ECMO in terapia intensiva: sfide e competenze per l'assistenza

infermiere

Nel panorama dell'assistenza critica moderna, l'ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) rappresenta una terapia salvavita complessa, utilizzata per supportare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria grave, refrattaria alle terapie convenzionali.

Per l'infermiere che opera in contesti di terapia intensiva, la comprensione approfondita dell'ECMO, dalla sua fisiologia alle implicazioni pratiche e assistenziali, è fondamentale per garantire un'assistenza di qualità superiore e la sicurezza del paziente.

Cos'è l'ECMO: principi e tipologie

L'ECMO è una tecnica di supporto vitale che sostituisce temporaneamente la funzione dei polmoni e/o del cuore, permettendo a questi organi di riposare e recuperare. Il principio di base è prelevare il sangue dal paziente, farlo passare attraverso un ossigenatore (una membrana che simula la funzione polmonare, scambiando ossigeno e anidride carbonica) e poi reinfonderlo nel circolo sanguigno. Una pompa meccanica sostituisce la funzione di pompaggio del cuore.

Esistono due configurazioni principali di ECMO:
  1. ECMO veno-venoso (vv-ECMO): supporta esclusivamente la funzione polmonare. Il sangue viene prelevato da una vena maggiore (solitamente la femorale o la giugulare interna) e reinfuso in un'altra vena maggiore. Il cuore del paziente continua a pompare il sangue, ma l'ossigenazione e la rimozione di CO2 avvengono tramite il circuito esterno. È indicata in casi di grave insufficienza respiratoria acuta, come ARDS (acute respiratory distress syndrome), polmoniti severe o insufficienza respiratoria da COVID-19.

  2. ECMO veno-arterioso (va-ECMO): supporta sia la funzione polmonare che quella cardiaca. Il sangue viene prelevato da una vena maggiore e reinfuso in un'arteria (solitamente la femorale o la succlavia). Questo permette di fornire sangue ossigenato direttamente alla circolazione arteriosa sistemica, bypassando sia i polmoni che il cuore del paziente. È indicata in casi di grave shock cardiogeno, arresto cardiaco refrattario (e-cpr) o insufficienza cardio-respiratoria combinata.

Indicazioni e controindicazioni

Le indicazioni all'ECMO sono in continua evoluzione e dipendono dalla specifica patologia, dalla sua gravità, dall'età del paziente e dalla presenza di comorbidità.

In generale, l'ECMO viene considerato quando le terapie convenzionali (ventilazione meccanica avanzata, farmaci inotropi/vasopressori) non sono più sufficienti a mantenere un'adeguata ossigenazione e perfusione d'organo.

Tra le principali indicazioni si annoverano:
  • Insufficienza respiratoria acuta grave: ARDS refrattaria, polmonite grave (virale o batterica), esacerbazioni severe di BPCO.
  • Insufficienza cardiaca acuta grave: shock cardiogeno, miocardite acuta, intossicazioni da farmaci, arresto cardiaco refrattario a rianimazione convenzionale (e-cpr).
  • Trapianto: ponte al trapianto polmonare o cardiaco.
Le controindicazioni relative o assolute includono:
  • Malattie terminali o condizioni irreversibili.
  • Età avanzata con fragilità significativa.
  • Immunosoppressione grave.
  • Emorragia attiva o rischio emorragico incontrollabile (a causa dell'anticoagulazione richiesta).
  • Danno neurologico grave e irreversibile.
  • Mancanza di consenso dei familiari o del paziente (se possibile).

Il ruolo cruciale dell'infermiere nella gestione dell'ECMO

La gestione di un paziente in ECMO richiede un team multidisciplinare altamente specializzato, in cui l'infermiere gioca un ruolo centrale e insostituibile.

La complessità del paziente e del circuito extracorporeo rende l'assistenza infermieristica estremamente impegnativa e ad alta intensità.

