L’infermiere specialista in cardiologia invasiva: l’utopia del possibile

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ALCUNE RIFLESSIONI SUI RUOLI E COMPETENZE

La concezione post moderna della salute e del “prendersi cura” nei Paesi occidentali ha determinato lo sviluppo di modelli di cura centrati sulla persona, segnando il declino dei modelli centrati sulla malattia.

Nell’ambito di tale rivoluzione culturale la professione infermieristica gioca un ruolo fondamentale poiché è in grado di influenzare in modo significativo come costruire e far funzionare un’organizzazione sanitaria multiprofessionale. Recentemente nuovi orientamenti hanno rivoluzionato il modo di produrre servizi sanitari:

l’organizzazione per intensità di cura, il case management, il chronic care model, il see and treat;

tutti esempi di un mondo sanitario che cambia in modo rapido e sostanziale, dove sono di conseguenza emerse nuove funzioni infermieristiche quali l’infermiere di famiglia, l’infermiere case manager, l’infermiere bed manager.

Il moderno Servizio Sanitario Nazionale richiede all’infermiere di saper reinterpretare i modelli di presa in carico della persona assistita a vantaggio di una prestazione sanitaria globale che sappia viaggiare lungo i sentieri della continuità assistenziale, soprattutto nel collegamento ospedale-territorio-famiglia. E’ indubbio altresì che in determinati settori specialistici, fortemente caratterizzati dallo sviluppo scientifico e tecnologico, all’infermiere si richieda anche e soprattutto la capacità di stare al passo con il divenire delle conoscenze specifiche.

L’assistenza infermieristica in Emodinamica, in Radiologia Interventistica e in Aritmologia risponde pienamente ai requisiti appena delineati; in tali ambiti all’infermiere si richiede non solo di saper sviluppare modelli di presa in carico assistenziale evoluti, ma anche di approfondire costantemente conoscenze specialistiche che sicuramente si spingono oltre i confini della cultura disciplinare. La formazione specialistica è l’unica in grado di consentire all’infermiere di avere pienamente riconosciute tali competenze.

La legge n° 43/06 apporta novità importanti nel panorama della professione infermieristica, ed in particolare per il riconoscimento della formazione post-base.

Con tale norma gli infermieri vengono suddivisi in:

• professionisti addetti all’assistenza, con titolo di laurea o equipollente;

• professionisti coordinatori in possesso del master di primo livello nelle funzioni manageriali;

• professionisti specialisti in possesso del master di primo livello nelle funzioni specialistiche;

• professionisti dirigenti in possesso della Laurea Magistrale.

Il percorso di formazione specialistica deve essere pertanto contemplato all’interno delle Università, al fine di poter avere il pieno riconoscimento giuridico delle competenze avanzate.

Le Regioni già nell’ottobre 2011 avevano inviato al Ministero una richiesta specifica per avviare un tavolo congiunto di verifica dei profili sanitari esistenti in un‘ottica di ampliamento delle competenze dei professionisti . Dopo una serie di incontri di “affinamento” avvenuti nel 2012, finalizzati alla stesura di un atto condiviso, nel febbraio del 2013 viene diffusa la terza bozza del documento.

Quest’ultima definisce le modalità e i percorsi validi su tutto il territorio nazionale per riconoscere e promuovere lo sviluppo delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere al fine di favorire lo sviluppo delle funzioni professionali in correlazione con gli obiettivi di cura, assistenza e riabilitazione previsti nella programmazione sanitaria regionale e nazionale. Specifica inoltre che le esperienze avanzate già in essere, verranno ricondotte ai nuovi canali formativi. Dopo anni, la presente bozza potrebbe costituire, finalmente, una possibile applicazione per quanto previsto nella L. 43/06. Alle società scientifiche spetta il compito di costruire, in partnership con le Università italiane, idonei percorsi formativi che possano determinare lo sviluppo ed il riconoscimento delle competenze specialistiche.

Sullo scenario assistenziale del nostro Paese avremo in futuro l’occasione di confrontarci finalmente con un professionista Infermiere Specialista in Cardiologia Invasiva?

Che la sfida abbia inizio!

 

Articolo a cura di.

Maurizio Rivera Di Renzo1 Ciarma Lorenzo2

1 ASL 02 Abruzzo Policlinico Chieti

2 Referente Nazionale GISE Area Nursing-Technician - Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico S.Orsola Malpighi Bologna

Tratto da  lettere al direttore AICM Journal - Giornale Italiano di Case Management | Gennaio 2015 |

Per gentile concessione Direttore scientifico ACM

Emanuele Bascelli

Sito web http://www.associazioneitalianacasemanager.it/