Il sistema di emergenza-urgenza territoriale italiano, definito nei principali documenti normativi e organizzativi riconosce all’infermiere del 118 un ruolo centrale nell’assistenza preospedaliera.
Tale figura professionale, inquadrata dal profilo infermieristico del D.M. 739/1994 e successivamente valorizzata dalle Leggi 42/1999 e 251/2000, è oggi un elemento indispensabile per garantire una risposta tempestiva, competente e continuativa alle emergenze sanitarie sul territorio.
Intorno agli anni '60 l'organizzazione del soccorso preospedaliero era di pertinenza delle Pubbliche Assistenze, strutture pubbliche costituite da volontari e provviste di ambulanze, presenti sul territorio. Tale gestione prevedeva l'attivazione della richiesta di soccorso e il successivo invio del mezzo con personale non sanitario, attraverso il contatto telefonico diretto con la struttura di riferimento. L'equipaggio, giunto sul luogo dell'evento, aveva il compito di trasportare rapidamente il paziente nel Pronto Soccorso più vicino per il trattamento sanitario necessario. La suddetta modalità, definita “Scoop and Run”, non contemplava perciò né una valutazione né un trattamento precoce.
Successivamente iniziò ad instaurarsi un nuovo concetto di soccorso basato non più sul mero trasporto, ma sull'insieme di manovre utili al sostentamento e alla stabilizzazione delle funzioni vitali del paziente sino all'arrivo in ospedale.
Si andò quindi a sostituire il precedente modello con l'attuale “Stay and Play” messo in atto dal personale infermieristico. Questo tipo di procedura consente, mediante l'utilizzo di tecniche avanzate e la somministrazione di farmaci, una prima stabilizzazione del paziente critico, oltreché il trattamento delle cosiddette urgenzeminori che non sempre necessitano di un trasporto ospedaliero, contribuendo alla riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso.
Le moderne linee guida internazionali (AHA Guidelines for CPR and ECC; IRC Linee Guida 2021) richiedono che l’infermiere del 118 sia altamente formato nella gestione delle condizioni tempo-dipendenti. Nella fase preospedaliera, il professionista sanitario deve eseguire:
- valutazione ABCDE;

- gestione delle vie aeree e del supporto ventilatorio;
- riconoscimento precoce di alterazioni emodinamiche ed elettrocardiografiche;
- somministrazione di farmaci d’urgenza secondo protocolli regionali (AREU, ARES, ecc.).
L’ operatività sul territorio è altamente complessa e presenta una variabilità elevata: la scena dell’intervento può essere una strada trafficata, un’abitazione privata, un luogo pubblico o un evento ad alto impatto emotivo.
La letteratura internazionale (O’Hara et al., Emergency Medicine Journal) sottolinea come il processo decisionale e la prontezza dell’operatore siano influenzati da:
- dinamiche ambientali;
- disponibilità di risorse;
- necessità di garantire la sicurezza della scena;
- gestione dei familiari e dei presenti.
Una parte significativa dell’attività può avvenire in Centrale Operativa 118, dove l’infermiere svolge triage telefonico e fornisce indicazioni immediate al cittadino, secondo quanto previsto dalle Linee di indirizzo nazionali e dai modelli regionali. Studi internazionali (Burkart et al., Journal of Emergency Nursing) confermano come il triage telefonico infermieristico sia essenziale per:
- classificare correttamente la gravità della chiamata;
- indirizzare il mezzo più adeguato;
- avviare precocemente le manovre salvavita (es. RCP telefonica).
Nello specifico, al personale infermieristico compete l'elaborazione delle telefonate, la valutazione dell'evento e l'invio del mezzo adeguato. L'utente attiva il Servizio d'Emergenza attraverso il numero telefonico gratuito 118, attivo 24 ore su 24.
Tutte le chiamate che afferiscono alla C.O. 118 sono soggette a registrazione.
L'infermiere prende in gestione la chiamata usufruendo del Sistema informatico Dispatch, protocollo d'intervista d'importazione statunitense basato su una serie di azioni standardizzate e sull'analisi delle risposte fornite dal cittadino, che permette la valutazione e la codifica della criticità dell'evento.
L'inserimento del nominativo e del luogo dell'accaduto permette l'apertura della cartella d'intervento.
In conseguenza al grado di compromissione funzionale rilevato dall'intervista telefonica, viene identificato e assegnato il codice colore di gravità.
Codice d'intervento:

La letteratura scientifica, inoltre, evidenzia che gli infermieri del soccorso extraospedaliero sono esposti a un elevato rischio di stress acuto e burnout (Wilson et al., International Emergency Nursing). Il debriefing, la supervisione e la formazione continua sulla gestione emotiva sono strumenti raccomandati per sostenere il benessere psicologico dell’équipe e mantenere elevati standard assistenziali.
In un mondo in cui ogni secondo può fare la differenza tra la vita e la morte, l’infermiere del 118 non è solo un operatore sanitario: è il garante della speranza, il custode della sicurezza sul territorio e il volto della professionalità che arriva prima che l’ospedale possa fare la sua parte.
Dietro ogni sirena, ogni corsa, ogni intervento, c’è competenza, coraggio e umanità.
Bibliografia
- IRC – Italian Resuscitation Council. Linee guida 2021 per la rianimazione cardiopolmonare.
- American Heart Association (AHA). Guidelines for CPR and Emergency Cardiovascular Care.
- Campanini M., L'infermieristica di emergenza e urgenza. Milano: McGraw-Hill.
- Dal Brun M., Assistenza infermieristica in area critica. Piccin Editore.
- PHTLS. Prehospital Trauma Life Support. 9th ed. Jones & Bartlett Learning.
