Migliorare la comunicazione sanitaria per ridurre le riammissioni ospedaliere evitabili

comunicazione sanitaria

Le riammissioni ospedaliere rappresentano una problematica sanitaria di crescente rilevanza su scala globale, con impatti significativi sia sulla salute dei pazienti sia sulla sostenibilità dei sistemi sanitari.

Comprendere la portata di questo fenomeno e le sue cause profonde è il primo passo per sviluppare strategie di intervento efficaci.

Definire il problema: portata, costi e impatto sui pazienti

L'incidenza delle riammissioni ospedaliere è notevole: a livello mondiale, si stima che il 5% dei pazienti venga riammesso entro 30 giorni dalla dimissione, generando costi per circa 17 miliardi di dollari USA ogni anno. Questa cifra sottolinea l'enorme pressione finanziaria esercitata sui sistemi sanitari. È cruciale evidenziare che una porzione considerevole di queste riammissioni, stimata al 27%, è considerata evitabile qualora i pazienti e le loro famiglie disponessero di una migliore comprensione delle proprie condizioni e di un follow-up adeguato.1

Negli Stati Uniti, i dati del programma Medicare indicano che il 15% dei pazienti dimessi viene riammesso entro 30 giorni, e una su quattro di queste riammissioni è potenzialmente prevenibile.2 Il costo annuale delle riammissioni non pianificate negli Stati Uniti è stimato intorno ai 20 miliardi di dollari.3

Oltre all'onere economico, bisogna considerare il costo umano: le riammissioni impattano negativamente sul benessere del paziente, possono portare a un aumento della morbilità, generano un carico psicologico significativo per i pazienti e le loro famiglie 4, e contribuiscono alla percezione di una scarsa qualità dell'assistenza ricevuta.2 L'Agenzia per la Ricerca e la Qualità in Sanità (AHRQ) degli Stati Uniti e altre istituzioni confermano che la riduzione delle riammissioni è una priorità nazionale, data la sua implicazione sui costi e sulla qualità delle cure.5

Il fatto che una percentuale così elevata di riammissioni sia classificata come "evitabile" o "prevenibile" attraverso una migliore comprensione 1 non indica semplicemente una progressione ineluttabile della malattia, ma suggerisce piuttosto una carenza sistemica nella preparazione dei pazienti all'autogestione della propria salute. Questa constatazione apre importanti prospettive per il miglioramento della qualità, concentrandosi sull'empowerment del paziente e sulla sua capacità di comprensione, spostando così l'attenzione da fattori puramente clinici a fattori legati ai processi e alla comunicazione.

L'interruzione della comunicazione alla dimissione: un colpevole primario

Le carenze nell'educazione del paziente e nella comunicazione al momento della dimissione ospedaliera sono fortemente associate a un rischio più elevato di fallimento terapeutico, riammissione in ospedale 2 e persino a un aumento della mortalità.3

Spesso i pazienti non comprendono o non ricordano le complesse informazioni mediche fornite al momento della dimissione, il che porta a confusione, interpretazioni errate e una gestione inadeguata dei regimi terapeutici.3 Studi indicano che il 40-80% delle informazioni mediche fornite dai medici viene dimenticato immediatamente, e quasi la metà di ciò che viene ricordato è errato.8

Pratiche di dimissione inefficaci e una scarsa comunicazione di follow-up sono identificate come problemi.1 Questa interruzione comunicativa rappresenta un fattore modificabile chiave. L'enfasi costante da parte di molteplici fonti 1 sulle riammissioni come problema costoso e spesso prevenibile suggerisce un consenso crescente e un'urgenza tra ricercatori, operatori sanitari e responsabili politici nell'affrontare questa problematica, passando dalla semplice presa d'atto a strategie di intervento attive.

Questa convergenza di attenzione indica che il problema ha raggiunto una massa critica, spingendolo in cima all'agenda politica e di ricerca, probabilmente a causa sia delle preoccupazioni per la sicurezza dei pazienti sia per l'escalation dei costi sanitari.

Analisi dell'editoriale: "effective health communication to reduce avoidable readmission: enhancing understanding for patients and families" di coyne & dieperink (2025)

L'editoriale di Elisabeth Coyne e Karin B. Dieperink, pubblicato sulla rivista Nursing Open 10, si inserisce in questo contesto problematico, proponendo la comunicazione sanitaria efficace come strumento cardine per la riduzione delle riammissioni ospedaliere evitabili.

Argomentazioni centrali e scopo

L'articolo di Coyne e Dieperink (DOI: 10.1002/nop2.70187) sostiene il ruolo cruciale di una comunicazione sanitaria efficace nel ridurre le riammissioni ospedaliere che potrebbero essere evitate.1

Lo scopo principale dell'editoriale è esplorare strategie comunicative volte a migliorare la comprensione da parte dei pazienti e delle loro famiglie, consentendo così una migliore autogestione della salute a domicilio e, di conseguenza, una diminuzione delle riammissioni non necessarie.1

Viene sottolineato dalle autrici è che la comunicazione in ambito sanitario deve trascendere il semplice trasferimento di informazioni; deve assicurare che il destinatario comprenda e, soprattutto, sia in grado di utilizzare tali informazioni.1 Questo passaggio da una mera "fornitura di informazioni" a un processo che "assicura la comprensione" segnala un cambiamento di paradigma verso un modello di cura più collaborativo e centrato sul paziente, in cui la responsabilità della comprensione è condivisa e non ricade unicamente sul paziente.

