I cardini dell’integrazione

infermiere

CAPO 1: PRINCÍPI E VALORI PROFESSIONALI

ART.3 - RISPETTO E NON DISCRIMINAZIONE

”L’infermiere si prende cura della persona, delle sue persone di riferimento, della famiglia e della comunità. Agisce nel rispetto della loro dignità, libertà ed eguaglianza, delle loro scelte di vita e concezioni di salute e benessere, senza alcuna distinzione di età, etnia, religione, condizione sociale, identità di genere, orientamento sessuale e culturale. In coerenza con i valori etici e le norme deontologiche delle professioni infermieristiche, garantisce una relazione basata sulla fiducia reciproca. Promuove la cultura del rispetto e dell’inclusione contribuendo a ridurre le disuguaglianze in ambito socio-sanitario. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo agire”.

Mi chiamo Silvano Biagiola e sono un infermiere.

Il codice deontologico continua ad elencare i valori che stanno alla base della professione, sottolineando con questo articolo un aspetto fondamentale per l’assistenza sanitaria. Così come i cardini in ottone reggono una porta e permettono a questa di aprirsi e chiudersi continuamente, così questi valori permettono all’infermieristica di potersi sempre più aprire al mondo e alla società, al fine di poter conoscere nuove stanze e nuove realtà.

Nella nuova versione del 2025, questo articolo è stato ampliato rispetto al codice deontologico precedente: sottolinea l’importanza della relazione e della fiducia reciproca tra l’operatore/operatrice e l’assistito/a (aspetto che verrà poi rimarcato nell’articolo successivo) e l’importanza del nostro ruolo nel promuovere la cultura del rispetto per ridurre discriminazioni e disuguaglianze.

Ci rende quindi dei punti cardine fondamentali per l’interazione tra le persone, favorendo l’aggregazione sociale e la cura per l’essere umano.

Ciò rende l’infermieristica ancora più utile alla società, sottolineando contemporaneamente l’aspetto umano e l’aspetto professionalizzante. Come professionisti abbiamo il dovere di favorire l’integrazione e l’uguaglianza sociale e abbiamo il diritto di essere trattati come specialisti del settore e non come missionari.

Siamo i cardini dell’assistenza, siamo i punti fondamentali che permettono che il sistema sanitario si regga solido e che possa aprirsi a nuove sfide sociali e chiudersi all’odio e alla non accettazione della realtà.

Sono stati molti gli episodi di cronaca che mi hanno affascinato riguardo l’infermieristica, a proposito di rispetto e non discriminazione. In questo momento che scrivo, me ne viene in mente uno che mi affascinò molto, in quanto lo ritengo molto “elevato” dal punto di vista professionale.

Lessi un articolo che raccontava l’operato degli infermieri che assistettero Totò Riina, il boss della mafia, nel carcere di Parma dov’era ricoverato. Mi ricordo che dissi: ”ma quest’uomo così cattivo, merita davvero di essere assistito?”. Beh... Ora che sono cresciuto, ora che so quali sono i valori della mia professione, dico senza dubbio SÍ!

Anzi... Ora dico che sono proprio questi gli esempi che mi fanno capire quanto è importante, per essere un buon professionista, andare oltre le mie opinioni, andare oltre i fatti che hanno caratterizzato la persona che assisto, andare oltre le credenze morali della società. E quegli infermieri che assistettero Riina mi hanno insegnato, con i fatti, l’importanza dell’apertura mentale e della tolleranza.

Ovviamente, è normale che io abbia una mia opinione sulla persona citata e su tanti altri fatti o situazioni che caratterizzano la vita, ma questo articolo del codice mi rimanda all’importanza del rispetto universale, dell’integrazione sociale e della fiducia verso il prossimo.

Siamo ciò che consente ad una porta di spalancarsi al nuovo.

Siamo una potente giunzione tra quello che si conosce e quello che deve ancora essere scoperto.

L’apertura mentale ritengo sia la base per poter assistere al meglio chiunque. Ciò permette alla nostra professione di poter essere d’aiuto veramente, favorendo la connessione tra realtà diverse. In un pianeta dove spesso l’odio, la guerra e le divisioni governano, la nostra figura può veramente fare la differenza nell’uguaglianza sociale e nel rispetto per il mondo intero, esattamente così com’è.

Noi permettiamo al nuovo di entrare. Noi impediamo all’intolleranza e alla discriminazione di varcare la soglia. Noi consentiamo all’amore di inondare i nuovi corridoi e le nuove stanze di una luce intensa, che illumina e permette di vedere.

Noi siamo il futuro. Noi siamo rispetto e tolleranza. Noi siamo i cardini dell’integrazione. Vi auguro il meglio care colleghe e cari colleghi, sempre.

Dott. Silvano Biagiola

 

Foto di Pavel Danilyuk

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