia la funzione di “ capo” che quella di “coordinato”.
Potremmo, quindi, asserire che il coordinatore potrebbe trovarsi sia nella posizione di “vittima” che “carnefice”.
Il titolo della tesi è ripreso da un’opera di Alessandro e Renato Gilioli (2000) in tema di mobbing e che hanno concesso l’autorizzazione all’utilizzo del titolo stesso.
Nella prima parte del lavoro verranno descritti elementi conoscitivi del Mobbing, le conseguenze in termini di salute e i risvolti sociali; la seconda parte riguarderà in maniera specifica il mobbing in sanità e il ruolo del coordinatore sia come testimone di mobbing, come mobber e come mobbizzato, le possibili cause, le eventuali azioni correttive e preventive; la terza parte riguarderà gli aspetti giuridici e la legislazione a livello nazionale e regionale; infine una serie di raccomandazioni su come difendersi dal mobbing.
7. CONCLUSIONI
Dal lavoro eseguito si evidenzia quanto il fenomeno del mobbing in sanità possa trovare diffusione e quanto sia cruciale la posizione del coordinatore nella prevenzione del fenomeno e nella ricerca di possibili soluzioni.
Il primo passo importante da compiere è senz’altro essere consapevoli del problema e avere chiare le successive azioni da intraprendere.
Il coordinatore è una figura di riferimento per i propri operatori e per l’azienda per poter raggiungere obiettivi comuni, ma quando si creano situazioni negative il tutto si ripercuote a livello organizzativo e dell’assistenza e quindi del paziente.
Spesso il mobbing avviene tra gli operatori stessi e quindi fondamentale è la figura del coordinatore che con la sua esperienza e le conoscenze possedute deve innanzitutto capire le criticità e cercare di riportare un clima favorevole.
Cominciare col far conoscere il mobbing e tutte le ripercussioni a livello fisico e psichico, è già un primo passo importante. Anche cercare di capire le varie personalità, le problematiche soggettive sia familiari che lavorative possono aiutare il coordinatore nella risoluzione dei problemi.
Fondamentale è sempre lo spirito di gruppo e lavorare per un obiettivo comune cercando di limitare la competitività fra operatori o piuttosto favorire una competitività “positiva”.