Temi chiave evidenziati da coyne & dieperink

L'editoriale sviluppa diverse tematiche interconnesse:

  • Comunicazione personalizzata: viene enfatizzata la necessità di una comunicazione adattata alle esigenze individuali del paziente e della famiglia, tenendo conto delle loro risposte, stili comunicativi e background culturali.1 Le autrici osservano che gli operatori sanitari tendono spesso a sovrastimare il livello di comprensione dei pazienti.1
  • Alfabetizzazione sanitaria (Health Literacy): un focus significativo è posto sull'alfabetizzazione sanitaria, definita come la capacità di accedere, comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie per prendere decisioni consapevoli. Le autrici rilevano che i livelli di alfabetizzazione sanitaria sono frequentemente più bassi del previsto e sono correlati ai determinanti sociali della salute.1
  • Coinvolgimento familiare: viene sottolineato il ruolo della famiglia nella comprensione delle informazioni sanitarie e nella partecipazione ai processi decisionali. Una comunicazione aperta all'interno del nucleo familiare è correlata a un maggiore coinvolgimento con i professionisti sanitari.1
  • Strategie pratiche: l'editoriale suggerisce approcci concreti, come dedicare tempo a sedersi con le famiglie, chiedere cosa desiderano sapere, utilizzare formati informativi diversificati (orali, scritti, video), identificare i momenti "insegnabili" durante il percorso di cura e impiegare la tecnica del "teach-back".1

L'appello all'azione contenuto nell'editoriale, pubblicato su una rivista infermieristica (Nursing Open 10), evidenzia implicitamente il ruolo cardine del personale infermieristico nell'educazione del paziente e nella pianificazione della dimissione.

Gli infermieri sono spesso in prima linea nell'interazione con il paziente e si trovano nella posizione ideale per implementare molte delle strategie comunicative suggerite, come passare tempo con le famiglie, utilizzare il teach-back e valutare la comprensione.1

Sebbene anche i medici siano figure chiave, gli infermieri hanno frequentemente un contatto più prolungato e una maggiore responsabilità per gli aspetti educativi della dimissione. Pertanto, potenziare e formare il personale infermieristico in queste abilità comunicative rappresenta una leva critica per ridurre le riammissioni.

L'elemento cardine: l'alfabetizzazione sanitaria nella comprensione e negli esiti per il paziente

L'alfabetizzazione sanitaria emerge come un fattore determinante per la capacità dei pazienti di comprendere le informazioni relative alla propria salute e, di conseguenza, per gli esiti delle cure.

Definire l'alfabetizzazione sanitaria: prospettive in evoluzione

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l'alfabetizzazione sanitaria come "le conoscenze personali e le competenze... per accedere, comprendere, valutare e utilizzare informazioni e servizi in modi che promuovono e mantengono una buona salute".14 Questa definizione sottolinea un processo attivo da parte dell'individuo.

Le definizioni di Healthy People 2030, un'iniziativa statunitense, distinguono ulteriormente tra:

  • Alfabetizzazione sanitaria personale: "il grado in cui gli individui hanno la capacità di trovare, comprendere e utilizzare informazioni e servizi per informare decisioni e azioni relative alla salute per sé e per gli altri".17 Questa definizione pone l'accento sull'uso e sull'azione.
  • Alfabetizzazione sanitaria organizzativa: "il grado in cui le organizzazioni consentono equamente agli individui di trovare, comprendere e utilizzare informazioni e servizi...".17 Questo concetto cruciale evidenzia la responsabilità del sistema sanitario nel facilitare la comprensione. Si osserva un'evoluzione rispetto a definizioni precedenti, che si concentravano maggiormente sulla capacità di "ottenere, elaborare e comprendere" 17, verso un approccio più orientato all'azione e alla responsabilità condivisa. Altre definizioni, come quella del CDC 19 e dell'IOM (Institute of Medicine) 20, convergono su questi concetti.
La pervasività e l'impatto della bassa alfabetizzazione sanitaria

I dati sulla prevalenza della bassa alfabetizzazione sanitaria sono allarmanti. Ad esempio, solo il 12% degli adulti statunitensi possiede un'alfabetizzazione sanitaria proficient, il che significa che l'88% presenta livelli inferiori.19 A livello globale, si stima che quattro adulti su dieci abbiano difficoltà a comprendere i contenuti sanitari.1

L'impatto di una bassa alfabetizzazione sanitaria è profondo e multiforme:

