La Pressione Venosa Centrale (PVC): ruolo e interpretazione per il professionista sanitario

La pressione venosa centrale (PVC) è la pressione sanguigna misurata nelle grandi vene cave, in prossimità dell'atrio destro del cuore. Questo parametro riflette direttamente la pressione atriale destra (PAD) e, in ultima analisi, il delicato equilibrio tra il ritorno venoso (la quantità di sangue che arriva al cuore) e la capacità del cuore di pompare questo sangue verso la circolazione polmonare e sistemica (gittata cardiaca).

Storicamente, la PVC è stata ampiamente utilizzata come indicatore del precarico cardiaco (il volume di sangue che riempie il ventricolo prima della contrazione) e, di conseguenza, come guida per la somministrazione di fluidi. Tuttavia, la ricerca scientifica più recente ha dimostrato che la PVC non è un indicatore affidabile e univoco del volume ventricolare effettivo o, soprattutto, della capacità di un paziente di rispondere positivamente a un'infusione di fluidi (la cosiddetta "fluid responsiveness").

La PVC è un parametro dinamico, influenzato da molteplici fattori: non solo la volemia (il volume totale di sangue), ma anche la compliance venosa (l'elasticità delle vene), la gittata cardiaca e, significativamente, la pressione intratoracica (fortemente influenzata dalla ventilazione). La sua vera utilità risiede nel riflettere la pressione di riempimento del cuore destro e, come vedremo, nel guidare decisioni di "svuotamento" piuttosto che di "riempimento".

Misurazione e valori: cosa devi sapere

La misurazione della PVC richiede l'inserimento di un Catetere Venoso Centrale (CVC). Questo catetere viene posizionato nella vena cava superiore, con la sua punta che si trova idealmente a circa 1-3 cm dalla giunzione cavo-atriale destra. La misurazione avviene convertendo la pressione in un valore numerico tramite un trasduttore collegato a un monitor emodinamico.

  • valori normali: i valori di PVC "normali" variano generalmente tra 3-8 mmHg (o 8-12 cmH2O, considerando che 1 mmHg equivale a circa 1.36 cmH2O). Tuttavia, è fondamentale comprendere che il trend della PVC nel tempo è molto più significativo di un singolo valore isolato. Osservare come la PVC cambia in risposta a interventi o all'evoluzione clinica del paziente fornisce informazioni più utili.

  • influenza della ventilazione meccanica: un aspetto critico da considerare è l'impatto della ventilazione meccanica a pressione positiva. Questa aumenta la pressione intratoracica, comprimendo le vene cave e l'atrio destro, il che porta a un aumento artefatto della PVC. Questo incremento può mascherare lo stato volemico reale del paziente, rendendo l'interpretazione più complessa. Per una misurazione più accurata, si raccomanda di registrare la PVC al termine dell'espirazione (fine espirazione), quando la pressione intratoracica è al suo minimo.

Interpretazione clinica: oltre il numero singolo

L'interpretazione della PVC richiede una visione olistica del paziente, integrando il valore numerico con il quadro clinico complessivo.

PVC elevata (): un segnale di allarme

Una PVC persistentemente elevata indica un aumento della pressione di riempimento del cuore destro. Questo può favorire:

  • edema tissutale: l'aumento della pressione idrostatica nelle vene periferiche spinge i fluidi fuori dai vasi, causando edema (gonfiore) nei tessuti, specialmente a livello degli arti inferiori o sacrale nei pazienti allettati.
  • ipossia: un'elevata PVC può essere un segno di congestione, che ostacola il ritorno venoso sistemico e, in casi gravi, può compromettere la perfusione tissutale, portando a ipossia cellulare (carenza di ossigeno a livello delle cellule).

Cause comuni di PVC elevata:

  • scompenso cardiaco destro: incapacità del ventricolo destro di pompare efficacemente il sangue nei polmoni, causando un accumulo a monte.
  • ipertensione polmonare: aumento della pressione nelle arterie polmonari, che rende difficile per il ventricolo destro pompare sangue.
  • ipervolemia: un eccesso di volume di liquidi nel corpo.
  • PEEP (pressione positiva di fine espirazione) elevata: nelle ventilazioni meccaniche, una PEEP troppo alta può aumentare la pressione intratoracica e quindi la PVC.
  • tamponamento cardiaco: accumulo di liquido nel pericardio che comprime il cuore, impedendone il riempimento.
  • stenosi della valvola tricuspide: ostruzione del flusso di sangue dall'atrio al ventricolo destro.
  • ridotta compliance ventricolare destra: rigidità del ventricolo destro che ne impedisce un adeguato riempimento.

Obiettivo clinico: quando la PVC è elevata, l'obiettivo primario è spesso quello di ridurla il più possibile, mantenendo al contempo una perfusione adeguata degli organi. Questo può implicare l'uso di diuretici, vasodilatatori o ottimizzazione del supporto ventilatorio.

PVC bassa (): segno di basso volume

Una PVC bassa suggerisce generalmente:

  • ipovolemia: un volume di sangue insufficiente, dovuto a disidratazione, emorragia, perdite gastrointestinali, ecc.
  • ridotto tono venoso: le vene sono troppo rilassate e non riescono a riportare efficacemente il sangue al cuore.

PVC e risposta ai fluidi: un rapporto complesso

È cruciale ribadire che la PVC da sola non predice la risposta ai fluidi. Un paziente con PVC "normale" o persino leggermente elevata potrebbe comunque beneficiare di fluidi se ipovolemico e con gittata cardiaca bassa, mentre un paziente con PVC bassa potrebbe non rispondere affatto ai fluidi se la causa è una grave disfunzione miocardica.

