Bologna: la sanità del futuro, unione e integrazione

Sant Orsola BolognaLa popolazione anziana è in continua crescita e serve una sanità all'altezza, la sanità bolognese sta pensando di cambiare, oggi si è tenuto il primo degli incontri di presentazione dell'ipotesi di un progetto che potrebbe vedere uniti l'ospedale Sant'Orsola con l'AUSL di Bologna.

Bologna città metropolitana, avrà una sanità all'altezza?

Presenti gli assessori, Barigazzi e Venturi per presentare le fasi salienti del progetto.

Oggi si è tenuto il primo incontro degli 11 dedicati agli operatori sanitari con la presentazione ufficiale del nuovo progetto di integrazione fra gli ospedali del bolognese a cura degli assessori Venturi e Barigazzi.

L'incontro è un occasione per presentare il progetto come momento di condivisione, ma anche di ascolto.

Il documento è stato messo online e condiviso da giugno 2018 (LINK).

Apre l'incontro al Sant Orsola di Bologna l'assessore Venturi, saluta e presenta il lavoro fatto come stato dell'arte di quanto si può fare come regione per preparare la sanità come istituto di ricovero e cura superando l'esclusività degli ospedali, la regione appoggia un IRCCS di questo tipo per avere un servizio sanitario pubblico per stare al passo e nei tempi moderni. 

Il disegno di un nuovo IRCCS bolognese come riconoscimento dei professionisti per la tutela e la cura della salute, Bologna è ricca di sanità non per la politica ma per l'impegno dei professionisti.

L'assessore Barigazzi presenta una sintesi del rapporto conclusivo documento, che vede l'integrazione del Sant'Orsola con l'ASL di Bologna.

L'innovazione nei sistemi ospedalieri ad alta complessità si stanno spostando verso l'integrazione e la rete.

Restare isolati non conviene se si vogliono affrontare le sfide del futuro, le malattie croniche e il servizio territoriale; a questi si associano le tecnologie che hanno un impatto sempre più alto nella qualità e quantità di prestazioni erogate. Adesso sistemi multipli con diverse vocazioni che hanno bisogno di integrazione, c'è bisogno di mettere in evidenza la ricerca e la formazione con l'obiettivo di diventare.un hub internazionale.

Dalle parole ai fatti: era il 2017 che il sindaco di Bologna diceva mettiamo insieme e nel 2018 la presentazione del progetto, lavoro che la regione cercherà di realizzare e concretizzare in un anno.

Come fare?

Come integrare sul territorio, il problema della frantumazione dei percorsi, setting diversi a loro volta divisi.

Il legame fra produzione di salute, budget e dipartimenti sarà misurabile, dalla domiciliare all'ospedale, e viceversa, gli snodi cruciali

Come cambiare:

  1. Accordi di programma, modifica dell'atto aziendale, per creare e disciplinare dipartimenti interaziondali, le risorse umane continuano ad essere appartenenti all'origine.
  2.  Consorzio soggetto giuridico autonomo, ci entrano solo le attività interdipartimentali, la criticità principale è normativa, oggi non esiste ed è necessaria un'autorizzazione ministeriale.
  3. Fare una nuova azienda Ospedaliera, Universitaria, IRCCS, eventualmente identificando come IRCCS solo alcune attività medico interventistiche chirurgiche di alta complessità. Un icss che collega tante discipline sarebbe fra le più grandi d'Italia.
  4. Integrazione USL e università con un accordo quadro che passa dall'ospedale al territorio, ma è richiesto un momento normativo regionale.

Bologna compiutamente un hub internazionale di ricerca con un ircss che sposta dalla ricerca alla clinica.
Le domande dei partecipanti, aprono con le dichiarazioni e il primo è il prof. Viale di cui riporto una frase del lungo discorso:

Il sogno di lavorare in un ospedale che non manda via i pazienti, ma un ospedale che accetta tutte le sfide.

Le domande tante e mi è piaciuta molto quella di un collega infermiere da oltre 30 anni al Sant'Orsola chiede le persone dove sono?

In un progetto che vede un riordino ed una riorganizzazione si tramuterà in un aumento di carico per gli infermieri

Il progetto che piace a tutti è quello della trasformazione in IRCCS per affrontare quello che potrebbero essere le sfide tecnologiche e le esigenze di salute sempre più complesse e articolate.

 

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