Un recente rapporto sulle professioni infermieristiche, commissionato dalla FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) e realizzato dalla scuola superiore Sant'Anna di Pisa, ha fornito un'analisi dettagliata e strutturata della situazione degli infermieri in Italia.
Il documento confronta i dati con il quadro europeo, analizza le singole regioni e propone una riflessione sul ruolo della professione nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Profilo e competenze della professione infermieristica in Italia
Il rapporto ha evidenziato diverse aree chiave:
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Rapporto infermieri-cittadini: l'Italia si colloca in fondo alla classifica OCSE con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, a fronte dei 14 della Finlandia e dei 12 della Germania. Il divario è particolarmente evidente in regioni come Lombardia e Sicilia.
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Stipendi e carriera: esiste una marcata disparità retributiva tra Nord e Sud, con Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna ai vertici della classifica e Campania e Molise in fondo. L'indice del "soffitto di cristallo" mostra che, nonostante la maggioranza femminile nella professione, gli uomini prevalgono nelle posizioni di vertice.
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Formazione e ricerca: tra il 2014 e il 2024, le posizioni accademiche in scienze infermieristiche sono aumentate significativamente, passando da 35 a 83. Tuttavia, la produzione scientifica è ancora instabile a causa della scarsità di posizioni di dottorato di ricerca. L'età media per la laurea triennale è diminuita a 25,2 anni, e nel 2023 il 68,2% degli iscritti proveniva da licei.
Prospettive e soddisfazione professionale
Il rapporto ha anche analizzato le prospettive lavorative e il livello di soddisfazione degli infermieri:
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Sbocchi lavorativi: c'è una forte preferenza per il settore pubblico, con il 78,9% dei laureati triennali che lo ha scelto nel 2023. I laureati magistrali hanno un alto tasso di occupazione in un ambito coerente con gli studi (92,3% nel 2023).
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Soddisfazione e benessere: la soddisfazione degli infermieri che lavorano in contesti domiciliari è superiore a quella degli infermieri ospedalieri. Un dato preoccupante è che il 45% degli infermieri considera di cambiare lavoro o lasciare la professione. D'altro canto, la soddisfazione dei pazienti è molto alta, con punte di 95 su 100 per il supporto emotivo ricevuto dagli infermieri.
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Riforma territoriale: l'analisi della riforma territoriale del DM 77 del 2022 ha mostrato una percezione disomogenea tra i cittadini. Le regioni che utilizzano la dicitura "Infermiere di Famiglia e Comunità" (IFeC) anziché "Infermiere di Famiglia o Comunità" (IFoC) sono solo Lazio, Lombardia, Sardegna e Toscana.
Commento della FNOPI
Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI, ha sottolineato che la questione infermieristica non riguarda una singola professione, ma l'intero Paese.
Con una popolazione che invecchia, la sfida principale sarà l'assistenza sul territorio, non solo negli ospedali. Ha concluso che per risolvere la carenza di personale è necessario rendere la professione più attrattiva, offrendo reali opportunità di carriera e riconoscimenti professionali.
