fine covid infermieriNell'ultimo anno siamo stati in guerra contro un virus, un nemico invisibile, intangibile, tranne quando si manifestava la malattia e comparivano i suoi effetti. I primi giorni c'era la paura, poi i dubbi e quindi il coraggio e il sacrificio hanno prevalso.

Ce lo racconta Piovasco da Reggio Calabria nel suo articolo sulla rivista FNOPI "Era Marzo", in un passaggio l'esperienza e il pensiero di tantissimi infermieri.

È proprio come pensavo, è una lettera di richiesta di disponibilità per i reparti covid, a tempo determinato, fine collaborazione 31 gennaio, proprio dove infiamma la battaglia, combattere in trincea.
Rifiutare o accettare? Potrebbe voler dire anche vivere o morire, potrei infettarmi, potrei poi infettare la mia famiglia.
Rientro a casa. Il suono di una sirena, un colpo di tosse, del sangue, immagini si susseguono veloci nella mia testa. Guardo mia moglie, mio figlio, e mi domando “se mi infetto chi porterà il cane a p…? Chi ascolterà il suono del mare?”

 

Quando nella prima ondata i dubbi e le paure diventarono concreti con i primi decessi di Medici e infermieri chi assisteva non si è tirato indietro è andato avanti.

L'ondata di marzo 2020 è stata terribile, il numero di decessi è stato esponenziale, altissimo, pausa estiva poi ripresa, e poi riapri i reparti. Fino a marzo 2021 nel frattempo grazie all'utilizzo di farmaci antivirali e antiinfiammatori le terapie erano più efficaci, ma soprattutto grazie al vaccino.

Il vaccino forse non sarà efficace per tutti, non sarà perfetto ma è sufficiente che molti siano immuni per un periodo sufficiente da isolare la malattia e non consentirne la diffusione.

Da qualche mese i reparti covid hanno iniziato a chiudere gradualmente e maggio vede una chiusura sempre più veloce.

I reparti covid chiudono e riaprono i reparti e le sale operatorie, tornano ad essere quei servizi aperti a tutti, ma è solo l'inizio.

Il sistema salute ha lottato contro il covid cercando di ridurre i decessi, ma le altre malattie e la prevenzione non fatta faranno sentire il loro peso in termini di vite.

Il nostro lavoro non avrà mai fine, ma adesso dobbiamo ricostruire il nostro quotidiano e fare delle scelte perchè non si può tornare indietro, oggi siamo Infermieri, medici e OSS diversi da ieri, l'esperienza drammatica ha cambiato tutti.

Cosa costruiremo dipenderà dalle nostre scelte.

 

Foto di copertina per gentile concessione di Stefano Sfondrini