La foto che ricerca

fotografia

CAPO 2: Responsabilita' assistenziale 

ART.9: Ricerca scientifica e sperimentazione

"L’infermiere aderisce agli standard etici della ricerca, riconosce il valore della ricerca scientifica e della sperimentazione. Partecipa, progetta e conduce ricerche in ambito clinico e assistenziale, organizzativo e formativo, valorizzando il potenziale dei dati raccolti e rendendone disponibili i risultati. Mantiene un aggiornamento continuo rispetto alle migliori pratiche”.

Mi chiamo Silvano Biagiola e sono un infermiere.

Una fotografia può avere vari scopi: immortalare un momento particolare, rendere chiaro e visibile il più possibile una scena o un dettaglio, essere una autentica forma d’arte che concretizza l’estro di una mente umana... Bene, ogni capo del codice deontologico a mio avviso rappresenta una dettagliata foto che cerca di rappresentare al meglio un determinato argomento etico. E non fa eccezione il capo 2, dove viene affrontato specificatamente l’aspetto che più ci contraddistingue come professionisti: la responsabilità dell’assistenza.

Questo articolo, nella versione del codice risalente al 2019, veniva affrontato meno nel dettaglio: non era citato l’aggiornamento continuo, non c’era il riferimento all’importanza etica che ha la ricerca e la sperimentazione.

Ecco quindi, che la foto scattata su questo tema diventa piena di particolari, oggi. Un aggiornamento continuo rispetto alle migliori pratiche rappresenta quel colore che aiuta ad avere più visibilità all’istantanea scattata. Definisce eticamente ciò che è importante per un professionista: continuare ad aggiornarsi, per migliorare costantemente la qualità dell’assistenza.

Mai come in questo periodo, sto valorizzando l’uso della fotografia come potente strumento di espressione. Sto cercando di applicare questo strumento artistico in molti campi della mia vita, compresa la sfera lavorativa.

Mi sono comprato una Polaroid, così ho la possibilità di avere immediatamente delle immagini che hanno catturato la mia attenzione. E l’altra notte, durante il turno, ho ripreso con la macchina fotografica la mano di una paziente che ho assistito per diversi giorni.

Solo la mano, che si poggiava sulla spondina del letto. Ho fatto quella foto perchè mi piaceva e perchè sto cercando di approfondire il motivo per cui voglio continuare a fare l’infermiere: assistere al meglio le persone che ho in carico.

La ricerca e la sperimentazione li vedo esattamente come importanti particolari di una foto. Sono quello che mi aiuta a dare motivazione al mio operato, cercando quindi sempre di scoprire tecniche assistenziali o cliniche migliori. In questo modo ho la possibilità di poter essere veramente di aiuto e contribuire alla crescita della professione infermieristica.

Inoltre, l’aggiornamento continuo mi stimola a trovare sempre strade migliori, soluzioni alternative, aprire la mente e raffinare il mio pensiero critico. Mi spinge a ricercare sempre un nuovo scenario da fotografare.

Finita la magistrale, nel 2023, mi sono interrogato profondamente sul mio futuro. Domande del tipo ” E mo? cosa farò?” o ” In che modo posso sfruttare queste altre competenze?” sono risuonate spesso nella mia mente. A distanza di due anni, vi dico che ancora non ho trovato risposte. Sto ancora cercando il soggetto migliore da fotografare. Ma tutto questo lavorìo interno mi hanno portato a prendere una decisione: approfondire la conoscenza sulla ricerca scientifica. Dopo essermi consultato con amici e professionisti, dopo aver stilato liste di pro e contro, dopo aver steso pagine e pagine di riflessioni e desideri, sono arrivato alla conclusione di provare a fare il dottorato in scienze infermieristiche. Ci provo, a settembre.

Non vi nascondo che ho infiniti dubbi sulla sua utilità, perchè credo che la nostra professione sia ancora troppo poco considerata, sia a livello sociale che economico.

E poi... ho tantissime paure. Paura di non farcela, paura di non essere abbastanza, paura di esaurirmi...

Quindi... potrò dirvi se ciò mi è stato utile solo tra qualche anno.

É anche vero che se non provo... non lo saprò mai. Questa è stata sicuramente una spinta riguardo la mia scelta. Sono fermamente convinto che la ricerca scientifica ed essere protagonista nelle sperimentazioni cliniche possano rendere l’infermieristica sempre più una professione intellettuale, indispensabile nel panorama sanitario. Ho già visto, con la mia esperienza, quanto l’aggiornamento e l’applicazione di norme scientifiche renda il mio operato più valido. Oggi so che questo modo di agire mi permette di “mettere a fuoco chiaramente ciò che voglio riprendere con la mia Polaroid”. Inquadro i dettagli, conosco le sfumature, quindi poi ho la possibilità di migliorare la mia attività.

Nel diciannovesimo secolo Florence Nightingale, con le sue teorie riguardo l’ambiente e l’organizzazione, aprì le porte alla scienza infermieristica. Le sue idee e il suo metodo hanno permesso alle generazioni a venire di potersi dedicare maggiormente allo studio e alla ricerca inerenti la nostra professione.

Lei ha scattato la prima fotografia.

Lei ha permesso alle idee e alla sperimentazione di diventare immagini concrete.

Lei ci ha permesso di poterci evolvere professionalmente, rendendoci protagonisti nello scenario sanitario mondiale.

Spero di poter continuare a scattare altre numerose foto durante la mia crescita professionale. Solo vedendo ciò che faccio e studiando quello che non so, ho la possibilità di rimanere al passo con i tempi. 

Vi auguro il meglio, care colleghe e cari colleghi, sempre. Dott. Silvano Biagiola.

 

Foto di Maurice Engelen

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