Secondo una ricerca condotta da Skyscanner sui trend del turismo 2024 quasi un quarto dei viaggiatori italiani (il 24%) ha ammesso che dormire sarà l'attività principale delle prossime vacanze, mentre il 25% degli intervistati sarebbe ben disposto a dedicare al sonno intere giornate.
Ecco perché negli ultimi tempi si parla tanto di turismo del sonno, o Sleep Tourism, che secondo i dati sarà una delle tendenza più in voga delle prossime vacanze estive. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Cos'è lo Sleep Tourism
Il turismo del sonno più che un trend possiamo definirlo una vera e propria necessità.
Si tratta di un nuovo modo di andare in vacanza, mettendo al centro non tanto la scoperta di posti nuovi e il divertimento, ma il riposo più assoluto nel vero senso del termine.
Lo Sleep Tourism, in sostanza, risponde all'esigenza di tutte quelle persone che a causa di uno stile di vita frenetico e di un lavoro troppo stressante rischiano ogni giorno di mettere in secondo piano una delle necessità primarie dell'organismo umano, ovvero il sonno.
Qualità del sonno: un'attenzione sempre maggiore
L'attenzione alla qualità del sonno è cresciuta soprattutto subito dopo la pandemia. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, il 40% delle 2.500 persone adulte intervistate ha notato una riduzione della qualità del proprio riposo durante il periodo pandemico.
Da quel momento in poi secondo gli esperti c'è stato un cambiamento radicale nel pensiero delle persone riguardo il sonno e il benessere in generale.
Dopo il Covid, abbiamo sempre più capito che dormire è un aspetto fondamentale della nostra vita, un'esigenza e non un lusso che dobbiamo imparare a comprendere e rispettare.
Proprio a questo proposito, sono molte le strutture che hanno messo in piedi servizi incentrati proprio sull'esperienza del sonno.
A Londra, per esempio, l'hotel Zedwell ha allestito stanze con sistemi di insonorizzazione, mentre altre realtà hanno pensato ad attività speciali da includere nel pernottamento come la meditazione o ancora colloqui con una persona professionista del sonno chiamata sleeping sommelier.
Ma tutto questo è davvero la soluzione per migliorare la qualità del nostro riposo?
Un segnale che ci spinge a cambiare stile di vita
A voler sfruttare le vacanze per poterci riposare, sia ben chiaro, non c'è affatto niente di male o di sbagliato. Vedere le vacanze come l'unico momento per poter dormire bene, invece, un po' sbagliato lo è.
Attendere le ferie per riposarsi è un chiaro segnale d'allarme che ci dice che qualche cosa nelle nostre abitudini andrebbe decisamente rivista. É assurdo, infatti, concedersi un buon sonno solo una o due settimane all'anno.

Per evitare di accumulare mesi e mesi di sonno arretrato e di aspettare le vacanze per recuperarlo, basterebbe agire a monte.
Ci sono abitudini che potremmo benissimo cambiare per migliorare l'igiene del nostro riposo, come per esempio:
- cercare di non stare davanti a schermi, quali TV, computer e smartphone appena prima di dormire;
- prediligere camere buie, con la giusta temperatura e prive di rumori;
- scegliere una suoneria più piacevole e meno aggressiva per la sveglia del mattino.
Queste sono tutte piccole cose che, seppur non sono una scienza esatta, di certo possono aiutarci a dormire meglio e a non alzarci sempre con il piede sbagliato.
L’altra faccia dello Sleep Tourism
Modificare il nostro stile di vita può poi aiutarci a non trovarci mai di fronte all'altra faccia dello Sleep Tourism, quella che in realtà ci fa tornare dalle vacanze senza energie, ancora più di prima.
Può capitare infatti che l'idea fissa di dover andare in vacanza per riposarci ci mandi in tilt.
Durante i nostri giorni liberi anziché staccare realmente il cervello e goderci la libertà spesso non facciamo altro che pensare al riposo e al fatto che tutto deve filare liscio affinché questo nostro obiettivo possa essere raggiunto.
Questo non fa altro che aumentare il senso di allerta, un compagno che nessuno di noi dovrebbe mai avere se lo scopo è dormire bene, giacché l'allerta e il troppo rimuginare causano insonnia per via dell'eccessiva produzione di cortisolo, l'ormone della veglia.
Ecco perché ancora prima di ricorrere allo Sleep Tourism dovremmo forse modificare il nostro stile di vita.
