Il massaggio alla schiena è un momento che può portare ad un rilassamento utile per ridurre i dolori e un eventuale stato d'ansia, un momento di confort del paziente che cambia molto il benessere e la percezione di un ricovero.
L'ho riscoperto di recente leggendo un capitolo sul Kozier ed Erb ed.2017, una scheda dedicata al massaggio e ai suoi effetti benefici.
Il massaggio rientra fra le terapie complementari e quello alla schiena non è una novità, già negli anni 90 si faceva regolarmente, ovviamente non a tutti, ma ai pazienti allettati e durante il giro di controllo di notte, così avevano modo di riposare più tanquilli, niente di "astronomico" ma si vedeva subito il benessere che percepiva il paziente.
Nel volume "Fondamenti di Assistenza Infermieristica" Kozier ed Erb, nel capitolo gestione del dolore a pagina 1038 il massaggio effettuato dall'infermiere per favorire il rilassamento, favorire il conforto per diminuire la tensione muscolare con lo scopo di ridurre l'ansia e il dolore.
Il volume ha un linguaggio tecnico e formale e presenta il tutto come se in reparto si avesse una stanza e il tempo per fare a turno ai pazienti una seduta per un massaggio alla schiena, visto così è fantascienza.
Il massaggio è chiaramente controindicato se ci sono lesioni cutanee, segni di infezioni o ematomi, comunque in qualsiasi caso ci sia un sospetto di danno tessutale.
Come fare il massaggio?
Lo schema presentato dal volume è un passaggio della mano, con una crema emolliente, dalla scapola alla zona sacrale poi alla scapola e quindi al centro della schiena, se possibile in continuità si fa sia la parte destra che sinistra.
La documentazione è una parte del processo e la motivazione, parte da una valutazione del dolore muscolare durante lo spostamento e l'efficacia è data da una valutazione riferita dal paziente.
La tecnica è passata di moda all'inizio degli anni 2000 con le linee guida sulla prevenzione delle lesioni da pressione, che chiaramente non ne potevano rilevare un efficacia, dato che le lesioni vengono quando c'è una compromissione seria del paziente.
Nell'ultimo decennio a livello internazionale ci sono diversi studi che ne hanno verificato l'efficacia e se non bastano gli studi su pubmed basta provare.
Il paziente che ne può avere il maggior beneficio è quello che è allettato da tempo che potrebbe avere una riduzione del tono muscolare.
Il massaggio non si può fare senza il consenso del paziente.
Può capitare che non ci sia il tempo per spiegare grandi teorie o farsi grandi davanti ad un servizio semplice per il benessere del proprio assistito ma si può introdurre il massaggio gradualmente con una motivazione semplice, apporre una crema dermoprotettiva, sempre se il paziente è concorde.
Quando fare il massaggio?
La notte è il momento giusto, durante il giro letti, nella mobilzzazione del paziente è possibile capire se il paziente ha dolore o disagio mentre lo si muove, questo aspetto si può riportare nella documentazione infermieristica.
Quando il paziente è di lato gli si appone una crema emolliente dermoprotettiva e se ne ha beneficio se ne può prolungare l'apposizione, la verifica di quanto fatto viene fatta chiedendo al paziente se ha avuto beneficio, anche in questo caso si può riportare nella documentazione infermieristica.
Una nota polemica
Il massaggio perse colpi e interesse all'inizio del 2000 quando le linee guida sulle lesioni da pressione lo indicarono come inefficace, anzi si sbilanciarono definendolo pericoloso, come risultato le piaghe sono rimaste inalterate e si perse un momento di contatto con i pazienti più fragili.
Concludo dato che mi sono dilungato troppo, ritrovando sul Kozier un capitolo sui massaggi ne sono rimasto felicemente sorpreso e ho anche fatto anche una ricerca veloce con i termini "nurse back massage pain" LINK e ci sono diversi articoli.