Il mal di gola è uno più comuni fastidi che possono verificarsi sia nei bambini sia negli adulti quando si ha un'infezione alle alte vie respiratorie. Spesso si tratta di infezioni di origine virale che quindi non hanno strettamente bisogno di antibiotici per guarire.
Altre volte, invece, ci si può imbattere in faringite streptococcica di gruppo A, l'unica che richiede un trattamento antibiotico, una volta accertata. Uno studio ha cercato quindi di capire quale sia l'antibiotico migliore per trattare questa malattia.
La faringite da streptococco di gruppo A: che cos’è e come si tratta
Lo streptococco di gruppo A (GABHS) è un batterio che si trasmette per lo più tramite il contatto con secrezioni provenienti dalla gola o dal naso di persone infette, come colpi di tosse o starnuti che rilasciano nell'aria goccioline di saliva e muco.
Questo batterio si trova di norma nella gola e nella pelle di ognuno di noi e nella maggior parte dei casi dà origine a infezioni piuttosto lievi.
Talvolta, però, può succedere che il batterio riesca a scatenare infezioni più gravi che vanno curate necessariamente con un trattamento antibiotico.
Prima di procedere con la cura antibiotica, in ogni caso, è sempre necessario accertarsi che si tratti proprio di faringite causata da Streptococco beta-emolitico di gruppo A tramite il test rapido o il tampone faringeo.
In genere, la faringite non è di per sé pericolosa e si cura in poco tempo. Tuttavia, se trascurata può portare a complicanze, specie nei bambini, portando per esempio a sintomi più gravi come:
- otite;
- ascessi peritonsillari;
- sinusite;
- infiammazione dei reni;
- febbre reumatica.
Lo studio sull’efficacia degli antibiotici
Uno studio pubblicato di recente su Cochrane Library ha preso ad esame proprio gli antibiotici per cercare di capire quale sia tra tutti quello più efficace per il trattamento della faringite (o mal di gola) causata da batteri, come streptococchi beta-emolitici di gruppo A, e in che misura possa intervenire per:
- alleviare i sintomi della malattia, quali febbre o dolori;
- ridurre la durata della malattia;
- prevenire la ricaduta dopo una guarigione iniziale;
- prevenire eventuali complicanze.
Il farmaco più utilizzato nel corso del tempo è stato (e continua a essere usato anche oggi) la penicillina, alla quale il GABHS oppone raramente resistenza.
Gli esperti hanno comunque condotto una ricerca analizzando alcuni studi passati per confrontare l'efficacia di diversi antibiotici su persone con mal di gola positive al GABHS di età compresa tra un mese e 80 anni.
I ricercatori hanno preso in considerazione diversi studi dei quali:
- sei hanno confrontato la penicillina con le cefalosporine;
- sei hanno confrontato la penicillina con i macrolidi;
- tre hanno confrontato la penicillina con il carbacefema;
- uno ha confrontato la penicillina con i sulfamidici;
- uno ha confrontato la clindamicina con l'ampicillina;
- uno ha confrontato l'azitromicina con l'amoxicillina nei bambini.
Le persone prese in considerazione negli studi inclusi erano tutti risultati positivi alla tonsillofaringite acuta da GABHS.
Quello che è stato scoperto è che gli effetti dei diversi antibiotici quali penicillina, cefalosporine, macrolidi, azitromicina e carbacefema sul miglioramento dei sintomi della malattia erano molto simili tra loro e che tutti hanno causato effetti come nausea, vomito, diarrea o eruzioni cutanee, senza riportare però complicanze a lungo termine.
Soltanto alcune prove (di scarsa certezza) avrebbero mostrato come il carbacefema possa essere più adatto per mitigare i sintomi post-trattamento negli adulti e nei bambini.
Gli esperti sono quindi arrivati alla conclusione che non è ancora possibile indicare quale antibiotico sia migliore nel prevenire complicazioni gravi.
Tuttavia, gli studi hanno mostrato come l'allergia alla penicillina nei pazienti era quasi del tutto assente: perciò questo medicinale rimane un'utile soluzione nel trattare la tonsillofaringite da GABHS. Non ci sono attualmente altre prove certe che altri antibiotici siano efficaci più della penicillina.
In ogni caso, lo studio punta a precisare che gli effetti degli antibiotici non sono efficaci nella sintomatologia, ma piuttosto sono utili per abbreviare il decorso della malattia, ridurre la contagiosità ed evitare le complicanze.
Foto di Luisella Planeta LOVE PEACE da Pixabay
