Infermieri disoccupati al 35%: Allarme sulle professioni sanitarie, ecco i dati

news g2e69814e7Pubblicati da il Sole24 ore il report 2015-2015 sulle professioni sanitarie. Dati alla mano si è passati dal 2007 quando essere infermiere comportava avere un occupazione dal primo anno del 94% ad oggi, scesa al 65% (quindi 35% disoccupati).

C'è un errore di calcolo che porta alla formazione di infermieri superiore al necessario e forse come conseguenza c'è una crisi occupazionale infermieristica che avrà una coda lunga, alcuni dati...

Molto interessante l'articolo del Sole 24ore al (LINK) 

Per le prove di ammissione alle lauree sanitarie si sono presentati in 88630 se tutti hanno pagato 60 euro è un bel gruzzoletto di oltre 5000.000 di euro e quindi il fatto che siano calate le persone alle preselezioni è una perdità per l'università che incasserà di meno.

Riporto dall'alrticolo:Situazione per Infermieristica. Il dato emergente di quest’anno è che si blocca la disoccupazione che si mantiene quindi sul medesimo tasso del 35% dello scorso anno. Si ferma quindi la discesa che era partita dal 94% di occupazione del 2007 fino al 65% attuale e dello scorso anno.

Una disoccupazione ferma al 35% per gli infermieri che si laureano è un dato nazionale non regionale, che vuol dire 3-4 colleghi su 10 a spasso.

Perchè tutti questi colleghi disoccupati cosa è cambiato dal 2007?

La produzione della salute è diventata più efficente, ha tagliato i posti letto e ricollocato gli infermieri, fatto questo dopo qualche anno dovrebbero ricominciare le assunzioni, ma questo non accade.

Per un semplice errore di calcolo che forma più infermieri del necessario.

Se ci sono più infermieri a disoccupati questi aprono la p.iva e si crea una situazione di offerta del lavoro superiore alla domanda e il costo del lavoro va al ribasso, la conseguenza è che anche tante ASL hanno utilizzato i liberi professionisti come dipendenti ad un costo inferiore di un dipendente (non so forse i sindacati dovevano farsi valere... fate voi).

Perchè tutta questa formazione di infermieri in eccesso?

Qualcuno ha deciso per un turnover del 4%, quel qualcuno ha dimenticato di aggiornare il dato con i nuovi parametri pensionistici.

Un turnover al 4% implica che in 25 anni tutto il personale deve essere sostituito per pensionamento.... magari.

Oggi chi ha iniziato a lavorare negli anni 90 perchè diplomato giovane non andrà in pensione nel 2015 e quindi da sostituire, ma ci andrà nel 2030 ergo per oltre 15 anni si formerà un surplus di infermieri.

Se il tasso di sostituzione fosse calcolato considerando che un infermiere deve lavorare per 40 anni e forse più, dovrebbero pensare ad un turnover del 2,5%.

Turnover del 2,5 che potrebbe essere sovradimensionato perchè:

dagli anni 90 la popolazione italiana è cresciuta poco e invecchia meglio con una sanità in grado di fare analisi rapidamente (negli anni 90 ci voleva 1 mese per fare una TAC se c'era),

Le tecnologie rendono più semplice il lavoro, informatizzazione, distribuzione automatica dei farmaci.

La diagnosi precoce rende più leggero il nostro lavoro.

Se fosse applicato un 2,5%, un tasso basato sui tempi che un infermiere deve attendere per andare in pensione si avrebbe che adesso viene calcolato un 1,5% in eccesso che corrisponderebbe ad un 37% dei posti.

Due conti banali ma che il 35% di colleghi disoccupati dimostra fondato.

Troppo facile manca qualcosa perché il dato della disoccupazione è sui laureati... quindi dei 16000 iscritti in quanti arrivano alla fine?

Se tutti si laureeranno allora il ragionamento sopra fila.

Ma se si laureano in 10.000 o meno allora c'è una crisi voluta, un turnover bloccato, un accumulo di ferie/straordinari accumulati e non goduti in barba a leggi e contratti... una situazione atipica e fuori controllo.

Sperare che la crisi si sblocchi da sola è la sola cosa che ci resta?

Allegati del Sole24Ore

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