Mi chiamo Silvano Biagiola e sono un infermiere,
A volte mi domando se tutta la formazione che ho ricevuto per diventare un professionista, i master universitari post laurea, i corsi, la magistrale, non siano stati per me dei mezzi per provare oggi più risentimento. Sono solo pensieri che arrivano quando mi ritrovo a dovermi scontrare con la realtà.
Ma so che comunque, per quello che riguarda me, la risposta a tutto ciò è un gigantesco NO. Studiare mi fa bene perchè mi fa essere consapevole e abitua la mia mente a ragionare e ricordare, non ad eseguire passivamente.
A volte mi sembra di essere come su un ring e il mio avversario è Tyson ai tempi d’oro: prendo tanti pugni e non ho le forze per reagire. Allora ecco a cosa penso serva lo studio: ad allenarmi e diventare più forte, in modo tale da affrontare anche le sfide che all’inizio sembrano impossibili e ìmpari.
Quando ho iniziato ad esercitare la professione, mi sono imbattuto spesso nella mia incapacità di fronteggiare situazioni emotivamente coinvolgenti.
Crescendo, sto capendo quanto sia importante per la mia salute mentale e fisica dare e ricevere RISPETTO, verso la mia persona e verso il mio lavoro. Invece spesso mi sono scontrato con i medici su questo: la pretesa da parte di alcun* di loro di comportarmi da servo piuttosto che da professionista e collaboratore.
Questa non vuole essere una critica alla classe medica, anzi... Tra di loro, ho conosciuto tantissime persone eccezionali, buone e collaborative.
Quello che noto, però, è ancora un atteggiamento generale di estrema paura e riverenza tra gli/le infermier*. Ecco, questo credo sia limitante per la nostra evoluzione, per la nostra crescita e per il nostro RISPETTO.
Da come la vedo io, la collaborazione tra professionist* eguaglia l’armonia e la bellezza del tramonto sul mare: il sole cala sull’acqua, generando colori meravigliosi che trasmettono poesia e tranquillità. Tutte le caratteristiche del paesaggio sono in simbiosi tra loro, rendendo lo scenario fantastico.
Sto cercando nella mia routine lavorativa di far si che io venga RISPETTATO e che io dia RISPETTO, a tutte e tutti, sempre e comunque: pazienti, medici, oss, amministrativ*, operatori e operatrici delle pulizie... Questo mi aiuta a far parte di un tutto, a rendere l’ambiente come un fantastico paesaggio che osservo dalla spiaggia al calar del sole.
Le leggi che ci tutelano su questo ci sono. E ormai, hanno trent’anni. Sono sicuro che possiamo migliorare la nostra condizione, se la nostra attitudine mentale si modifica e ci prendiamo quello che è nostro: RISPETTO e collaborazione.
Se mi si dà del lei, dò del lei. Se mi dai del tu, ti dò del tu. Se mi chiami per nome, allora ti chiamo per nome. Io non ho problemi se mi chiami Silvano e non dottore, anzi... Ma so di essere un laureato, esattamente come i medici.
Quindi, siccome lavoriamo assieme, chiamiamoci per nome e non io Silvano e il medico “dottore/dottoressa”. Io credo che le parole siano importanti, soprattutto per il RISPETTO e per la sensibilizzazione su alcuni argomenti.
Io amo il mio lavoro, amo collaborare con tutte e con tutti. E amo me stesso, quindi voglio essere rispettato e voglio rispettare il mondo che mi circonda.
Vi auguro il meglio, un caro saluto.
Dott. Silvano Biagiola, infermiere