  1. Preparazione e monitoraggio del circuito ECMO:
    • Setup del circuito: l'infermiere partecipa attivamente all'assemblaggio e al priming (riempimento con soluzione fisiologica e/o sangue) del circuito ECMO, assicurandosi che sia sterile e privo di bolle d'aria.
    • Monitoraggio continuo: vigilanza costante su tutti i parametri del circuito: flussi della pompa (RPM, l/min), pressioni (pre-pompa, post-ossigenatore), temperatura, livelli di ossigenazione e CO2 (sweep gas flow). Qualsiasi variazione anomala richiede un intervento immediato e una segnalazione al medico.
    • Gestione delle cannule: mantenimento della pervietà delle cannule, prevenzione di pieghe o occlusioni, e rigorosa cura del sito di inserzione per prevenire infezioni.
  1. Gestione dell'anticoagulazione: 

L'ECMO richiede un'anticoagulazione sistemica (spesso con eparina) per prevenire la trombosi del circuito.

    • Monitoraggio: l'infermiere monitora costantemente i parametri della coagulazione (es. aPTT, ACT - activated clotting time) e regola l'infusione di eparina secondo i protocolli, in stretta collaborazione con il medico.
    • Rischio emorragico: valutazione continua del rischio di sanguinamento (siti di inserzione, mucose, secrezioni, drenaggi) e gestione delle complicanze emorragiche.
  1. Monitoraggio emodinamico e respiratorio del paziente:
    • Parametri vitali: monitoraggio invasivo e non invasivo della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno, diuresi.
    • Ventilazione meccanica: gestione della ventilazione a riposo polmonare (lung rest strategy), spesso con parametri protettivi molto bassi, per permettere il recupero dell'organo.
    • Stato neurologico: valutazione regolare dello stato di coscienza e della funzione neurologica, data l'alta incidenza di complicanze neurologiche in pazienti ECMO.
  1. Prevenzione e gestione delle complicanze:
    • Infezioni: adottare protocolli rigorosi di igiene delle mani, cura del sito del CVC/cannule ECMO e gestione asettica del circuito per prevenire le CRBSI (catheter-related bloodstream infections).
    • Sanguinamento/trombosi: riconoscere i segni di emorragia (visibile e occulta) o di formazione di trombi nel circuito, intervenendo prontamente.
    • Insufficienza renale acuta: monitoraggio della diuresi e dei parametri renali; gestione di terapie sostitutive renali (CRRT) se coesistenti.
    • Disfunzioni d'organo: osservazione attenta di tutti i sistemi d'organo (fegato, intestino) per segni di disfunzione.
  1. Assistenza olistica e supporto al paziente e alla famiglia:
    • Cura della persona: i pazienti in ECMO sono spesso sedati e immobili. L'infermiere garantisce igiene, prevenzione delle lesioni da pressione, mobilizzazione passiva e cura della cute.
    • Supporto nutrizionale: gestione della nutrizione enterale o parenterale.
    • Comunicazione: mantenere una comunicazione chiara e costante con i familiari, aggiornandoli sulle condizioni del paziente e sul funzionamento dell'ECMO, offrendo supporto emotivo in un momento di grande stress.
    • Dignità e umanizzazione: anche in un contesto di alta tecnologia, l'infermiere si assicura che la dignità del paziente sia sempre mantenuta, creando un ambiente il più possibile confortevole.
  1. Formazione continua e lavoro di squadra: 
    • L'ECMO è una terapia in continua evoluzione, la formazione specifica e l'aggiornamento costante sono mandatori per l'infermiere che lavora in questo campo.
    • La collaborazione interdisciplinare con medici intensivisti, cardiochirurghi, perfusionisti e fisioterapisti è la chiave del successo. L'infermiere è il fulcro di questa comunicazione e coordinazione.

In sintesi

L'ECMO rappresenta una frontiera avanzata dell'assistenza intensiva, offrendo una speranza a pazienti con condizioni critiche altrimenti intrattabili. Per l'infermiere, la gestione di un paziente in ECMO è una sfida che richiede conoscenze specialistiche, competenze tecniche elevate, capacità di problem-solving e una profonda sensibilità umana.

Essere parte del team ECMO significa essere in prima linea nel salvare vite, contribuendo con professionalità e dedizione a un'assistenza che fa la differenza. 

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Foto di Repida Mihail

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