HCV e PDTA il focus a Bologna

blood 20745 640Il virus dell'epatite C (HCV) è molto diffuso in Italia ed è noto per le fasi di cronicizzazione che arrivano allo scompenso epatico all'HCC e a numerose complicanze che alterano la qualità della vita in modo devastante.

Ieri a Bologna Si è tenuto il focus "HCV-Nuovi PDTA: impatto clinico organizzativo-economico sulla gestione operativa dell'ospedale", un evento di alto livello con buone e cattive notizie...

L'aspetto che ci interessa è che forse a tanti è già noto è che non c'è profilassi per l'HCV in caso di punture accidentali, se arriva, arriva, però dai dati statistici una sieroconversione da puntura accidentale è considerato un evento rarissimo.

La via di trasmissione che attualmente è quella più "efficace" è la trasmissione iniettiva tramite scambio di siringa.

I PDTA sono un modello di riorganizzazione della struttura ospedaliera e territoriale che mette al centro l'assistito c'è numerosa bibliografia online e anche se il modello lascia un ampio margine di interpretazione un aspetto evidenziato è che ci deve essere progettazione sull'assistito e non una semplice rimappatura delle strutture.

L'HCV con tutte le fasi diverse coinvolge professionisti a diverso livello e specializzazione durante le sue fasi e per questo l'impegno a realizzare un PDTA.

La progettazione il reingenering delle strutture ad un investimento dovrebbe corrispondere un disinvestimento dato che se si mettono dei soldi su qualcosa che da dei benefici perchè più moderna o efficace, si dovrebbe avere che qualcos'altro ha bisogno di meno soldi... ma ci sono tempi di latenza.

HCV e PDTA la discussione è stata effettuata partendo dalla malattia e dalle sue terapie più innovative che sono state scoperte negli ultimi 3-4 anni ed hanno avuto risultati fino alle negativizzazione.

Gli studi sugli ultimi schemi di terapia danno ottime speranze fino alla guarigione, ma le case farmaceutiche vogliono rientrare dei costi subito dato che non si sa se uscirà un prodotto nuovo ancora più efficace, la gara è forte.

Se ricordo bene il costo del solo sofosbuvir si attesta a 50.000 euro per una terapia di 12 settimane e gli schemi di terapia sono in combinazioni di 3 farmaci.

I farmaci vanno ad attaccare il materiale genetico del virus e quindi hanno effetti collaterali importanti controllati e gestiti in centri specializzati.

Il costo dei farmaci è un limitatore importante non è solo questione di costo per terapia ma di quante persone dovrebbero essere trattate, se la Germania la consiglia a tutti in caso di positività è perchè hanno migliaia di casi in Italia si parla di milioni.

Come fare?

La terapia detta triplice viene gestita in centri regionali è monitorata e somminitrata secondo protocolli e i risultati sono tutti analizzati e sviscerati e restano ottimi.

Durante la giornata la discussione è stata accesa, medici e dirigenti si sono confrontati, se la terapia è efficace i benefici sono "garantiti" perchè i limiti di spesa?

Limiti che sono definiti dal costo alto e la sola regione non riesce a contrattare un ribasso efficace, servirebbe un piano di acquisto nazionale per fare come l'Egitto.

Ma la situazione è in continuo cambiamento e magari fra 10 anni per questa malattia non sarà nemmeno necessario parlare di PDTA.

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