Con l'arrivo degli anni Duemila, negli Stati Uniti è scoppiata la cosiddetta epidemia da oppioidi che ogni anno uccide per overdose circa 50.000 persone.
Basti pensare che tra il 1999 e il 2018 oppioidi e oppiacei sono stati la causa di ben 446.032 decessi. La domanda che quindi tutti si sono chiesti negli ultimi tempi è: diminuire le prescrizioni di oppioidi può aiutare a combattere questa terribile situazione oppure non farebbe altro che aumentare il rischio di suicidio? A questo quesito pare aver risposto una recente ricerca.
Lo studio sul legame tra prescrizioni di oppioidi e suicidi negli Stati Uniti
Secondo uno studio della Columbia University Mailman School of Public Health e del Columbia University Irving Medical Center, la correlazione tra prescrizione di oppioidi e oppiacei e suicidio sarebbe strettissima.
La ricerca, pubblicata sull'American Journal of Psychiatry, è nata dall'esigenza di verificare se la riduzione delle prescrizioni negli USA potesse aumentare il rischio suicidio in tutte quelle persone tendenti alla depressione dopo aver sospeso o ridotto i farmaci in questione.
E in effetti i risultati sembrano suggerire che con il diminuire delle prescrizioni diminuisce anche il pericolo di suicidio.
Secondo uno degli autori dello studio, Mark Olfson, chi fa uso di oppioidi - specie a dosi elevate - correrebbe un maggior rischio, addirittura due volte più alto rispetto a chi ne fa uso con un basso dosaggio.
Tuttavia, la questione delle prescrizioni legali è qualcosa di molto controverso e complicato.
Lo stesso Olfson ha infatti affermato che, se da una parte l'aumento delle prescrizioni di oppioidi potrebbe aumentare il rischio suicidio perché rende accessibili farmaci potenzialmente letali se mescolati con altri, dall'altra abbassare le dosi potrebbe impedire alle persone di trovare sollievo dal dolore e quindi spingerle al suicidio.
Per capire meglio la situazione, i ricercatori hanno quindi analizzato alcuni dati raccolti tra il 2009 e il 2017, periodo della diminuzione delle prescrizioni. Da questi dati è emerso che le regioni con il maggior calo di prescrizioni hanno registrato una maggiore riduzione delle morti per suicidio.
Per alcuni esperti esterni allo studio, la limitazione delle prescrizioni non equivale solo a ridurre i rischi di morte, ma anche quelli di dipendenze e overdose involontarie. Dai dati, infatti, emerge che una buona percentuale dei suicidi negli USA vede come causa principale proprio l'overdose da oppioidi.
Gli autori dello studio hanno infine concluso con questa riflessione. “Questi risultati rafforzano l’importanza di pratiche sicure di prescrizione di oppioidi e di un corretto smaltimento degli oppioidi inutilizzati o scaduti. Nella gestione dei pazienti con dolore, i medici dovrebbero valutare se è possibile ottenere un sollievo adeguato con interventi non farmacologici. Mentre alcuni pazienti con dolore necessitano e traggono beneficio dagli oppioidi senza rischi, coloro ai quali vengono prescritti oppioidi dovrebbero essere valutati e, se necessario, trattati per disturbi di salute mentale concomitanti che potrebbero altrimenti aumentare il rischio di suicidio”.
L'abuso dei farmaci e il pericolo per i giovani
I dati del Center of Disease Control and Prevention ci dicono che tra il 2015 e il 2018 la morte per overdose negli Stati Uniti è notevolmente aumentata.
La causa ancora una volta è da ricercare nell'uso di oppioidi e oppiacei naturali come la morfina, semi-sintetici e sintetici come il fentalyn di cui si è discusso negli ultimi tempi. In un articolo di Vita dello scorso giugno, per esempio, si legge di come questo oppioide sintetico cento volte più potente della morfina sia la prima causa di morte negli USA.
I numeri riportati nell'articolo sono straordinari: si parla infatti di 10.000 persone morte ogni mese, specie tra i 18 e i 49 anni, dall'inizio del 2023. La causa del fenomeno è in questo caso dovuta all'acquisto inconsapevole di marijuana e cocaina con un elevata dose di questo oppioide. Bastano infatti due milligrammi per diventare letale.
L'abuso di farmaci psicoattivi e il loro uso improprio pare essere un grande rischio soprattutto per i più giovani.
Un'ultima indagine, di recente pubblicata su Family Medicine and Community Health, si è servita dei dati del National Survey of Drug Use and Health (NSDUH) per fare il punto della situazione, prendendo in considerazione il periodo 2015-2018.
Il team di ricerca ha preso ad esame 110.556 persone tra i 12 e i 25 anni. Ciò che ne è venuto fuori è che il 35,1% di loro aveva usato oppioidi su prescrizione e di questi il 31% lo aveva fatto in modo improprio.
Le motivazioni più comuni sono tre:
- dormire,
- ridurre l'ansia,
- avere più stimoli.
Anche in questi casi i rischi non sono da sottovalutare: l'abuso di farmaci psicoattivi su prescrizione può diventare pericolosissimo soprattutto se non ci si attiene alla durata, alla frequenza e alla quantità prescritta dal medico. È necessario quindi che la situazione sia sempre monitorata e tenuta sotto controllo, negli USA come nel resto del mondo.
Fonti:
Foto di Hasty Words da Pixabay
