Sembra ieri che se ne parlava per primi nel web, si sembrava dei fomentatori di paura ma poi la realtà ha mostrato la drammaticità con una malattia terribile che uccide 1 persona su due.
Una malattia che sembrava arrivare, c'era una sensazione di arrivo imminente, ma non è stato così, oggi se questo Natale siamo al sicuro è grazie a loro...
Leggendo la pagina facebook di Gino Strada si sente la malattia nella sua drammaticità umana.
Un popolo afflitto dalla malattia che potrebbe disperarsi e pensare di fuggire dal dolore dei morti, dal dolore di vivere con la malattia sempre presente.
Leggendo la pagina i passaggi sono netti e mi vengono in mente alcune parole come:
il lavoro
"Ieri abbiamo trasferito i primi malati dal Centro di Lakka al nuovo Centro di cura per i malati di Ebola di Goderich.
Dal Connaught Hospital, il principale ospedale di Freetown, ci hanno chiamato per trasferire qui un loro medico che è appena risultato positivo al virus.
Sono stati due mesi molto faticosi, ma finalmente il nuovo ospedale è aperto: siamo partiti!", ci scrive Rossella Miccio, coordinatrice dell'Ufficio umanitario di EMERGENCY.
la speranza
"Poi ci sono momenti in cui l'umore cambia: ogni volta che si dimette un paziente guarito e quel paziente tre giorni dopo viene a chiedere se può lavorare al centro, anche perché vuol aiutare chi vive quello che ha vissuto lui", scrive Gino Strada dalla Sierra Leone.
Si sfogliano i post e alcuni fanno riflettere più di altri e lasciano senza parole:
“Quella foto oggi sarebbe impossibile” racconta Luca La Stampa. Luca è in Sierra Leone dal 2011, gestiva un ospedale chirurgico pediatrico e poteva anche concedersi uno scatto con i suoi piccoli pazienti. Non più, per colpa di #Ebola. “Ogni contatto è vietato – spiega – e gli abbracci mancano a tutti”. A giugno, davanti al rischio contagio, il personale sanitario governativo ha svestito i camici. Sono rimaste solo le organizzazioni non governative. “Quello di EMERGENCY, a Goderich, è l’unico ospedale con sale operatorie aperte. Oggi Freetown è il luogo più colpito e le procedure di sicurezza sono cruciali. Ma il virus ha ucciso famiglie e creato nuovi orfani: a noi sta il compito di continuare a operare e a curare”.
Quale dramma questa malattia per un popolo che non può avere contatti, non potersi abbracciare, stringere la mano, pensateci nei prossimi giorni, con i pranzi in famiglia, le cene, non potersi stringere la mano, abbracciarsi... non avere il contatto umano spontaneo.
Pensate nei prossimi giorni se non fossero ammessi i comuni contatti umani, pensate a quegli uomini quelle donne che ogni giorno lavorano e rischiano.
Perchè?
Perchè è giusto salvare un altro essere umano se puoi farlo, perchè portano non solo la salvezza ma anche la speranza, loro sul posto sono lì anche per noi, perchè se quelle persone si ammalano e hanno la speranza di guarire è solo merito loro che ogni giorno contribuiscono a mantenere controllata la malattia.
E io come posso aiutare?
Non ho tempo, devo uscire, fare compere, tutto di fretta, non ci sono mai soldi... quante scuse.
Hanno bisogno di poco.
Ma i soldi son soldi e non ce ne sono mai abbastanza, vero, ce lo diciamo ogni giorno.
Ma se proprio siamo a secco, risparmiare almeno un euro da ogni regalo per darlo a Emergency è così terribile?
Pochi step
Si mettono gli ultimi dati e si conferma.
Fate un Buon Natale e tante Buone Feste
Franco Ognibene