In diversi articoli passati abbiamo parlato più volte della differenza tra il mondo occidentale e quello orientale circa il modo di approcciarsi alla vita.
Abbiamo parlato di concetti importanti a cui ispirarci per vivere meglio con il nostro ego, come il Nagomi o lo Shoganai. Adesso, però, è arrivato il momento di addentrarci in un’altra filosofia di vita che, più che nell’ambito della quotidianità, può esserci d’aiuto nel contesto lavorativo a dare il meglio in ciò che facciamo.
In genere sentiamo spesso la frase “fare di più con il minimo sforzo” o “lavorare di meno per guadagnare di più”. Questa volta, invece, potremmo racchiudere il senso di questo articolo con la frase “fare meglio e farlo sempre”.
In una routine spesso frenetica, fatta di turni lunghi e responsabilità inimmaginabili, trovare un senso profondo in quello che si fa talvolta è difficile. In questi casi, più che mai, c’è un concetto giapponese che potrebbe aiutarci a ritrovare motivazione: Kodawari.
Non è solo una parola. È una filosofia di vita, un modo di fare, una scelta quotidiana. È quell’atteggiamento che ti porta a voler fare bene ogni cosa, con cura e dedizione, anche se nessuno ti guarda.
Il significato di Kodawari
Kodawari è una parola difficile da tradurre. Potremmo tradurla come “gioia e orgoglio in ciò che si fa”, e sempre dando il meglio di sé.
Nel pensiero giapponese, questo concetto è lontano dall’idea di raggiungere la perfezione o di curare maniacalmente ogni dettaglio. Parliamo più che altro di un modo di agire che riguarda l’impegno personale nel fare qualcosa al meglio delle proprie possibilità. Anche se il risultato finale non sarà perfetto, l’importante è sapere che abbiamo dato tutto.
Kodawari è il barista che fa il caffè sempre nello stesso modo, cercando ogni giorno il gesto perfetto. È il falegname che lavora con attenzione e cura un pezzo di legno anche se sa che nessuno lo vedrà all’opera. È il medico o l’infermiera che, nonostante la stanchezza, dà tutto per il benessere del paziente.
Il concetto di Kodawari nel mondo del lavoro
Nell’ambito sanitario – ma anche in tutti gli altri contesti – il Kodawari può diventare una bussola preziosa da tenere sempre in tasca.
Le quattro direzioni che la nostra bussola potrebbe indicarci sono:
-
Dare il massimo, anche nei piccoli gesti
Un gesto gentile, una parola detta con il tono giusto, un letto rifatto con cura: non sono dettagli. Sono ciò che distingue un professionista attento ed empatico da uno che lavora col pilota automatico.
-
Prendersi cura, non solo curare
Spesso ci si concentra sui protocolli, sulle scadenze, sui numeri. Ma il Kodawari ci ricorda che ogni paziente è una persona. E ogni gesto amorevole fatto nei suoi confronti ha valore, anche se non viene messo per iscritto in una cartella clinica.
-
Essere professionali, non perfetti
Dedizione non significa essere infallibili. Significa non smettere di voler migliorare, di imparare, di ascoltare. Di restare umani, anche nella fatica.
-
Andare oltre la norma
Chiunque si aspetta da un medico o un infermiere di ricevere le giuste cure, ma non tutte le persone si aspettano di trovarsi di fronte professionisti che fanno di più del loro compito. Chi fa il proprio mestiere con passione, è proprio chi dà ai propri pazienti più di quanto è tenuto a fare. Parliamo di attenzioni e di interesse sincero.
Come possiamo fare bene ciò che facciamo seguendo il Kodawari
Il Kodawari non si raggiunge con corsi o libri motivazionali. È un’attitudine che si coltiva giorno dopo giorno. Ecco alcune idee concrete per integrarlo nella vita lavorativa, e non solo.
Identifica le cose che contano davvero
Non tutto ha lo stesso peso. In una giornata carica di compiti, distinguere ciò che è importante da ciò che è solo urgente fa la differenza. Concentrati su quello che ha valore reale e prioritario.
Sviluppa disciplina
É la disciplina quella che ci consente di creare una routine in cui siamo in grado di focalizzarci prima sulle priorità e poi su tutto il resto. Con il tempo, sapremo come svilupparla.
Migliorati continuamente
Ogni giornata di lavoro è un’occasione per affinare le tue competenze. Anche dopo anni di esperienza, puoi imparare qualcosa. Osserva, fai domande, rifletti su ciò che puoi fare meglio. E poi, non perdere l'occasione di partecipare a eventi di settore e formazione.
Imposta degli standard elevati
Stabilisci per te (e non per gli altri) degli standard qualitativi elevati, e non scendere a compromessi. Non devono essere quelli degli altri: devono essere i tuoi. E devono rappresentare il meglio che puoi offrire.
Cerca feedback e usali in modo costruttivo
Accogliere un feedback è fondamentale. Chiedi opinioni sincere a colleghi che stimi. Non per piacere, ma per crescere e fare meglio.
Evita il multitasking
Fare mille cose insieme spesso significa non farne bene nessuna. Ogni compito merita la tua piena attenzione, quindi focalizzati su un solo obiettivo per volta e portalo al termine.
Cura ciò che fai, anche quando nessuno se ne accorge
Qualunque cosa tu faccia, non lo stai facendo per notorietà, ma per te. Anche se nessuno ti dice grazie, tu fai ciò che devi e fallo bene.
Circondati di esempi positivi
In ogni contesto lavorativo c'è sempre qualcuno che lavora con vera passione. Osserva queste persone e lasciati ispirare.
Ricorda il tuo perché
Questo è forse uno degli aspetti fondamentali. Il tuo Ikigai è ciò che ti guida ogni giorno sulla tua strada, quell'elemento che non dovresti mai scordare.
Un nuovo modo di vivere il lavoro
Adottare il Kodawari non significa lottare per raggiungere sempre e comunque la perfezione.
Significa imparare a dare significato alle azioni, a lavorare non solo per finire un compito ma per farlo al meglio, secondo i tuoi standard, anche quando nessuno te lo chiede.
Kodawari è un modo di restare fedeli a sé stessi, anche quando il lavoro ci spinge a fare tutto in fretta. È scegliere la qualità, anche quando la quantità preme. È, in fondo, una forma di rispetto: per il tuo tempo, per la tua professionalità, per le persone che ti stanno davanti.