  • Peggiori esiti di salute: è associata a una salute generale peggiore, a un aumento della mortalità (specialmente negli anziani) e a un controllo più scarso delle malattie croniche come il diabete.20 I pazienti con bassa alfabetizzazione sanitaria hanno una probabilità da 1.5 a 3 volte maggiore di sperimentare esiti negativi.23
  • Mancata aderenza terapeutica: la difficoltà a comprendere le etichette dei farmaci e le istruzioni porta a errori, uso improprio e mancata aderenza.1 Oltre la metà della popolazione incontra difficoltà con le etichette dei farmaci.1
  • Aumento dell'utilizzo e dei costi sanitari: si registrano tassi più elevati di ospedalizzazioni, visite al pronto soccorso e riammissioni.19 Si stima che la bassa alfabetizzazione sanitaria costi al sistema sanitario statunitense tra i 106 e i 238 miliardi di dollari all'anno.22 I beneficiari di Medicare con un'alfabetizzazione sanitaria più elevata presentano il 26% in meno di ospedalizzazioni evitabili e il 9% in meno di riammissioni.19
  • Barriere all'accesso alle cure: difficoltà a navigare nel sistema sanitario, a comprendere le istruzioni mediche e un sottoutilizzo dei servizi preventivi.20

La chiara catena causale che va dalla bassa alfabetizzazione sanitaria personale alla difficoltà di comprensione delle informazioni/istruzioni sanitarie, agli errori terapeutici/scarsa autogestione, agli eventi sanitari avversi, all'aumento delle riammissioni ospedaliere e, infine, ai maggiori costi sanitari 1 dimostra come l'alfabetizzazione sanitaria non sia una questione marginale, bensì un fattore a monte che influenza gli esiti e i costi a valle.

Interventi mirati all'alfabetizzazione sanitaria all'inizio di questa catena possono quindi avere effetti positivi a cascata sull'intera esperienza sanitaria e sui costi del sistema.

La tabella seguente illustra l'impatto multisfaccettato della bassa alfabetizzazione sanitaria:

Tabella 2: l'impatto multisfaccettato della bassa alfabetizzazione sanitaria
Dominio d'Impatto Conseguenza specifica Dato/statistica di supporto Fonti documentali
Comprensione informazioni Mmediche Fraintende le istruzioni, difficoltà con termini medici 4 adulti su 10 globalmente faticano a comprendere contenuti sanitari 1
Aderenza terapeutica Tassi di errore più elevati, incomprensione etichette farmaci Oltre metà popolazione fatica con etichette farmaci 1
Gestione malattie croniche Peggior controllo glicemico (diabete), più complicazioni Pazienti diabetici con bassa HS hanno peggior controllo glicemico 20
Utilizzo risorse sanitarie Aumento visite PS, riammissioni, ospedalizzazioni 26% meno ricoveri evitabili (Medicare, alta HS) 19
Costi sanitari Miliardi di costi annuali aggiuntivi 106-238 miliardi USD/anno (USA) 22
Esiti di salute generali Salute generale peggiore, aumento mortalità (anziani) 1.5-3 volte più probabilità di esiti avversi 22

 

Alfabetizzazione sanitaria, determinanti sociali e necessità di screening

Esiste un legame consolidato tra alfabetizzazione sanitaria e determinanti sociali della salute, quali lo stato socioeconomico, il livello di istruzione, la cultura, la lingua parlata a casa e l'appartenenza etnica.1 L'alfabetizzazione sanitaria si rivela un predittore dello stato di salute più forte del reddito, dello stato occupazionale, del livello di istruzione o del gruppo razziale/etnico.14

Nonostante l'evidenza schiacciante della prevalenza della bassa alfabetizzazione sanitaria (l'88% degli adulti statunitensi ha livelli non proficient 19) e dei suoi gravi impatti, l'uso routinario di strumenti formali di screening dell'alfabetizzazione sanitaria da parte degli operatori è raro.1 Questa lacuna rappresenta una significativa opportunità mancata per una comunicazione mirata e per il miglioramento degli esiti per i pazienti. Gli operatori sanitari, infatti, raramente utilizzano strumenti formali per valutare l'alfabetizzazione dei pazienti, affidandosi spesso a supposizioni o all'istinto, che possono rivelarsi imprecisi.1

Diventa quindi imperativo promuovere l'uso di strumenti di screening dell'alfabetizzazione sanitaria, come gli screener a singolo item (ad esempio, "Quanto spesso ha bisogno che qualcuno La aiuti a leggere istruzioni, opuscoli o altro materiale scritto?" 1) o strumenti come il Brief Health Literacy Screener o il Newest Vital Sign 1, per personalizzare le informazioni in modo più efficace. La formalizzazione del concetto di "alfabetizzazione sanitaria organizzativa" 17 sposta parzialmente l'onere di una comunicazione chiara sui sistemi sanitari stessi.

Ciò suggerisce un futuro in cui le organizzazioni saranno sempre più valutate e ritenute responsabili della loro capacità di facilitare la comprensione da parte dei pazienti, superando la tendenza a colpevolizzare gli individui per la loro "bassa alfabetizzazione".

Colmare il divario comunicativo: strategie basate sull'evidenza

Una volta compresa la portata del problema delle riammissioni e il ruolo centrale dell'alfabetizzazione sanitaria, è essenziale esplorare le strategie comunicative che possono effettivamente migliorare la comprensione del paziente e, di conseguenza, gli esiti.

