La terapia endocrina nel tumore al seno, i sintomi 

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La terapia endocrina o ormonoterapia nel tumore al seno ha lo scopo di ridurre gli effetti degli ormoni nei casi in cui la crescita della neoplasia è ormono-sensibile.

Questo tipo di terapia agisce come antagonista del recettore interessato oppure svolgono azioni opposte a quelle degli stessi ormoni.

I tumori mammari possono essere positivi per il recettore degli estrogeni (ER+) o per il progesterone (PR+).

La scelta del tipo di terapia e della durata del trattamento viene determinata dal rischio di recidiva della paziente e se è in menopausa oppure no.

La terapia ormonale non è la classica chemioterapia che può dare vomito nausea, alopecia; però anche se efficace può avere altri effetti collaterali.

Vengono messi sulla bilancia i benefici portati dalla terapia con i possibili danni, ma generalmente in questo caso alle donne viene prescritta la terapia endocrina per 5 anni.

Nel caso di un carcinoma infiltrante operato e positivo al progesterone o agli estrogeni viene presa in considerazione la ripresa del trattamento per altri 5 anni. 

Per quanto riguarda le pazienti già in menopausa, dopo i primi 5 anni di terapia ormonale, il proseguimento della terapia è preso in considerazione se può esistere un rischio della ripresa della malattia [2].

La paziente che assume la terapia endocrina può avere sintomi correlati all’esposizione agli estrogeni e sono variabili a seconda del farmaco. 

I sintomi generalmente sono simili a quelli indotti dalla menopausa e sono:

  • vampate di calore,
  • aumento della sudorazione,
  • astenia,
  • cefalea,
  • osteoporosi,
  • iperglicemia,
  • ipertensione.

Inoltre, possono colpire la sfera sessuale:

  • causando secchezza vaginale,
  • diminuzione della libido,
  • dolori muscoloscheletrici.

Sono davvero molti i sintomi che potrebbero riferire le pazienti e che possono influenzare negativamente le attività di vita quotidiana, e le interazioni sociali. 

È importante che chi fa la terapia sia a conoscenza dei sintomi, ma bisogna anche ricordarsi che la loro comparsa e il loro effetto dipende anche dal momento della giornata, se si è soli in casa o con amici il disagio percepito è diverso.

La necessità per la donna non è la sola conoscenza dei sintomi che potrebbe sperimentare, ma anche l'ascolto è un aiuto per dare una dimensione al sintomo e contribuire ad indirizzarla in un ulteriorie colloquio con il medico che ha prescritto la terapia.

Il bilancio fra gli effetti collaterali della terapia e quelli positivi è difficile da percepire da parte della donna, perchè la terapia è fonte di quel benessere ma anche del disagio.

La recidiva metastatica è subdola perchè asintomatica nella amggior parte dei casi e quando si manifesta lo può fare con un crollo vertebrale o una frattura ossea.

Di conseguenza, anche la qualità della vita può venire definitivamente compromessa.

Le linee guida indicano l’assunzione della terapia endocrina dai 5 ai 10 anni per avere un effetto positivo.

Duarnte questo lasso di tempo, la terapia è seguita e gestita dall'oncologo che ne verifica la necessità e sarà il primo a dire quando è ora di interromperla.

 

Foto di JESHOOTS.com

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