L'infusione di farmaci e soluzioni per fleboclisi può avere una complicanza: lo stravaso della soluzione infusa.
L'evento viene riferito più o meno rapidamente a seconda delle proprietà della soluzione. Lo stravaso è la fuoriuscita accidentale di un farmaco dal letto vascolare utilizzato.
In cosa consiste esattamente lo stravaso?
Nel caso dei farmaci antiblastici, citotossici, questi si infiltreranno nel tessuto sottocutaneo circostante comportando di conseguenze complicanze di varia entità che dipendono dal tipo, dalla quantità e dalla concentrazione del farmaco utilizzato.
La sorveglianza delle fleboclisi quando si infondono chemioterapici è maniacale per i danni che uno stravaso può provocare.
Altri farmaci e soluzioni hanno una sorveglianza diciamo "ordinaria"; ma è importante prestare la massima attenzione ad ogni segnalazione del paziente.
L'infusione di farmaci e fleboclisi avviene attraverso contenitore, flebo o flacone, collegato con un deflussore ad un'agocannula o un butterfly (oggi molto raro) che entra nel circolo venoso.
La vena che ospita l'agocannula o il butterfly può cedere e diventare permeabile, oppure, può essere forata dal butterfly, un ago metallico che a causa di un movimento accidentale anche dovuto dello spostamento dell'agocannula si sfila, e si verifica un'infusione della soluzione nei tessuti, o come si dice, fuori vena.
Gli effetti dello stravaso
Lo stravaso di antibiotici e soluzioni usati di frequente, se rilevati tempestivamente, generalmente non causano danni. Gli effetti immediati sono costituiti da bruciore e gonfiore locale, meritevoli di attenzione per tranquillizzare il paziente e monitorarne l'evoluzione.
Nel caso si abbia uno stravaso di fisiologica che viene notato tardivamente, questo si può presentare con un gonfiore anche molto vistoso, ma non dolente.
La soluzione fisiologica dà un leggero bruciore all'inizio, poi il paziente può non accorgersi di nulla fino a quando la dimensione del gonfiore sarà eccessiva.
In questo caso è sufficiente attendere e il giorno dopo il braccio sarà tornato normale.
Lo stravaso di farmaci (non irritanti, non vescicanti) dà gonfiori di più piccole dimensioni a causa del bruciore, niente di grave, il farmaco si riassorbirà senza lasciare danni.
Comunicazione e comprensione del momento
In entrambi i casi è necessario rapportarsi con il paziente attraverso i nostri mezzi più potenti: la comunicazione e la comprensione.
Questo è un momento che va preso sul serio perchè per il paziente è un qualcosa di imprevisto, si può agitare, anche se non ci sarà un effettivo danno ma la terapia è stata interrotta e il paziente dovrà ricevere un altro foro.
Non si devono trovare scuse, sotterfugi o peggio ancora colpevolizzare il paziente, è una direzione sbagliata e del tutto inutile.
Il nostro operato è comunque compartecipe nella causa del malfunzionamento di qualcosa di cui siamo responsabili; se c'è un'interruzione accidentale della terapia, noi ne siamo consapevoli e ci attiviamo con serietà e professionalità.
L'obiettivo che deve percepire il paziente è l'attenzione verso la ripresa della terapia il prima possibile.
Lo stravaso può dipendere da tanti motivi come ad esempio:
- velocità eccessiva dell'infusione;
- vena che non riceve adeguatamente, per il calibro inadatto o per un'irritazione locale;
- malposizionamento della cannula, una posizione anatomica mobile può essere causa di fuoriuscita;
- farmaci che danneggiano la parete della vena.
Qualora ci siano dei fattori che sono evidenti si devono tenere in considerazione per il posizionamento della successiva agocannula.
Purtroppo, in alcuni casi, quando il paziente presenta stravasi frequenti per farmaci e soluzioni standard, se possibile, bisogna considerare di non posizionare un agocannula ed indirizzare il paziente verso l'infusione in ipodermoclisi o verso il posizionamento di un CVC.
Foto di Engin Akyurt da Pixabay
