HIV problema non risolto, comportamenti a rischio e screening

HI Virion en 2Gli infermieri che hanno visto la comparsa dell'AIDS ricorderanno la preoccupazione di quel periodo, negli anni 90 era una malattia che portava ad una brutta morte.

La sua diffusione allora era legata alla tossicodipendenza e ad abitudini sessuali promiscue. Le campagne informative erano molto intense, mentre oggi cosa succede?

Se ne parla poco o nulla come se la malattia fosse scomparsa, invece è ancora attiva e presente, solo che le terapie sono molto migliorate, lo racconta il dott. De Luca nell'ultimo articolo presentato sulla rivista orientamenti di ANIPIO.

Sono necessari due puntualizzazioni sull'HIV e l'AIDS.

L'HIV è l'acronimo dei termini inglesi Human Immunodeficiency Virus, virus dell'immunodeficienza umana, la positività al virus non comporta di avere dei sintomi clinici e questo fa si che la persona positiva possa esserne inconsapevole.

Il virus è maggiornamente presente nei liquidi biologici come:

  • sangue,
  • sperma,
  • liquido vaginale,
  • pre-eiaculazione 
  • latte materno.

Il virus può restare silente per un tempo più o meno lungo.

Il virus passa da un ospite all'altro attraverso i rapporti sessuali, etero o omo non ci sono distinzioni e le abitudini di tossicodipendenza che prevedono scambi di siringhe.

L'AIDS Acquired Immune Deficiency Syndrome, in alcuni paesi ha come acronimo SIDA, si ha quando il virus attacca il sistema immunitario e a causa delle basse difese si ha la formazione di tumori e di polmoniti gravissime, senza le cure adeguate la mortalità è altissima.

L'articolo di De Luca "Una nuova era nella lotta all’HIV" mette in evidenza i progressi delle cure farmacologiche che portano il livello di sopravvivenza e qualità della vita di un paziente HIV positivo al livello di una persona non positiva. Progressi, molto bella la precisazione del contributo degli enti pubblici nel fare studi utili.

Se il passaggio da HIV ad AIDS può essere scongiurato con la terapia perchè ci sono ancora casi di AIDS conclamato?

Il motivo è che se si è passato da 10 casi ogni 100.000 abitanti a 1,5 è merito di un intensa attività diagnostica, terapeutica e dell'informazione sia essa pubblica o fatta dalle associazioni (LILA.it).

Oggi ci sono ancora circa 100.000 pazienti HIV e si stima che siano 130.000, le stime sono d'obbligo perchè molte persone non sanno di essere positive ed ignorano che la metà delle nuove positività si hanno da rapporti eterosessuali non protetti.

Ignorare di avere comportamenti a rischio, ignorare di essere positivi vuol dire avere la certezza di sviluppare la malattia e di favorirne la diffusione, quando il virus si attiva si ha l'AIDS conclamata e inevitabilmente è necessario il ricovero, può sembrare una situazione atipica, ma si hanno nuovi casi dove la prima diagnosi non è la positività ma la malattia.

Oggi le terapie hanno fatto progressi ma la riduzione dei casi della malattia passa attraverso il test che è anonimo e gratuito... SI il test HIV fatto nelle strutture pubbliche è anonimo e gratis.

L'identificazione se si è positivi o meno consente di poter iniziare una terapia specifica, così da ridurre gli effetti del virus, non serve fare test con prodotti acquistati online che potrebbero non essere affidabili, è necessario andare nei centri specialistici (LINK), dove in caso di positività potranno dare indicazioni serie.

La diffusione prosegue perchè si crede di poter distinguere a occhio una persona positiva, ma non è possibile, perchè l'HIV non da sintomi o manifestazioni di alcun tipo e anche se non si è positivi sono sufficienti pochi accorgimenti:

usare il profilattico durante i rapporti occasionali, arresta la diffusione della malattia e per questo sono definiti presidi medico chirurgici.

non fare cambio siringa, lo scambio è una via diretta, l'ago cavo porta una parte di sangue e quindi di virus.

L'Italia è un paese dove le cure ci sono ma in molti paesi l'HIV è pandemica, anche prima di intraprendere dei viaggi per turismo sessuale è meglio informarsi.

L'ultimo aspetto non meno rilevante è la stigmatizzazione sociale, quello è HIV chissà cosa avrà mai fatto... ha avuto un partner, una relazione durata poco, ma sufficiente per avere una positività, oggi la metà dei casi identificati vengono da rapporti eterosessuali.

La stigmatizzazione culturale porta a far si che il test sia poco usato e questo è grave.

 

Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay

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