CAPO 1: PRINCÍPI E VALORI PROFESSIONALI ART.5: QUESTIONI ETICHE
“L’infermiere si impegna nell’analisi delle questioni di natura etica e contribuisce al loro approfondimento. Si avvale del confronto con quanti sono coinvolti nella cura e ricorre alla consulenza etica, ivi compresa quella dell’Ordine. Riconosce l’importanza di una formazione continua in ambito etico, morale e deontologico”
Mi chiamo Silvano Biagiola e sono un infermiere.
Il capo 1 del nuovo codice deontologico è un insieme di potenti messaggi valoriali.
Mi ricordano i colori di un arcobaleno: vari, intensi, affascinanti. E questo articolo non fa eccezione. Rappresenta un’energica tonalità di colore, che arriva magari dopo che il cielo ha pianto lacrime dense di significato e passione. Un pò come la realtà quotidiana professionale: tanti momenti di forte intensità, sia fisica che emotiva, che possono far cadere delle lacrime all’interno dell’anima. Poi però, almeno nel mio caso, qualcosa mi accende l’interno e riesco a cogliere dei colori intensi, belli. E vedo l’arcobaleno.
Quest’anno, con questo nuovo codice, l’Ordine ha voluto approfondire molto questo articolo: viene esteso il concetto dell’etica, come fondamento essenziale per una crescita continua professionale e come base per un confronto giornaliero con tutti i colleghi.
Il concetto di etica trova le sue radici nella filosofia: studia il comportamento umano, sui valori che lo guidano e sulla distinzione tra bene e male.
E in questo articolo la tonalità di colore a mio avviso è molto intensa! Ciò che arriva è una disamina essenziale del comportamento da assumere durante la vita professionale: condivisione, formazione e pensiero critico. I tre colori che permettono alla mente di accendersi e di essere sempre attiva, per cercare il miglior modo di rapportarsi con la professione.
In questo passaggio, viene affrontato un argomento molto importante: il confronto con tutte le figure che si occupano dell’assistenza e della cura. Questo importante aspetto, in una realtà dinamica e caratterizzata anche da forti momenti stressogeni, aiuta molto a vedere i colori che caratterizzano l’ambiente professionale. Senza questa importante caratteristica, lo scenario quotidiano potrebbe essere sempre cupo, plumbeo, come un cielo durante un temporale.
Il discutere di questioni etiche, il porsi interrogativi se ciò che si sta facendo sia giusto o sbagliato, il cercare aiuto e condividere informazioni in merito all’assistenza, permette il manifestarsi dell’arcobaleno. Permette agli occhi, al cervello e all’anima, di godere dell’intensità dei colori, cogliendo nuove sfumature e permettendo alla mente di aprirsi ad altri scenari. In questo contesto, a mio avviso la formazione continua entra perfettamente nel meccanismo: è uno dei tasselli che contribuiscono al sistema di girare meglio.
I miei genitori sono stati insegnanti entrambi e probabilmente hanno lasciato nella mia mente delle radici molto profonde riguardo l’etica e la formazione. Ricordo con estrema nitidezza i racconti appassionati delle loro esperienze: mia madre era una maestra, quindi aveva a che fare con i più piccoli. E quante storie ci raccontava! Aneddoti, esperienze, confronti, curiosità... una tempesta di emozioni continue. Mi affascinavano tutte quelle vicende. Percepivo già tutti i colori che trasmettevano quelle storie. C’era il blu, , il viola, il verde, il bianco e il nero... E poi le sfumature: il grigio, l‘arancione... Crescendo e sperimentando la vita, sia professionale sia relazionale, ho capito che per me parlare di questioni etiche e di modi su come migliorare, mi aiutano a superare le tempeste che a volte si affaciano sull’orizzonte della mia esistenza. Potrei citarvi tantissimi esempi su come questi momenti mi hanno tirato fuori dall’impasse mentale ed emotivo.
Vi cito questo: aevamo appena eseguito una rianimazione cardiopolmonare su un paziente che era andato in asistolia. Fu un intervento molto faticoso, perchè siamo stati mezz’ora a massaggiare e a infondere farmaci. Alla fine eravamo stremati e purtroppo il paziente non ce l’ha fatta. Io mi sentivo giù, perchè nonostante la fatica e l’impegno l’esito fu sfavorevole. Allora chiesi al team di fare un debriefing post arresto. Tutti accettarono e ci mettemmo 5 minuti seduti a parlare dell’evento. Oltre alle questioni puramente tecniche, abbiamo parlato anche di etica e di come ci eravamo sentiti emotivamente. Fu fantastico: improvvisamente l’arcobaleno si mostrò in tutto il suo splendore. Mi sono sentito ascoltato, parte di un tutto, felice di poter condividere il mio interno con le persone che mi erano accanto in un momento decisamente intenso. Oggi sono grato per tutte queste esperienze di condivisione, di confronto e di crescita, perchè allenano la mia vista a vedere i colori e non ad incentrarsi sul temporale.
A volte mi arriva che questo aspetto della condivisione e della crescita collettiva venga meno nei contesti ospedalieri. E a volte faccio fatica anche io a condividere perchè vengo preso da paure, da risentimenti, da intenso stress.
Ma qui l’etica può aiutarmi. In che modo può favorire la mia crescita professionale? Come può questa potente parola intervenire sulla mia quotidianità? Quanto è in grado di tirarmi fuori dal grigiume e portarmi verso intensi colori?
Pormi queste domande mi aiuta ad avere un pensiero critico. Quindi so che tutte queste riflessioni mi portano verso intensi colori.
La professione infermieristica è tutto questo.
È il giallo del sole.
È l’azzurro del cielo.
È il verde degli alberi.
È il viola di alcuni tipi di mirtilli.
È il rosso del tramonto.
Tutto questo, è un gigantesco arcobaleno, che colpisce l’occhio rendendo l’anima serena.
Vi auguro il meglio care colleghe e cari colleghe, sempre Dott. Silvano Biagiola.