Invece, un aumento significativo e persistente della PVC (ad esempio, un aumento di o ) dopo un'infusione di fluidi (test di challenge con fluidi) può essere un indicatore di:

  • disfunzione ventricolare destra: il cuore destro non riesce a gestire l'aumento di volume.
  • necessità di interrompere i fluidi: in questi casi, continuare a somministrare fluidi potrebbe portare a sovraccarico di volume, edema polmonare e peggioramento delle condizioni cliniche. La PVC, in questo contesto, funge da campanello d'allarme per fermare l'infusione.

Indicazioni al monitoraggio della PVC: quando e perché

Il monitoraggio della PVC è una pratica comune e preziosa in diversi contesti clinici, in particolare in terapia intensiva, per la valutazione emodinamica continua e per guidare decisioni terapeutiche complesse.

Le principali indicazioni includono:

  • pazienti in shock: indipendentemente dalla causa (settico, cardiogeno, ipovolemico), la PVC aiuta a inquadrare la situazione emodinamica.
  • sepsi grave e shock settico: per monitorare la rianimazione con fluidi e l'efficacia del supporto vasopressore.
  • chirurgia maggiore: soprattutto interventi con significativo spostamento di fluidi o rischio di emorragia (es. chirurgia cardiovascolare, addominale maggiore).
  • scompenso cardiaco (specialmente destro): per valutare la congestione e l'efficacia delle terapie di "svuotamento".
  • pazienti in ventilazione meccanica: essenziale per interpretare correttamente i parametri emodinamici in un contesto di pressione intratoracica alterata.
  • guida alla rianimazione con fluidi: sebbene non predittiva della risposta, la PVC è utile per identificare il rischio di sovraccarico di volume e per guidare la sospensione o la riduzione dell'infusione di fluidi.
  • necessità di accesso venoso affidabile: indipendentemente dal monitoraggio della PVC, il CVC è spesso inserito per somministrazione di farmaci vasoattivi, nutrizione parenterale o prelievi ematici frequenti.

Complicanze del catetere venoso centrale (CVC): rischi da conoscere e prevenire

L'inserimento e la gestione di un CVC, sebbene procedure salvavita, comportano rischi significativi che richiedono un'attenta vigilanza da parte del personale infermieristico e medico.

Durante l'inserimento:

  • puntura arteriosa: accidentale perforazione di un'arteria vicina (es. carotide, succlavia), con rischio di ematoma, sanguinamento o fistola artero-venosa.
  • ematoma: accumulo di sangue intorno al sito di inserzione.
  • pneumotorace/emotorace: la perforazione pleurica durante l'inserimento nel torace può causare collasso polmonare o accumulo di sangue nello spazio pleurico.
  • aritmie: l'irritazione meccanica del miocardio da parte della punta del catetere durante il posizionamento può scatenare aritmie transitorie.
  • embolia gassosa: introduzione accidentale di aria nel sistema venoso, con rischio di ostruzione dei vasi polmonari o cerebrali.
  • malposizionamento: il catetere può non raggiungere la posizione desiderata (es. finire in una vena più piccola o in un'altra camera cardiaca), rendendo le misurazioni inaffidabili o causando irritazione vascolare.

Durante la permanenza:

  • infezioni correlate al catetere (CRBSI- Catheter-Related Bloodstream Infections): la complicanza più grave. I batteri possono colonizzare la superficie interna o esterna del catetere e causare setticemia. Richiede rigorose procedure di igiene e cura del sito.
  • occlusioni/trombosi: il catetere può occludersi a causa di coaguli di sangue, ostruendo il flusso e rendendo impossibile l'infusione o il prelievo. Può formarsi un trombo sulla punta del catetere o lungo la vena.
  • spostamento del catetere: il catetere può migrare dalla sua posizione ottimale, rendendo le misurazioni inaccurate o aumentando il rischio di complicanze.
  • stenosi venosa: la presenza prolungata del catetere può causare infiammazione e cicatrizzazione della vena, portando a un restringimento (stenosi) che può compromettere il flusso sanguigno futuro.

Conclusioni e raccomandazioni per la pratica clinica

La pressione venosa centrale (PVC) è un parametro utile per riflettere la pressione atriale destra e, in particolari contesti, per guidare le decisioni cliniche relative alla gestione del sovraccarico di fluidi o allo "svuotamento" del paziente.

Tuttavia, è fondamentale abbandonare la convinzione che la PVC sia un indicatore affidabile del precarico cardiaco o della "fluid responsiveness". Per la gestione dei fluidi e la previsione della risposta a un bolo, i parametri dinamici (come la variazione della pressione di pulsazione, la variazione del volume sistolico o il test di sollevamento passivo delle gambe) sono scientificamente più validi.

Come professionisti sanitari, dobbiamo:

  • integrare la PVC nel contesto clinico generale: non interpretare mai un singolo valore isolato. Considerare sempre la storia clinica del paziente, gli altri parametri emodinamici, le terapie in atto e la risposta complessiva agli interventi.
  • valutare il trend della PVC: il cambiamento nel tempo è più informativo del valore assoluto.
  • bilanciare benefici e rischi: valutare attentamente se i benefici del monitoraggio della PVC superano i rischi associati all'inserimento e alla gestione del CVC, specialmente per i pazienti meno complessi.
  • formazione continua: mantenere aggiornate le proprie conoscenze sulle ultime evidenze scientifiche relative al monitoraggio emodinamico e alla gestione dei fluidi.

La PVC rimane uno strumento nel nostro armamentario diagnostico, ma la sua interpretazione richiede acume clinico e una comprensione aggiornata delle sue reali capacità e limitazioni.

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Foto di RDNE Stock project

 

L'articolo è stato scritto con l'aiuto di Gemini Pro e le informazioni sono state verificate da un professionista.

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