PTC – Prehospital Trauma Care: approccio infermieristico e gestione del trauma grave

Il trauma grave è il risultato di un evento in grado di causare lesioni mono o multi-distrettuali tali da delineare un rischio immediato o potenziale per la sopravvivenza del paziente. 

Può essere determinato da qualsiasi agente esterno capace di azione improvvisa, rapida e violenta.

I punti sui quali si può intervenire sono 3 in basse ai picchi di mortalità in seguito a tale trauma:

  • Il primo picco avviene subito perché causa lesioni purtroppo non compatibili con la vita
  • Il secondo avviene da pochi minuti ad alcune ore perché la persone può avere danni potenzialmente letali come lesioni emorragiche o neurologiche che però possono essere controllate con un trattamento tempestivo.
  • Il terzo picco solitamente avviene dopo alcuni giorni o settimane dal trauma a causa di sepsi, complicanze varie, sindrome da scompenso multiorgano.

Approccio al trauma

Qual è effettivamente l’approccio? Esistono due principali modelli di riferimento riconosciute a livello mondiale, ossia il PTC e ATLS (advanced trauma life support).

Il modello del PTC nasce dall’esigenza di sviluppare una metodica di approccio di trattamento del paziente traumatizzato in fase pre-ospedaliera, mentre il modello ATLS è più adatto alle realtà americane dove Le cause di trauma sono differenti (basti pensare a tutte le armi da fuoco). Questi corsi sono uguali per tutti gli operatori tra cui medici e infermieri, in quanto il metodo prevede un progressivo aumento delle competenze richieste per il trattamento di ogni condizione in modo che ognuno possa fornire il massimo del trattamento che è in grado di erogare.

L’approccio che noi conosciamo è il cosiddetto ABCDE che è un acronimo che serve per indicare:

  • A= airways
  • B= breathing
  • C= circulation
  • D= disability
  • E= Exposure

Prima di approcciarsi però, ad un paziente con un trauma di qualsiasi natura è bene assicurarsi di operare in sicurezza sulla scena dell’evento traumatico.

Oltre ai pericoli evidenti, bisogna prestare attenzione anche pericoli a cui si pensa meno come il monossido di carbonio in caso di stufe, l’aggressore è ancora presente sulla scena o ad esempio il traffico stradale. Quando la scena è sicura e permette l’avvicinamento dei soccorritori, è utile fare il cosiddetto Quick Look (sguardo rapido). Che consiste nel porsi alcune domande e dare uno sguardo veloce alla scena e alla persona che richiede soccorso.

  1. Ci sono uno o più persone coinvolte?
  2. Si vedono macchie di sangue che indicano una grande emorragia?
  3. Ci sono altri pericoli sulla scena come pezzi di vetro o carburante?

Quindi l’approccio ad un paziente traumatizzato prevede due fasi, la prima che si chiama valutazione primaria che va fatta a tutti i pazienti traumatizzati e permette di esaminare il paziente in modo accurato e veloce per ottenere alcuni dati che ci fanno capire se il paziente stabile o meno.

La seconda fase invece è chiamata valutazione secondaria perché si fa solo se il soggetto è risultato stabile nella valutazione primaria e permette di approfondire meglio lo stato del paziente e le sue condizioni, anche potenzialmente non letali, medicare ferite, immobilizzare gli arti e scegliere come destinazione l’ospedale più appropriato.

Valutazione primaria

Abbiamo visto come nella valutazione primaria, si può valutare e trattare il paziente secondo lo schema ABCDE. È importante non passare alla valutazione secondaria se non si è terminato prima la primaria e se il paziente dunque non è stabile. Andiamo a vedere adesso nel dettaglio, cosa prevede lo schema ABCDE.

A Sta per vie aeree, quindi è importante verificare lo stato di respirazione del paziente e se nel caso quest’ultimo non fosse cosciente e non avesse segni di circolo, allora sarebbe necessario iniziare subito la rianimazione cardiopolmonare.

B Sta per respirazione dunque in questa fase si valuta il respiro del paziente da un punto di vista quali e quantitativo. Quindi possiamo in maniera strutturata osservare la simmetria e la corretta espansione del torace, palpare, auscultare, contare la frequenza respiratoria e valutare la saturimetria.

C Sta per circolazione, quindi in questa fase ci si dedica alla valutazione dell’attività circolatoria del paziente, si rileva il polso carotideo e si conta la frequenza cardiaca, dopodiché si passa al polso radiale. Se il polso radiale è assente, la pressione probabilmente sarà troppo bassa e il paziente necessiterà di un supporto volemico.

D Sta per problemi neurologici, quindi in questa fase andiamo a verificare lo stato di coscienza del paziente tramite la scala GCS (Glasgow Coma Scale).

E, Infine, sta per esposizione del paziente e successiva protezione termica, quindi in quest’ultima fase si deve spogliare il paziente per ricercare velocemente eventuali emorragie sfuggite in precedenza o lesioni che vanno prese in considerazione.

Valutazione secondaria

Nella valutazione secondaria invece possiamo valutare meglio il paziente e tutti i suoi danni per poter intervenire nel modo più appropriato e recarsi all’ospedale migliore per le sue condizioni. Nell’anamnesi andranno raccolte tutta una serie di informazioni come segni, sintomi, allergie, medicine e patologie pregresse.

Inoltre, verranno eseguiti anche alcuni esami, come l’esame, testa-piedi. Quest’esame consiste nel passare le mani nei capelli per verificare la presenza di sangue sui guanti che indicano una ferita, si continua poi palpando le ossa craniche e facciali per verificare se ci sono dolori o instabilità.

Si procede poi ad esaminare il collo, controllando nuovamente la parte posteriore e le vene giugulari assieme all’asse della trachea. A questo punto si passa all’addome controllando se è teso o dolente e si scende verso il bacino, controllando la presenza di eventuali fratture. Infine si arriva agli arti, si controllano eventuali deformità, dolore o segni di frattura e ferite e si immobilizza o si medica a seconda della necessità.

Trauma Team

Il paziente con trauma grave e spesso un politraumatizzato e ha bisogno di un trauma team. Il trauma team è di norma formato come base da un medico rianimatore che coordina il team, due infermieri di area critica, un medico radiologo e un medico di pronto soccorso (in aggiunta ci possono essere altri medici specializzati a seconda delle condizioni).

Il compito del trauma team sarà quindi quello di stabilizzare il paziente con manovre avanzate, effettuare la diagnostica necessaria per capire di che lesioni soffre il paziente e trattarle in base a delle priorità. La gestione del paziente critico politraumatizzato in generale richiede competenze infermieristiche avanzate perché gli aspetti da presidiare sono moltissimi comprese le manovre di Nursing che possono incidere seriamente sugli esiti del paziente.

 

Foto di Mikhail Nilov

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