Superare la semplice fornitura di informazioni per garantire la comprensione

Come sottolineato nell'editoriale di Coyne e Dieperink, una comunicazione efficace deve mirare a garantire che il destinatario non solo riceva, ma comprenda e sia in grado di utilizzare le informazioni.1 Le revisioni sistematiche della letteratura confermano questa prospettiva: gli interventi comunicativi al momento della dimissione sono significativamente associati a tassi di riammissione più bassi, maggiore aderenza terapeutica e maggiore soddisfazione del paziente.2

Una meta-analisi, ad esempio, ha mostrato un Rapporto di Rischio (RR) di 0.69 per le riammissioni in seguito a interventi comunicativi.3

Affrontare il problema comune per cui gli operatori sanitari sovrastimano la comprensione dei pazienti 1 e, parallelamente, i pazienti tendono a dichiarare di aver capito anche quando non è così, spesso per imbarazzo o per non voler apparire poco collaborativi.26

Elementi fondamentali di una comunicazione efficace paziente-operatore

Diversi elementi concorrono a creare una comunicazione efficace:

  • Linguaggio chiaro e semplice: evitare il gergo medico, utilizzare frasi brevi e semplici, e suddividere le informazioni complesse in segmenti più piccoli e gestibili.1 Le informazioni dovrebbero essere adattate a un livello di alfabetizzazione appropriato (ad esempio, un livello di scolarizzazione di terza media per gli adulti 29).
  • Sensibilità culturale e personalizzazione: adattare la comunicazione al background culturale del paziente, alle sue credenze sulla salute e alle sue preferenze linguistiche.1 Ciò include la fornitura di servizi di interpretariato per i pazienti con limitata conoscenza della lingua inglese.5
  • Coinvolgimento del paziente e decisioni condivise: coinvolgere attivamente i pazienti nella propria cura, affrontare le loro preoccupazioni e invitarli a porre domande.31 I pazienti che si sentono ascoltati attentamente hanno minori probabilità di essere riammessi.32 Gli obiettivi di Healthy People 2030 includono l'aumento della percentuale di operatori che verificano la comprensione e coinvolgono i pazienti nelle decisioni.17
  • Empatia e costruzione della fiducia: stabilire una relazione di fiducia in cui i pazienti si sentano a proprio agio nell'ammettere eventuali confusioni o dubbi.31
  • Utilizzo di formati multipli: integrare le informazioni verbali con materiali scritti, diagrammi, video o altre risorse visive.1

La combinazione di queste strategie comunicative (ad esempio, linguaggio semplice + teach-back + coinvolgimento familiare + supporti scritti) ha probabilmente un effetto sinergico nel migliorare la comprensione del paziente e ridurre le riammissioni, superiore a quello di una singola strategia isolata.

L'editoriale di Coyne e Dieperink 1 suggerisce un approccio multiforme, e le revisioni sistematiche 2 spesso valutano "interventi comunicativi" che sono tipicamente pacchetti di strategie. Questo approccio stratificato risponde a diverse esigenze di apprendimento e rafforza le informazioni attraverso canali multipli, portando a un impatto più robusto.

Il ruolo cruciale dei familiari e dei caregiver

L'editoriale di Coyne e Dieperink 1 pone una forte enfasi sul miglioramento della comprensione non solo per i pazienti ma anche per le loro famiglie. I familiari svolgono spesso un ruolo vitale nell'assistenza post-dimissione, nella gestione dei farmaci e nel processo decisionale. Una comunicazione aperta all'interno del nucleo familiare è positivamente correlata a un migliore impegno con i professionisti sanitari.1

Le strategie dovrebbero quindi includere il coinvolgimento attivo dei familiari (con il consenso del paziente) nell'educazione alla dimissione, nelle sessioni di teach-back e nella pianificazione dell'assistenza.1 Questo approccio riconosce la famiglia come una risorsa spesso sottoutilizzata ma importanti per migliorare gli esiti del paziente.

Tuttavia, nonostante l'evidenza supporti queste strategie comunicative, barriere dal lato dell'operatore, come vincoli di tempo, mancanza di formazione in competenze comunicative avanzate e abitudini comunicative radicate, possono ostacolarne l'adozione diffusa.27 La necessità stessa di editoriali 1 e di toolkit come quelli dell'AHRQ 30 implica che la pratica corrente è spesso subottimale. Pertanto, la semplice conoscenza delle strategie non è sufficiente; è cruciale affrontare le barriere all'implementazione per gli operatori.

