Cosa c’è di più bello di viaggiare, staccare dalla routine, scoprire posti nuovi, sentirsi più leggeri? Molte persone risponderebbero a questa domanda con “Nulla!”, ma per molte altre ancora questa esperienza potrebbe essere invece tutt’altro che piacevole.
Per alcuni, il solo pensiero di partire, spostarsi o anche solo pianificare una vacanza è fonte di disagio, ansia e panico, una vera e propria paura che ha un nome ben preciso: Odofobia. Vediamo allora cos’è l’Odofobia, cosa prova chi ha paura di viaggiare e come si può affrontare.
Che cos’è l’Odofobia e quali sono i sintomi
Odofobia deriva dal greco e significa letteralmente "paura della strada". La strada, ovviamente, è intesa come cammino e viaggio, o più ampiamente come spostamento vero e proprio da un posto (il proprio, quello familiare) verso un altro posto sconosciuto.
É proprio l'idea di affrontare questo cambiamento fisico che dà alle persone che soffrono di Odofobia quel senso di terrore e paura inspiegabile che costringe loro a evitare qualsiasi tipo di viaggio.
L'Odofobia, infatti, è una sorta di ansia irrazionale che non riguarda solo i lunghi spostamenti. Può anche riguardare spostamenti brevi, viaggi su specifici mezzi di trasporto (la paura di volare prende il nome specifico di aerofobia), percorsi su tragitti sconosciuti, paura che possa accadere qualcosa durante il viaggio o qualcosa di brutto in propria assenza, o ancora semplicemente la paura di dover lasciare il proprio posto sicuro.
Ma cosa prova esattamente chi ha paura di viaggiare? E soprattutto, perché prova quello che prova?
Innanzitutto, è bene precisare che la paura di viaggiare non è semplice ansia da partenza che può risolversi con frasi del tipo "Non preoccuparti, andrà tutto bene" o masticando una chewing gum.
Non stiamo infatti parlando della classica agitazione pre-viaggio che può succedere a chiunque. Chi soffre di Odofobia può provare sintomi intensi e persistenti, come:
- tachicardia o vertigini
- nausea, sudorazione, tremori
- senso di svenimento o di soffocamento
- paura di perdere il controllo
- pensieri catastrofici e paralizzanti.
Questi sintomi possono iniziare molto prima del viaggio, anche solo parlando o immaginando una partenza, e nei casi più gravi possono portare la persona in questione a evitare qualsiasi tipo di spostamento, anche nel breve raggio.
Da dove nasce l’Odofobia
Le cause non sono mai uguali per tutti, ma alcune di queste sono ricorrenti:
- traumi legati a viaggi passati, come incidenti o smarrimenti
- ansia da separazione, paura di lasciare persone o luoghi familiari
- bisogno di controllo, giacché viaggiare significa lasciare spazio all’imprevisto, e questo può spaventare
- problemi di salute non diagnosticati, come disturbi gastrointestinali o vestibolari, che rendono difficile stare fuori casa
- ansie sociali che provocano tensione, ansia di trovarsi in mezzo agli altri, affrontare imprevisti, dover comunicare in contesti nuovi.
Spesso, l’Odofobia non nasce comunque da un solo fattore, ma da un mix di esperienze, sensibilità e situazioni strettamente personali.
Paura di viaggiare: si può avere davvero?
Come può un’esperienza così bella e arricchente come il viaggio provocare in alcune persone un senso di paura così grande e incontrollabile? Questa è una delle domande che ci si pone più spesso quando si sente parlare di Odofobia.
È vero: nell’immaginario collettivo più comune il viaggio ci rende felici ed è sempre sinonimo di libertà, spensieratezza e gioia. La verità, però, è che non tutte le persone vivono il viaggio nello stesso modo, sia per fattori emotivi sia per fattori psicologici o legati al proprio vissuto.
C’è chi potrebbe intendere il viaggio come perdita di controllo, pericolo o sradicamento, chi invece come imprevedibilità e allontanamento dalla propria zona di comfort, e molto altro ancora.
Quindi sì, la paura di viaggiare si può avere davvero. Anche perché, ricordiamoci, che le paure sono spesso irrazionali e inspiegabili, e anche l’Odofobia lo è.
Per questo, quando incontriamo una persona con questa paura non dovremmo mai limitarci a pensare che sia troppo introversa per viaggiare, troppo stressata, troppo pigra o troppo poco curiosa. Dietro alla frase “Non mi piace viaggiare” si può nascondere un problema reale che, come tale, merita rispetto, attenzione e comprensione.
Come superare la paura di viaggiare
Superare questa fobia si può? Sicuramente sì, nei casi più gravi con l’aiuto del professionista giusto. Ci sono poi anche delle piccole cose che possiamo fare per affrontare questa paura e, piano piano, cercare di lasciarcela alle spalle. Vediamole insieme.
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Ascoltarsi per capirsi
Il primo passo non è combattere la fobia, ma capirla. Cerchiamo quindi di capire cosa ci spaventa esattamente, se il mezzo di trasporto o la destinazione, se l’idea di viaggiare da soli o con altre persone, se la possibilità di imbatterci in imprevisti o l’assenza di qualsiasi punto di riferimento. Facendo chiarezza su cosa proviamo e ascoltandoci possiamo iniziare a dare un nome alla nostra paura e a capire cosa fare per provare a superarla.
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Iniziare in piccolo
L’Odofobia, come abbiamo visto, può riguardare anche piccoli spostamenti. Ecco: per iniziare ad affrontarla potrebbe essere sufficiente cominciare a concedersi brevi tragitti, gite locali e di poche ore. In questo modo, gradualmente, possiamo allenarci a gestire l’ansia.
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Gestire l’ansia
Parlando di gestione d’ansia, possiamo anche ricorrere ad alcune tecniche che potrebbero aiutarci a rilassarci e a scaricare la tensione e le emozioni negative.
Potrebbe essere utile, per esempio, praticare:
- la respirazione diaframmatica
- tecniche di mindfulness sulla focalizzazione
- scrittura espressiva e journaling per elaborare le emozioni prima e dopo il viaggio.
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Vedere il viaggio in un altro modo
Molte volte, chi prova a superare la paura di viaggiare si obbliga a farlo anche solo per far contenti familiari e amici. Questo potrebbe essere il modo sbagliato di affrontare una paura. Potrebbe essere più utile, invece, cambiare il nostro modo di pensare: invece di vedere il viaggio come un obbligo, forse sarebbe il caso di iniziare a pensarlo come un’esperienza di vita.
Non esistono solo i viaggi zaino in spalla, quelli intercontinentali o quelli che ci portano in mete esotiche da favola. Viaggiare può essere anche un’escursione in solitaria a pochi minuti da casa, un weekend al mare, un ritorno alle origini, un viaggio dove non c’è nulla da programmare e che affrontiamo senza idealizzare un luogo e creare aspettative.
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Essere consapevoli
Prendere consapevolezza di questa paura è importante non solo per superarla, ma anche per viverla nel frattempo nel modo giusto. L’Odofobia non è una stranezza né una debolezza, ed è una paura che può colpire molte persone.
È una paura che può bloccare, è vero, ma anche insegnare molto se ascoltata nel modo giusto.
Superarla non significa di certo diventare globe-trotter in un giorno, ma ritrovare la libertà di scegliere: scegliere se partire, quando e come. Ma anche scegliere di restare e rimandare, e senza sentirsi in difetto per questo.
