Tesi di Parmeggiani Giorgia, 2010, “Il caso clinico: bisogni dell’assistita e bisogni degli infermieri, quale correlazione?”
Indagine conoscitiva per identificare le cause del Burn Out e riconoscere i bisogni degli operatori, per garantire qualità all’assistenza infermieristica.
INTRODUZIONE
Durante la mia esperienza di tirocinio presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale del Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense mi sono trovata ad affrontare una situazione nuova e inusuale, che mi ha portato all’elaborazione del contenuto di questa tesi.
Ho analizzato un caso clinico eccezionale dal punto di vista assistenziale, mai verificatosi precedentemente in Chirurgia, e che ha richiesto al personale infermieristico un’assistenza personalizzata della durata di un anno.
Il tempo della degenza e la complessità del caso clinico hanno favorito l’instaurarsi di una sofferenza psico-emotiva estesa a tutta l’equipe: la sindrome del Burn Out.
Il Burn Out è un problema reale e più diffuso di quanto si pensi e, solo soddisfacendo prima i bisogni del personale, si riescono a soddisfare, poi, i bisogni degli assistiti e fornire assistenza di alta qualità.
La tesi si sviluppa introducendo il quadro clinico della paziente e, per meglio comprendere, è stato necessario richiamare alcuni concetti di competenza medica che descrivono in modo accurato le condizioni patologiche presenti.
Il primo capitolo, infatti, dopo una rapida descrizione del decorso del quadro clinico, si sofferma a descrivere nello specifico ogni singola condizione patologica che si è verificata durante la degenza.
Dopo questa parte più tecnica e medica, si passa al secondo capitolo in cui viene introdotto il concetto di piano di assistenza infermieristico.
Quest’ultimo si sviluppa in due parti, la prima che introduce a livello generale e teorico cosa si intende per piano di assistenza e, la seconda che consiste nello sviluppo vero e proprio del piano di assistenza personalizzato sul caso clinico considerato, da me sviluppato durante il periodo di tirocinio e conclusosi con la dimissione a domicilio della paziente durante la mia permanenza presso l’U.O.
Nella sua ultima parte, ho inserito anche un paragrafo riguardo al coping, il processo di problem-solving utilizzato dalla persona per gestire gli eventi stressanti della vita tramite l’adattamento, molto importante in situazioni di malattia come questa, per far comprendere come le risorse interne dell’assistita potrebbero essere compromesse.
Il terzo capitolo prosegue, introducendo i concetti di stress e burn out e definendo nello specifico l’esaurimento lavorativo, le cause, i sintomi, gli interventi per risolverlo, la grande importanza della prevenzione e la scala per la valutazione del burn out: la scala di Maslach.
Per quanto riguarda, invece il quarto e ultimo capitolo, non posso forse parlare di ricerca vera e propria, perché purtroppo non mi è stata concessa l’autorizzazione alla somministrazione del questionario agli infermieri della Chirurgia Generale.
Il lettore, però, leggendo dettagliatamente questo capitolo, può rendersi conto che ho potuto comunque ottenere dei dati significativi per quanto riguarda il mio obiettivo iniziale; cioè, far comprendere che dietro a degli obiettivi non raggiunti su specifiche diagnosi infermieristiche occorre fermarsi e cercare di capire le vere cause che non hanno permesso di soddisfarli, dipendano esse dall’assistita o dal personale.
Esiste, infatti, un “filo sottilissimo” che unisce i bisogni individuali della persona con quelli generalizzati dell’equipe infermieristica; pertanto la valutazione riguardo a struttura, processo e risultato permette di determinare appropriatezza, accuratezza e rilevanza dell’assistenza infermieristica.