La tabella seguente riassume alcuni interventi comunicativi basati sull'evidenza e il loro impatto:

Tabella 3: interventi comunicativi basati sull'evidenza e loro impatto

Tipo di Intervento Caratteristiche chiave Impatto segnalato sulle riammissioni (es. RR) Impatto Segnalato su altri esiti (es. Aderenza, Soddisfazione) Fonti documentali
Educazione Completa alla Dimissione Piani di dimissione personalizzati, istruzioni chiare, follow-up programmato Riduzione significativa (RR 0.69 in meta-analisi per interventi comunicativi) Migliore aderenza terapeutica, maggiore soddisfazione del paziente 2
Consulenza Farmacologica Guidata dal Farmacista Revisione farmaci, colloquio con paziente, riconciliazione farmacologica, consulenza alla dimissione Alcuni studi mostrano riduzione riammissioni Migliore comprensione dei farmaci, potenziale aumento aderenza 2
Metodo "Teach-Back" Chiedere al paziente di ripetere le istruzioni con parole proprie, verificare la comprensione, re-insegnare se necessario Riduzione 30% riammissioni (pazienti cardiovasc.) 1; componente di successo Migliore conoscenza della malattia, maggiore comprensione farmaci, migliore autogestione 1
Follow-up Telefonico Post-Dimissione Contatto proattivo per verificare condizioni, rispondere a domande, rinforzare istruzioni Associato a riduzione riammissioni in alcuni contesti Può migliorare la continuità assistenziale e la soddisfazione del paziente 2 (come parte di interventi più ampi)
Interventi mHealth (es. SMS, app) Promemoria, messaggi educativi/motivazionali, monitoraggio remoto Alcuni studi mHealth mostrano riduzione significativa riammissioni Migliore aderenza, gestione malattie croniche 4
Una comunicazione efficace non riguarda solo il trasferimento di informazioni; è fondamentalmente una questione di empowerment del paziente. Quando i pazienti comprendono la propria condizione e il trattamento, sono meglio equipaggiati per partecipare a decisioni condivise e all'autogestione, portando a una migliore aderenza e a migliori esiti.[31, 32]

Il metodo "teach-back": una pietra angolare dell'educazione efficace del paziente

Tra le varie strategie comunicative, il metodo "teach-back" si distingue per la sua semplicità concettuale e la sua comprovata efficacia nel colmare il divario di comprensione tra operatori sanitari e pazienti.

Principi e definizione

Il metodo teach-back consiste nel chiedere ai pazienti (o ai loro familiari/caregiver) di spiegare con parole proprie ciò che devono sapere o fare riguardo alla loro salute.26 È un modo per confermare che l'operatore ha spiegato le informazioni in modo chiaro e per valutare la comprensione del paziente. È importante sottolineare che non si tratta di un test delle conoscenze del paziente, ma di una verifica di quanto bene l'operatore sia riuscito a comunicare.26

Questo metodo è un intervento basato sull'evidenza per l'alfabetizzazione sanitaria che promuove il coinvolgimento del paziente, la sicurezza, l'aderenza terapeutica e la qualità delle cure.26 Può essere utilizzato per spiegare istruzioni sui farmaci, nuove diagnosi, test di follow-up, cambiamenti comportamentali raccomandati, opzioni di trattamento, piani terapeutici, o per chiarire una diagnosi esistente a familiari o caregiver.26 L'editoriale di Coyne e Dieperink lo raccomanda esplicitamente.1

Applicazione pratica: le 5 "T" e altre tecniche

Un approccio pratico per implementare il teach-back è quello del "chunk and check": fornire piccole quantità di informazioni ("chunk") e poi verificare la comprensione ("check") utilizzando il teach-back prima di procedere.28

Il metodo delle 5 "T" del Teach-Back, sviluppato da Kathryn Anderson e il suo team, offre un approccio strutturato 28:

  • Triage (selezione): concentrarsi su uno-tre argomenti più importanti da trattare ed educare.
  • Tools (strumenti): utilizzare un linguaggio semplice, disegni, modelli o altri ausili visivi.
  • Take responsibility (assumersi la responsabilità): inquadrare la verifica come un modo per controllare la propria chiarezza espositiva ("Voglio assicurarmi di aver spiegato bene...").
  • Tell me (dimmi): invitare i pazienti a spiegare con parole proprie ciò che hanno capito.
  • Try again (riprova): se il paziente non ha compreso correttamente, l'operatore deve spiegare nuovamente l'informazione, modificando l'approccio per renderlo più chiaro, e poi riverificare.
  • Altri suggerimenti pratici includono l'uso di domande aperte (evitando quelle che prevedono risposte sì/no), chiedere ai pazienti di dimostrare azioni specifiche (ad esempio, come usare un inalatore) e creare un ambiente privo di giudizio o imbarazzo, in cui il paziente si senta sicuro di esprimere dubbi.9 L'efficacia del metodo teach-back potrebbe derivare non solo dalla verifica della comprensione, ma anche dall'impatto psicologico della verbalizzazione delle informazioni, che può migliorare la ritenzione mnemonica e il senso di "proprietà" del paziente rispetto al piano di cura.27 L'atto di articolare richiede un'elaborazione più profonda rispetto all'ascolto passivo, trasformando il paziente da ricevente passivo a partecipante attivo.
Evidenze di efficacia e approvazioni

