Le patologie delle ossa in alcuni casi possono causare perdita di tessuto osseo e pertanto richiedere tecniche di recupero e ripristino del tessuto mancante. In particolare tecniche di controllo della ricrescita del tessuto osseo (quantità e direzione) incluse tecniche di allungamento dove necessario per ripristinare la lunghezza e la funzione originale dell'osso prima del danno.
Il fissatore esterno è lo strumento principale che si utilizza per avere la ricrescita e l'allungamento dell'osso con il ripristino della sua funzione.
Ho avuto modo di conoscere il Dott. Daniele Di Motta, un chirurgo ortopedico del Policlinico Sant’Orsola a Bologna, esperto nell'utilizzo del fissatore esterno e gli ho proposto questa breve intervista.
Guardando un paziente portatore di fissatore esterno si vedono numerosi elementi (chiodi e ferri) che attraversano l’arto, per cui mi vengono da chiedere alcune domande:
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Che cos'è precisamente un fissatore esterno?
Il fissatore esterno è uno strumento usato in chirurgia ortopedica che permette di trattare alcuni tipi di patologie dell’osso.
Le sue caratteristiche peculiari sono elementi di presa impiantati nell’osso, visibili radiograficamente, che attraversando i tessuti e la cute sono raccordati da elementi esterni ben visibili che possono essere barre (fissatori esterni monoassiali), anelli (fissatori esterni circolari) o una combinazione di barre ed anelli (fissatori esterni ibridi).
Tutti gli elementi esterni possono essere modificati, al di fuori della sala operatoria, durante il trattamento per influenzare e controllare la guarigione dei tessuti ossei a cui sono ancorati.
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Quali sono le patologie in cui si possono avere i migliori risultati?
Il fissatore esterno trova utilizzo nel trattamento delle fratture in particolare nel trattamento in urgenza delle fratture esposte cioè che hanno danneggiato i tessuti circostanti al punto da fuoriuscire dai piani cutanei.
Altro impiego del fissatore esterno è nella correzione delle deformità ossee (come accorciamento, deviazioni angolari o di rotazioni post traumatiche o resezioni per infezioni o patologie oncologiche) e deformità articolari (come negli esiti di traumi o per patologie muscolo scheletriche degenerative).
L’impiego del fissatore esterno più interessante a mio parere è nella possibilità di rigenerazione del tessuto osseo dopo avere praticato una osteotomia (in pratica dopo avere creato una frattura ad arte) in quanto agendo sugli elementi esterni del fissatore è possibile effettuare quotidianamente regolazioni progressive che si ripercuotono sul tessuto osseo da trattare, reso solidale dagli elementi di presa, trasportando la guarigione del focolaio di frattura con tecniche di distrazione ed allungamento dell’osso.
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C'è modo di avere a priori dei criteri per ottenere un buon risultato?
Certamente! E’ fondamentale valutare clinicamente il paziente con una visita in cui si constata la funzione residua e si effettuano anche misurazioni, completando la valutazione con esami di immagine morfologiche (ad esempio radiografie ed immagini di tomografia assiale computerizzata) per una misurazione più accurata delle eventuali deformità e per la pianificazione del trattamento informando sempre il paziente ed il personale sanitario.
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Quali accortezze deve avere il paziente con il fissatore esterno?
Il paziente portatore di fissatore esterno deve accettare il relativo disagio dell’ingombro dell’apparecchio esterno avendone cura, mantendolo pulito nelle parti esterne ed evitando di manometterlo, effettuando solamente le regolazioni che il chirurgo avrà spiegato istruendo il paziente in merito.
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Quali sono le attenzioni che deve avere l'infermiere che si trova davanti ad un paziente con un fissatore esterno?
Una dote importante che l’infermiere che gestisce un paziente portatore di fissatore esterno è la pazienza. Infatti le medicazioni della cute e del sito chirurgico sono rese molto difficoltose dalla presenza dagli elementi del fissatore esterno in quanto ad ingombro e necessità di accuratezza per districarsi in spazi molto limitati.
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La scienza fa continuamente dei progressi e nel tempo i benefici arrivano, cosa ci possiamo aspettare nel prossimo futuro?
Già esistono da una ventina d’anni fissatori esterni circolari con montaggi esapodalici (cioè simili a dispositivi per esempio installati in alcune piattaforme di simulazioni di volo o in alcuni dispositivi di gioco avanzato) le cui modifiche per la correzione desiderata durante il trattamento sono programmabili ed assistite dal computer, sempre sotto controllo del chirurgo prescrittore naturalmente.
In un futuro potremmo avere materiali impiantabili nell’osso sempre più meccanicamente efficaci e biocompatibili, medicazioni apposite per i portatori di fissatori esterni, applicativi di simulazione del trattamento sempre più accurati, dispositivi motorizzati di automazione delle regolazioni.
Un caloroso grazie per la preziosa disponibilità
Grazie a lei per l’interesse e l’intervista
