justice gbaded8b83 600La sentenza riporta un caso che sembra un classico, un intervento chirurgico complesso che salva la vita al paziente, il quale si convince che qualcosa non è proceduto bene e sceglie di portare avavanti una causa.

L'esempio più recente è la causa contro un'ASL della Sardegna dove l'appellante chiedeva 250.000 euro per una complicanza che ha comportato l'asportazione di un rene.

Il caso è occorso nel gennaio 2009 e l'appellante ha fatto ricorso, la sentenza è giunta a conclusione con il documento n. 194/2023 pubbl. il 30/05/2023 RG n. 328/2020; ovviamente l'appellante potrebbe fare altri ricorsi.

La perizia riportata nella sentenza si riassume così:

a. Il consulente tecnico d’ufficio, con relazione esente da vizi logici e congruamente motivata, ha chiarito:

i. che il paziente è stato correttamente informato delle possibili complicanze, ivi compresa l’emorragia, menzionata nel foglio che raccoglie il suo consenso, prodotto in causa.

ii. che l’intervento chirurgico per laparotomia era fortemente controindicato per le ragioni esposte dalla convenuta perché avrebbe comportato elevato rischio di recidiva della stenosi;

iii. che l’intervento endoscopico è stato eseguito correttamente e che la lesione arteriosa non si è verificata nel corso di esso (8.1.2009) bensì successivamente (il mese dopo) quale complicanza tardiva prevedibile (l’emorragia era stata prevista anche nel foglio di consenso informato) ma non riconducibile a imprudenza o imperizia dei sanitari;

iv. che l’emorragia è stata diagnosticata tempestivamente tra il 23.2.2009 (ematuria) e confermata dalla consulenza angiografica del 28.2.2009 non appena si è manifestata;

v. che l’emorragia è stata poi trattata - previa raccolta di completo consenso informato -in modo corretto, prima tentando l’embolizzazione e solo dopo -stante l’insuccesso con questa metodica meno invasiva -tramite chiusura dell’arteria con spirale di Gianturco, soluzione corretta in quanto l’unica capace di risolvere l’emorragia che se non trattata avrebbe fatto correre al paziente il pericolo di vita;

vi. che il rene sinistro ha perso la sua funzionalità a causa della mancanza di irrorazione sanguigna dovuta alla chiusura dell’arteria e non a causa di ritardi o omissioni da parte dei sanitari.”

L'appello è stato rigettato perchè il paziente che ha ricevuto il danno doveva portare delle prove che quanto deciso dai medici era sbagliato, gli aspetti legali li trovi nell'articolo Mancato consenso informato: diritto al risarcimento.

Dal punto di vista del paziente forse potrebbe essergli stato prospettata la possibilità di far causa senza spendere nulla con l'avvocato, ma dai, nessuno fa nulla per nulla, sicuramente ha pagato i periti convenzionati e adesso arrivano tutte le spese processuali e le spese legali della controparte che in 14 anni devono essere alte.

Tempo fa, avevo fatto un corso sugli aspetti legali dei ricorsi e tanti pazienti fanno causa alle aziende e tanti le perdono e pagano in media sui 20.000 euro. Purtroppo, una vittoria fa più notizia e incita ulteriori cause inutili.

La giustizia italiana ha visto la pubblicazione della sentenza dopo 14 anni, tantissimo tempo.

Qual'ora l'ASL fosse stata dichiarata colpevole davanti a dei vizi documentali poteva rifarsi sui dipendenti. Tutti quegli anni con il rischio che venisse data ragione all'appellante e il rischio di dover vendere casa, penso che siano una pena maggiore della condanna.

L'unico mezzo per tutelarsi è il rispetto delle procedure e avere un'assicurazione professionale.

Oggi, anche noi infermieri veniamo coinvolti nelle situazioni di contenziosi fra paziente e medico, o peggio, siamo chiamati in causa direttamente.  Per tutelarci e sapere cosa sta accadendo è necessario avere il proprio legale e far fare le perizie di parte .

L'assicurazione professionale è utile per coprire le spese dell'avvocato e delle perizie, in un processo di 14 anni devono aver raggiunto importi elevati.

Se stai pensando, "in fondo se mi fanno causa sottoscrivo subito un'assicurazione per infermieri e sono a posto", non funziona così, perchè le assicurazioni professionali coprono gli eventi occorsi da quando hai fatto la sottoscrizione.

Un aspetto da leggere bene quando sottoscrivi l'assicurazione per infermieri è quando e come fare per aprire la pratica perchè hanno dei tempi previsti da contratto.

Purtroppo i ricorsi sono "fisiologici" perchè quando un paziente deve fare un intervento chirurgico o una metodica sanitaria pericolosa ci si concentra sugli aspetti positivi che vengono enunciati; e si pensa che sia un proforma indicare le complicanze possibili, quando accadono ci si prodiga per risolverle ma il disagio percepito dal paziente è alto e per problemi comunicativi si hanno incomprensioni che lo portano a fare una causa facilmente.

Riferimenti:

Mancato consenso informato: diritto al risarcimento

La sentenza pdf2023-sentenza-consenso-complicanze.pdf227.87 KB

Foto di Sang Hyun Cho da Pixabay

Normative e sentenze, Consenso Informato