Il teach-back è associato a una maggiore conoscenza, una migliore aderenza ai regimi medici, migliori esiti per i pazienti (ad esempio, un miglior controllo glicemico nei pazienti diabetici) e una maggiore sicurezza del paziente.27 Studi dimostrano che può migliorare la comprensione dei farmaci 9 e la conoscenza della diagnosi e dei segnali che indicano la necessità di tornare al pronto soccorso.9

Alcuni studi indicano che l'educazione "teach-back" guidata da infermieri ha ridotto le riammissioni ospedaliere evitabili del 30% nei pazienti con malattie cardiovascolari.1 Revisioni sistematiche includono il teach-back come componente di interventi di successo per ridurre le riammissioni.4 Il metodo è approvato da importanti organizzazioni sanitarie come AHRQ, Institute for Healthcare Improvement (IHI), The Joint Commission, American Academy of Family Physicians e altre.9

Nonostante le evidenze e le approvazioni, il teach-back è ancora sottoutilizzato dai clinici.27 Questa discrepanza suggerisce che la sola formazione individuale degli operatori potrebbe non essere sufficiente. Cambiamenti a livello di sistema, come l'integrazione di prompt per il teach-back nei flussi di lavoro delle cartelle cliniche elettroniche, l'assegnazione di tempo specifico per questa pratica durante la dimissione e la sua inclusione come metrica di performance, potrebbero essere necessari per una più ampia adozione.

Il passo "Try Again" (Riprova) nelle 5 "T" 28 inquadra il teach-back non come una verifica una tantum, ma come un ciclo iterativo di miglioramento della qualità della comunicazione: se il paziente non capisce, l'operatore modifica il proprio approccio, riflettendo un impegno a raggiungere la comprensione.

Sfruttare la tecnologia per un dialogo potenziato paziente-operatore

Le tecnologie digitali offrono strumenti promettenti per migliorare la comunicazione sanitaria, l'educazione del paziente e, potenzialmente, per ridurre le riammissioni ospedaliere.

Il panorama in evoluzione della comunicazione sanitaria digitale

La tecnologia sta ridefinendo il modo in cui pazienti e operatori comunicano e ottengono informazioni sulla salute.29 La sanità digitale comprende un'ampia gamma di tecnologie, tra cui la salute mobile (mHealth), l'informatica sanitaria (Health IT), i dispositivi indossabili, la telemedicina e la medicina personalizzata.29

Tuttavia, persiste una disconnessione: le informazioni cliniche e la comprensione del paziente sono spesso scollegate. I materiali educativi forniti ai pazienti possono essere obsoleti, generici e non direttamente collegati agli strumenti basati sull'evidenza utilizzati dai clinici per prendere decisioni.8 Questo divario può minare la fiducia e ostacolare l'alfabetizzazione sanitaria.

Strumenti tecnologici chiave e loro applicazioni

Numerosi strumenti tecnologici possono supportare una comunicazione più efficace:

  • Cartelle Cliniche Elettroniche (EHR): Possono essere utilizzate per integrare materiali educativi per i pazienti direttamente collegati alle linee guida cliniche, creando una "voce unificata".8 Le EHR migliorano la gestione dei dati e il coordinamento delle cure.34
  • Portali paziente: forniscono ai pazienti accesso diretto alle proprie informazioni sanitarie, ai risultati dei test, alla pianificazione degli appuntamenti e a sistemi di messaggistica sicura con gli operatori, promuovendo il coinvolgimento.34 Healthy People 2030 mira ad aumentare la percentuale di persone che ritengono facile da capire la propria cartella clinica online.17
  • Telemedicina e visite virtuali: offrono consulenze a distanza, migliorando l'accesso alle cure, specialmente per pazienti in aree rurali o con mobilità ridotta. Possono essere utilizzate per follow-up ed educazione.34
  • App mHealth e dispositivi indossabili: possono supportare l'autogestione, monitorare i parametri vitali, inviare promemoria per farmaci e attività fisica, e fornire contenuti educativi.4 Interventi mHealth (ad es. messaggistica SMS) hanno mostrato benefici in varie condizioni e per l'aderenza terapeutica.4

Intelligenza Artificiale (IA), Chatbot, Elaborazione del Linguaggio Naturale (NLP), Realtà Aumentata (AR)/Realtà Virtuale (VR):

Strumenti basati sull'IA possono personalizzare le informazioni per operatori sanitari e pazienti; i chatbot IA possono aumentare l'aderenza e il coinvolgimento del paziente.37 La NLP può estrarre informazioni utili da testi clinici e migliorare le interazioni con i pazienti tramite chatbot.37

AR/VR possono essere impiegate per l'educazione del paziente (ad es. comprensione di condizioni/trattamenti) e per la formazione medica.37

Messaggistica SMS: Efficace per promemoria, messaggi motivazionali e contenuti educativi, con alti tassi di apertura.29

Sebbene la tecnologia aumenti l'accesso alle informazioni sanitarie, può anche portare a un sovraccarico informativo o all'esposizione a disinformazione, confondendo potenzialmente i pazienti con bassa eHealth literacy. Pertanto, risorse digitali curate e approvate dagli operatori sanitari sono fondamentali; infatti, il 77% dei pazienti cerca contenuti sanitari e di benessere revisionati da clinici, nonostante la pletora di informazioni disponibili online.8

