La sentenza è stata pubblicata nel 2015 ma ho avuto modo di vederla attraverso il post di un collega su Linkedin.
Leggendo la sentenza che la FNOMCEO ha condiviso il caso è surreale e l'infermiere aveva perso la pazienza e i punti di riferimento.
Ora, tutti i colleghi pensano a me non capiterà mai, ma se ti stesse capitando, sapresti fermarti?
Il caso
Durante un turno di notte in un ospedale di Udine, l'infermiere si trova davanti al suo assitito per posizionare il catetere vescicale.
L'assistito è un uomo anziano di 84 anni con ossigenoterapia in corso, dalla sentenza non è chiaro se il posizionamento ha una richiesta del medico o un'indicazione clinica. Si fa riferimento ad un globo vescicale che in realtà non sarà rilevato.
L'assisto rifiuta perchè ha già l'esperienza di un pregresso posizionamento che gli ha portato dei problemi.
L'infermiere vedendo le tracce di urina ha il dubbio che ci sia un globo vescicale. Ora, non si conosce la fisicità del paziente consentisse una valutazione della vescica tramite palpazione, un ecografo avrebbe risolto, ma le sole perdite di urina non sono motivo di sospettare un globo vescicale.
L'infermiere procede nel posizionamento, contro il rifiuto dell'assistito e lo fa tenendo il paziente procurandogli dei lividi. Procede anche contro il parere della collega presente.
L'infermiere in qualche modo è riuscito a posizionare il catetere vescicale senza fare danni.
Il caso è stato rilevato dal SIT e poi le testimonianze sono state raccolte dall'ufficiale di polizia.
Quindi l'infermiere è stato soggetto a immediato procedimento disciplinare e gli veniva irrogata in data 6.7.2010 dall’Azienda di appartenenza la sanzione della sospensione dal servizio e dalla retribuzione per giorni dieci.
Viste le lesioni causate, l'infermiere è andato a processo per un delitto di violenza privata e lesioni e l'atto processuale riporta:
Ritenuto in fatto
1.Con sentenza in data 21.1.2014 la Corte di Appello di Trieste confermava la sentenza del G.u.p. del Tribunale di Udine, con la quale T.S. era stato condannato alla pena di mesi quattro di reclusione, con le attenuanti generiche e la diminuente per il rito abbreviato, per il delitto (capo B) di cui agli artt. 610 e 61 nn. 5) e 9) c.p., perché, nella sua veste di infermiere professionale in servizio presso l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine, costringeva M.R. a subire l’applicazione di un catetere vescicale, pur a fronte del rifiuto opposto da quest’ultimo, colpendolo dapprima alle mani con degli schiaffi e costringendolo con la forza e, quindi, strattonandolo (il tutto urlando all’indirizzo del paziente con fare minaccioso e bestemmiando ripetutamente) e da ultimo, in conseguenza della reazione fisica del M. che si dimenava, lo immobilizzava con delle polsiere, portando a termine il posizionamento del catetere, con le aggravanti di aver commesso il fatto approfittando di circostanze personali (anziana età della persona offesa, nata il (OMISSIS) ), tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, con abuso dei poteri e/o violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio svolto, nonché per il delitto capo C) di cui agli artt. 582 – 585 – 576 n. 1) c.p., in relazione all’art. 61 n. 2), e 61 nn. 5) e 9) c.p., perché, con la condotta descritta, cagionava a M.R. lesioni personali (nella specie: ematomi alle mani), con le aggravanti di aver commesso il fatto per eseguire il reato di cui al capo B), approfittando di circostanze personali (anziana età della persona offesa), tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, con abuso dei poteri e/o violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio svolto.
Ora l'atteggiamento del collega non è giustificabile ed è stato sanzionato, però sicuramente viene da pensare a me non capiterà mai, ma se ti stesse capitando, sapresti fermarti?
- La prima cosa in assoluto da considerare è che il paziente ha il diritto di rifiutare tutte le prestazioni infermieristiche che vuole, è un suo diritto rinunciare e andarsene in quasiasi momento. Questo vale anche se è in stato di incoscienza e ha dato delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT).
- Il paziente rifiuta e motiva il rifiuto con delle ragioni condivisibili, ci si deve fermare.
- Quando si ha il dubbio della presenza di una motivazione clinica, in questo caso era un globo vescicale presunto, si deve chiedere il parere alla collega e al medico. Quindi, deve essere informato il paziente.
- Quando ti appresti a fare una tecnica e non la riesci ad eseguire bene, il collega è di aiuto, anche per dirti quando fermarti.
Ricordiamoci sempre che la buona tecnica infermieristica è operatore dipendente e alla manualità deve essere sempre presenti anche:
- Indicazioni corrette,
- Consenso informato,
- Competenze relazionali,
- Conoscenza teorica.
Questo potrebbe non bastare infatti fra le tue capacità devi aggiungere anche il chiedere aiuto quando la buona tecnica ha qualcosa che non va.
