Gli infermieri tornano a casa, affitti troppo alti

Lo stipendio dell'infermiere dipendente pubblico oscilla da un minimo di 1600 euro ad un massimo di 1900-2000 euro se lavora in reparti specialistici dove pagano gli straordinari o orari aggiuntivi.

Le case in affitto nelle regioni del nord Italia hanno prezzi alti se rapportati al fatto che poi lo stipendio deve coprire le spese di casa, per vivere e magari risparmiare qualcosa.

La maggioranza degli infermieri che lavora in turno ha uno stipendio medio di 1850 euro c'è poi da osservare che durante le ferie non si maturano le indennità e lo stipendio torna vicino a 1600 euro, questo effetto è poi disincentivante per la fruizione delle ferie da parte del lavoratore.

La situazione più conveniente è avere un appartamento insieme ai colleghi ed affittare una camera, una soluzione che va bene all'inizio, per i primi tempi, ma dopo è necessario avere la propria indipendenza.

L'affitto di un appartamento costa quanto un mutuo, la differenza è che terminato di pagare l'affitto non resta nulla mentre con il mutuo puoi vendere la casa e recuperare quanto pagato.

La fuga degli infermieri dalle città del Nord è causato da una questione economica che non gli consente una qualità della vita adeguata.

La soluzione può essere uno stipendio più alto, questo è possibile con i contratti integrativi, oppure con soluzioni di welfare o convenzioni che consentono l'accesso ad affitti calmierati, mutui con tassi agevolati, utenze domestiche come luce e gas agevolate. Convenzioni che per l'azienda sanitaria con migliaia di dipendenti hanno un costo bassissimo.

Le aziende sanitarie abituate ad un flusso di infermieri che arrivano e vanno nel loro piccolo hanno solo pensato a soluzioni di blocco delle mobilità o a vincoli, pensando che con la forza potessere trattenere qualcuno.

Ma siamo ancora un paese libero e dopo "il bastone" è necessario che le aziende sanitarie trovino soluzioni a favore di una migliore qualità di vita e pubblicizzino con gli infermieri queste scelte.

Il problema case e qualità della vita è solo un elemento, dal lato pratico se non ci sono infermieri e le Aziende Sanitarie mantengono gli stessi volumi di prestazioni erogate di fatto guadagnano di più.

In questo caso l'utilizzo degli straordinari o degli orari aggiuntivi potrà essere fatto per un tempo limitato poi diventerà motivo di abbandono della stessa ASL. Lo stesso lavoro dell'infermiere dovrebbe cambiare, oggi sempre più a norma, ma meno efficente e di conseguenza con un numero di complicanze elevato.

Aggiungiamo poi che il Nord forma pochi infermieri "locali" e questi non avranno vincoli per spostarsi. La situazione può essere analizzata sotto diversi aspetti ma sono tutti a sfavore è necessario iniziare a pensare agli infermieri con un'ottica dinamica proittata nel futuro.

 

Foto di Gustavo Fring

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