Benefici, sfide e importanza dell'ehealth literacy

L'adozione di queste tecnologie comporta numerosi benefici: migliore accesso alle informazioni, maggiore coinvolgimento del paziente, migliore autogestione, potenziale per un'educazione personalizzata, monitoraggio continuo e possibile riduzione dei costi.29

Tuttavia, emergono anche delle sfide: il divario digitale (accesso iniquo a tecnologia e internet), la necessità di un'adeguata eHealth literacy (alfabetizzazione sanitaria digitale) 18, preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza dei dati (la tecnologia Blockchain è proposta come una soluzione 37), il rischio di disinformazione se le fonti non sono controllate, e la possibilità che gli strumenti siano mal progettati o poco intuitivi.

L'eHealth Literacy è definita come la capacità di cercare, trovare, comprendere e valutare le informazioni sanitarie da fonti elettroniche e applicare tale conoscenza. Bassi livelli di eHealth literacy possono costituire una barriera significativa all'uso efficace di queste tecnologie.18

La tecnologia può potenziare, ma non sostituire completamente, l'interazione umana e la comunicazione empatica, specialmente per informazioni complesse o sensibili. Gli approcci più efficaci probabilmente combineranno la tecnologia con una comunicazione interpersonale qualificata. Inoltre, la spinta verso soluzioni sanitarie digitali deve affrontare attivamente il divario digitale e i diversi livelli di eHealth literacy 18 per evitare di esacerbare le disparità sanitarie esistenti. Le soluzioni devono essere inclusive e offrire alternative non digitali.

Imperativi sistemici: interventi a livello organizzativo e politico

Per affrontare efficacemente il problema delle riammissioni evitabili e migliorare la comunicazione sanitaria, sono necessari interventi che vadano oltre il singolo operatore, coinvolgendo le organizzazioni sanitarie e le politiche di salute pubblica.

Il ruolo delle organizzazioni sanitarie: promuovere una cultura della comunicazione chiara

È fondamentale il concetto di alfabetizzazione sanitaria organizzativa, ovvero la responsabilità delle organizzazioni di consentire equamente agli individui di trovare, comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie.17 Le organizzazioni sanitarie possono adottare diverse iniziative e strumenti, molti dei quali promossi dall'AHRQ:

  • Toolkit Re-Engineered Discharge (RED): un approccio strutturato per migliorare i processi di dimissione, che ha dimostrato di ridurre le riammissioni e le visite al pronto soccorso.5 Include componenti come l'educazione del paziente, la pianificazione degli appuntamenti di follow-up e la riconciliazione farmacologica, con una guida specifica per popolazioni eterogenee.30
  • TeamSTEPPS®: un sistema di lavoro di squadra basato sull'evidenza per migliorare le capacità di comunicazione e collaborazione tra i professionisti sanitari.39
  • Comprehensive Unit-based Safety Program (CUSP): un programma che combina le migliori pratiche cliniche con la scienza della sicurezza, il miglioramento della cultura della sicurezza e il lavoro di squadra.5

L'AHRQ supporta anche la ricerca sulle transizioni di cura e fornisce risorse come la guida "Taking Care of Myself: A Guide for When I Leave the Hospital".6

Gli ospedali devono collaborare con i fornitori di assistenza ambulatoriale per migliorare la comunicazione e sviluppare programmi completi.40 Spesso, la consapevolezza dei medici riguardo alle riammissioni dei propri pazienti è bassa e la comunicazione tra i diversi team di cura può essere carente.41

Sebbene incentivi come il programma HRRP di CMS 6 spingano alla riduzione delle riammissioni, l'investimento necessario per programmi di comunicazione completi (personale formato, tecnologia, tempo) potrebbe non essere pienamente coperto o prioritario se dominano pressioni finanziarie a breve termine. Il costo reale del non investire in questi programmi (visibile nelle riammissioni evitabili e nei cattivi esiti 1) deve essere attentamente ponderato rispetto ai costi iniziali.

Formazione dei professionisti sanitari

È cruciale investire nella formazione dei professionisti sanitari su comunicazione efficace, competenza culturale e pratiche sensibili all'alfabetizzazione sanitaria.1 Programmi come CUSP e TeamSTEPPS dell'AHRQ includono componenti formative 5, e il toolkit RED fornisce indicazioni sulla formazione degli educatori alla dimissione.30 Anche l'OMS supporta la formazione per lo sviluppo delle capacità al fine di promuovere l'alfabetizzazione sanitaria.14

L'implementazione efficace di strumenti come RED o TeamSTEPPS richiede più della semplice adozione di un toolkit; necessita di un cambiamento culturale fondamentale all'interno dell'organizzazione verso la prioritizzazione della comunicazione centrata sul paziente, della sicurezza e del lavoro di squadra interdisciplinare.

