Metta Bhavana: la tecnica della meditazione della gentilezza amorevole per risvegliare l’empatia

Ogni mattino appena svegli sappiamo già che dovremo affrontare giornate intense, sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo. La maggior parte del tempo lo passiamo al lavoro, dove siamo continuamente costretti a confrontarci con colleghi e, nel caso delle professioni sanitarie, con i pazienti. 

Soprattutto gli infermieri e le infermiere si ritrovano spesso a dover gestire situazioni difficili con entrambe le parti, e questo di tanto in tanto significa dover reprimere le proprie emozioni e dover mettere da parte il proprio benessere mentale.

In questo contesto, esiste una pratica estremamente utile per la salute mentale, per sviluppare resilienza e coltivare empatia. Parliamo della Metta Bhavana, la tecnica della meditazione della gentilezza amorevole. Vediamo di cosa si tratta. 

Cos’è la Metta Bhavana?

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La Metta Bhavana è una pratica di meditazione buddista che mira a sviluppare sentimenti di gentilezza amorevole verso sé stessi e gli altri.

Questa pratica prevede il generare consapevolmente sensazioni di amore e compassione, espandendo progressivamente questi sentimenti verso tutte le persone in maniera completamente disinteressata. 

Alla base di questo concetto c'è l'intenzione di voler diffondere sentimenti positivi al mondo intero, partendo da noi stessi. Per farlo, nel modo più puro possibile, bisogna riuscire a fare propri altri due concetti.

Il primo: l'amore non è un sentimento da provare solo nei confronti di chi conosciamo e di chi ci vuole bene, come amici e familiari, ma è privo di condizioni.

Il secondo: dall'amore non bisogna aspettarsi niente in cambio, in quanto non è necessario ricevere nulla solo perché si ama.

Nonostante si tratti di presupposti molto difficili da mettere in pratica tutti i giorni e di concetti quasi utopici, abituarsi a questo tipo di meditazione è semplice e può aiutarci sul serio ad amarci e a porci nei confronti degli altri con maggiore amorevolezza.

E questo per chi svolge la professione infermieristica è sicuramente importante.

La pratica, in sostanza, si suddivide in cinque fasi:

  1. Inviare gentilezza amorevole verso sé stessi.
  2. Inviare gentilezza amorevole a una persona cara.
  3. Inviare gentilezza amorevole a chi non conosciamo.
  4. Inviare gentilezza amorevole a una persona con cui si ha difficoltà ad avere un rapporto.
  5. Estendere la gentilezza amorevole a tutte le tipologie di persone precedenti. 

I benefici della pratica Metta Bhavana per chi svolge la professione infermieristica

Gli infermieri e le infermiere si trovano spesso ad affrontare situazioni estremamente stressanti. Questo carico emotivo e fisico può portare a burnout, stress cronico e perfino esaurimento emotivo.

La Metta Bhavana può dare un sollievo significativo a tutto questo, perché ci aiuta a sviluppare una connessione più profonda con noi stessi e gli altri, a ridurre i livelli di stress e aumentare empatia. Vediamo più nello specifico come.

Coltivare l'amore verso sé stessi

Uno degli aspetti più trascurati del lavoro infermieristico è l'autocura. Molti infermieri mettono sempre i bisogni degli altri prima dei propri, arrivando spesso a un esaurimento fisico ed emotivo. 

La prima fase della Metta Bhavana si concentra proprio su di sé. Inviare gentilezza amorevole a sé stessi è un atto di autocompassione che permette di riconoscere le proprie emozioni, accettarle e prendersene cura.

Rafforzare l'empatia e la connessione con i pazienti

La seconda fase della Metta Bhavana riguarda l'invio di amorevolezza verso una persona cara. In questa fase rafforziamo quel senso di connessione umana, favorendo una maggiore empatia e attenzione nei confronti dell’altra persona. 

Nel caso specifico di questa professione, chi pratica la Metta Bhavana non solo diventa più consapevole delle emozioni e dei bisogni dei pazienti, ma riesce anche a mantenere un atteggiamento positivo anche nelle situazioni più complicate.

Migliorare le relazioni con i colleghi

Le dinamiche lavorative possono spesso essere fonte di stress e tensione, soprattutto in un ambiente ad alta pressione come quello sanitario. La Metta Bhavana aiuta a coltivare sentimenti di gentilezza anche verso individui con cui si hanno relazioni difficili o conflittuali. 

Ridurre lo stress e prevenire il burnout

Praticare regolarmente la Metta Bhavana può infine ridurre significativamente i livelli di stress e ansia, e quindi il rischio di burnout.

Questo tipo di meditazione, infatti, migliora la capacità di affrontare le sfide quotidiane con maggiore serenità, e aiuta a ridimensionare le emozioni negative che spesso si accumulano durante la giornata. 

Come iniziare a praticare la Metta Bhavana in 3 step

Praticare la Metta Bhavana non richiede strumenti particolari, solo un po' di tempo e un luogo tranquillo. Ecco come fare in 3 passaggi.

  1. Trova un momento tranquillo della giornata

Che sia al mattino presto prima del lavoro o alla sera dopo una lunga giornata, dedicare anche solo 10 minuti alla meditazione può fare una grande differenza. Trova un posto tranquillo dove puoi sederti in silenzio, lontano dalle distrazioni.

  1. Concentrati sul respiro

Inizia chiudendo gli occhi e concentrandoti sul respiro. Questo ti aiuterà a rilassarti e a portare la tua attenzione nel momento presente, nel qui e ora, uno degli aspetti fondamentali della meditazione.

  1. Invia amore a te e agli altri

Con calma, inizia a ripeterti frasi gentili, come "Che io possa essere felice, che io possa essere in pace, che io possa stare bene". Successivamente, ripeti le stesse frasi gentili: prima verso una persona cara specifica, poi verso una persona che non conosci, poi verso una persona con la quale non vai molto d’accordo, e infine verso tutti quanti.

Ovviamente, come ogni forma di meditazione, anche la Metta Bhavana richiede costanza. Anche pochi minuti al giorno possono però portare benefici tangibili nel lungo termine, migliorando il tuo benessere emotivo e la qualità delle relazioni sul lavoro, e rendendo la tua professione ancora più gratificante.

Foto di Nataliya Vaitkevich

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