Iniziative politiche e approcci di sanità pubblica

Le politiche sanitarie nazionali e internazionali giocano un ruolo chiave. Obiettivi nazionali come quelli di Healthy People 2030 includono il miglioramento della comunicazione medico-paziente, il coinvolgimento del paziente e l'alfabetizzazione sanitaria.17 L'OMS promuove l'alfabetizzazione sanitaria a livello globale, supportando gli stati membri nella valutazione, nel monitoraggio e nello sviluppo delle capacità.14

Programmi come l'Hospital Readmissions Reduction Program (HRRP) dei Centers for Medicare & Medicaid Services (CMS) negli USA penalizzano finanziariamente gli ospedali con tassi di riammissione eccessivi, spingendo le organizzazioni a concentrarsi su questo problema.2 Le politiche dovrebbero inoltre sostenere la regolamentazione dell'ambiente informativo per garantire l'accesso a informazioni affidabili.14

L'alfabetizzazione sanitaria personale, l'alfabetizzazione sanitaria organizzativa, la formazione professionale e politiche pubbliche di supporto sono interconnesse e si rafforzano reciprocamente. I progressi in un'area supportano i progressi nelle altre, creando un circolo virtuoso essenziale per un miglioramento diffuso e sostenibile.

Tracciare la via da seguire: raccomandazioni per un futuro orientato all'alfabetizzazione sanitaria

Sulla base dell'analisi dell'editoriale di Coyne e Dieperink e delle più ampie evidenze scientifiche, è possibile delineare una serie di raccomandazioni per migliorare la comunicazione sanitaria e ridurre le riammissioni ospedaliere evitabili.

Sintesi delle strategie chiave per operatori e istituzioni sanitarie
Per gli operatori sanitari:
  • Dare priorità a una comunicazione chiara, empatica e personalizzata.
  • Utilizzare routinariamente il metodo "teach-back" per verificare la comprensione.
  • Coinvolgere attivamente pazienti e famiglie nei processi decisionali condivisi.
  • Essere consapevoli dei diversi livelli di alfabetizzazione sanitaria e adattare le informazioni di conseguenza.
  • Sfruttare le tecnologie disponibili per supportare l'educazione del paziente e il follow-up.
Per le istituzioni sanitarie:
  • Implementare programmi completi di pianificazione della dimissione, come il toolkit RED dell'AHRQ.30
  • Investire nella formazione continua del personale sulla comunicazione efficace, la competenza culturale e le pratiche sensibili all'alfabetizzazione sanitaria.
  • Promuovere una cultura organizzativa incentrata sulla sicurezza del paziente e sulla centralità della persona.
  • Integrare valutazioni dell'alfabetizzazione sanitaria nei flussi di lavoro clinico.
  • Fornire materiali educativi accessibili, in formati multipli e in diverse lingue.
  • Garantire una solida comunicazione interdipartimentale e un efficace coordinamento con i fornitori di assistenza post-dimissione.

La riduzione delle riammissioni evitabili attraverso una migliore comunicazione non è un problema risolvibile con un singolo intervento. Richiede un approccio olistico e multilivello che coinvolga le competenze individuali degli operatori, l'impegno organizzativo e la riprogettazione dei processi, l'integrazione tecnologica, il coinvolgimento attivo di pazienti e famiglie e politiche pubbliche di supporto.

L'imperativo della ricerca continua e dell'innovazione

È fondamentale proseguire la ricerca per identificare le strategie comunicative più efficaci per diverse popolazioni e contesti specifici. Ulteriori indagini sono necessarie sull'uso ottimale delle tecnologie emergenti (come IA e VR) nell'educazione del paziente e sul loro impatto sull'alfabetizzazione sanitaria e sugli esiti.

È altresì importante studiare come superare le barriere all'implementazione delle pratiche comunicative basate sull'evidenza negli ambienti clinici reali. L'esistenza di finanziamenti continui alla ricerca da parte di enti come l'AHRQ 5 e la natura evolutiva della tecnologia 29 sottolineano questa necessità.

Responsabilizzare pazienti e famiglie come partner attivi nell'assistenza.

L'obiettivo finale di ogni sforzo per migliorare la comunicazione sanitaria deve essere quello di responsabilizzare i pazienti e le loro famiglie, fornendo loro la comprensione e le competenze necessarie per gestire efficacemente la propria salute. È cruciale ribadire che l'alfabetizzazione sanitaria non riguarda solo le capacità individuali, ma anche la creazione di sistemi sanitari che siano facili da navigare e da comprendere.14

Raggiungere un sistema sanitario veramente orientato all'alfabetizzazione, che minimizzi le riammissioni evitabili, è un impegno a lungo termine che richiede dedizione costante, investimenti e un miglioramento continuo della qualità, piuttosto che progetti a breve termine.

La visione è quella di un sistema sanitario in cui la comunicazione chiara e la comprensione del paziente siano riconosciute come pilastri fondamentali di un'assistenza di alta qualità, contribuendo in modo significativo a ridurre il peso delle riammissioni ospedaliere evitabili e a migliorare la salute e il benessere di tutti.

 

Foto di cottonbro studio

 

L'articolo è stato scritto con Gemini Pro e le informazioni sono state verificate da un professionista.

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