Ossigenoterapia: i presidi e il ruolo dell'infermiere

maschera per ossigenoterapia ad alti flussi

Immaginate di trovarvi in una stanza affollata, l'aria è soffocante e avete difficoltà a respirare. Ogni respiro è un'agonia, sentite un peso sul petto e una sensazione di panico cresce dentro di voi. Ora pensate ai pazienti che vivono questa esperienza ogni giorno a causa di malattie respiratorie croniche o acute.

Per loro, l'ossigenoterapia è una vera e propria ancora di salvezza, un trattamento che può fare la differenza tra la vita e la morte.

In questo contesto, l'infermiere non è solo un operatore sanitario, ma un vero e proprio protettore che assicura che l'ossigeno, questa risorsa vitale, arrivi al paziente nel modo più efficace possibile.

Andiamo a scoprire insieme il mondo dell'ossigenoterapia e il ruolo fondamentale che gli infermieri svolgono in questo ambito.

Gli obiettivi dell'ossigenoterapia

Prima di addentrarci nei dettagli dei presidi e delle tecniche, è importante capire perché l'ossigenoterapia è così essenziale.

Gli obiettivi principali di questa terapia sono:
  1. Migliorare l'ossigenazione del sangue, aumentare la pressione parziale dell'ossigeno arterioso (PaO2) e la saturazione dell'ossigeno (SpO2). In altre parole, assicurarsi che il sangue trasporti abbastanza ossigeno per soddisfare le esigenze del corpo.
  2. Ridurre il lavoro respiratorio, diminuire lo sforzo necessario per respirare, un aiuto prezioso per chi soffre di insufficienza respiratoria.
  3. Migliorare la funzionalità cardiaca, ridurre il carico di lavoro del cuore, che può essere stressato dall'ipossia, ossia dalla carenza di ossigeno nei tessuti.
  4. Prevenire danni agli organi, evitare danni ischemici agli organi vitali causati da una carenza prolungata di ossigeno. L'ossigenoterapia può prevenire gravi conseguenze, come danni cerebrali e insufficienza renale. 

I presidi dell'ossigenoterapia

L'ossigenoterapia può essere somministrata attraverso vari dispositivi, noti come presidi, che vengono scelti in base alle esigenze specifiche del paziente e alla gravità della sua condizione. Esploriamo i principali presidi utilizzati.

Cannula nasale

La cannula nasale è uno dei dispositivi più semplici e comuni. Immaginatela come un piccolo tubo di plastica morbida con due prong che si inseriscono nelle narici del paziente.

Questo dispositivo è ideale per coloro che necessitano di un basso flusso di ossigeno, fino a 6 litri al minuto.

Vantaggi:

  • Facilità d'uso e comfort per il paziente, che può continuare a parlare e mangiare senza problemi.
  • Adatta per l'uso a lungo termine.

Svantaggi:

  • Non adatta per pazienti con gravi insufficienze respiratorie.
  • Possibile secchezza delle mucose nasali a causa del flusso continuo di ossigeno.
Maschera di ventilazione

Le maschere di ventilazione sono utilizzate per fornire ossigeno a flussi più elevati rispetto alla cannula nasale.

Esistono diverse varianti:

  • Maschera semplice: adatta per fornire ossigeno a concentrazioni moderate (35-50%). Questa maschera copre naso e bocca e ha fori laterali per permettere l'esalazione dell'aria.
  • Maschera con reservoir (o maschera a non-rebreather): permette di somministrare alte concentrazioni di ossigeno (fino al 100%) grazie a un sacchetto di riserva collegato alla maschera. Le valvole unidirezionali impediscono l'ingresso di aria ambiente, assicurando un'alta purezza dell'ossigeno inalato.
  • Maschera venturi: offre un controllo preciso della concentrazione di ossigeno (24-50%) grazie a diversi adattatori colorati che regolano il flusso di ossigeno.

Vantaggi:

  • Capacità di fornire concentrazioni variabili e più elevate di ossigeno.
  • Utilizzabili in situazioni di emergenza e per pazienti con insufficienza respiratoria acuta.

Svantaggi:

  • Maggiore ingombro e scomodità rispetto alla cannula nasale.
  • Possono interferire con la comunicazione e l'alimentazione del paziente.

CPAP e BiPAP

La CPAP (pressione positiva continua nelle vie aeree) e la BiPAP (ventilazione a pressione positiva a due livelli) sono tecniche avanzate di supporto respiratorio non invasivo. Immaginate di avere un piccolo generatore di pressione che aiuta i polmoni a mantenersi aperti.

  • CPAP: fornisce una pressione costante durante l'inspirazione e l'espirazione, mantenendo aperte le vie aeree e migliorando l'ossigenazione.
  • BiPAP: offre due livelli di pressione: una pressione più alta durante l'inspirazione e una più bassa durante l'espirazione, facilitando la respirazione per chi ha debolezza muscolare respiratoria o altre difficoltà respiratorie.

Vantaggi:

  • Efficace nel migliorare l'ossigenazione e ridurre l'apnea.
  • Riduce la necessità di intubazione e ventilazione meccanica invasiva.

Svantaggi:

  • Richiede attrezzature specializzate e addestramento per l'uso corretto.
  • Può causare disagio o claustrofobia nei pazienti. 

Ventilazione meccanica invasiva

Per i pazienti in condizioni critiche che non possono respirare autonomamente, la ventilazione meccanica invasiva è essenziale.

Questo metodo richiede l'intubazione tracheale o una tracheotomia per fornire ossigeno direttamente ai polmoni.

Vantaggi:

  • Supporto respiratorio completo per pazienti con insufficienza respiratoria grave.
  • Monitoraggio e controllo precisi delle funzioni respiratorie.

Svantaggi:

  • Invasiva e associata a complicazioni come infezioni e lesioni delle vie aeree.
  • Richiede ambienti di terapia intensiva e personale altamente qualificato.

Il ruolo dell'infermiere nell'ossigenoterapia

L'infermiere è il pilastro su cui si fonda l'efficacia dell'ossigenoterapia.

Le sue responsabilità sono molteplici e comprendono la valutazione del paziente, la scelta del presidio, l'applicazione, il monitoraggio, la gestione delle complicazioni e l'educazione del paziente. Vediamo in dettaglio questi aspetti. 

Valutazione del paziente

Prima di tutto, l'infermiere deve effettuare una valutazione approfondita del paziente per determinare la necessità di ossigeno e scegliere il dispositivo più adatto. Questa valutazione include:

  • Anamnesi clinica: raccolta di informazioni sulle condizioni respiratorie attuali e passate del paziente, i farmaci in uso e altre comorbidità.
  • Valutazione dei segni vitali: monitoraggio di parametri come la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la saturazione di ossigeno (SpO2).
  • Esame fisico: ascolto dei rumori respiratori, valutazione della dispnea, cianosi e altri segni di ipossia.
  • Analisi dei gas ematici: misurazione della PaO2, PaCO2 e pH sanguigno per una valutazione accurata dello stato respiratorio del paziente. 

Scelta del presidio

La scelta del dispositivo adeguato è fondamentale e dipende da vari fattori:

  • Grado di ipossia: pazienti con ipossia lieve possono beneficiare della cannula nasale, mentre quelli con ipossia grave potrebbero necessitare di una maschera a non-rebreather o ventilazione meccanica.
  • Comfort del paziente: considerare quale dispositivo il paziente trova più tollerabile e meno invasivo.
  • Condizioni specifiche: pazienti con apnea del sonno potrebbero necessitare di CPAP o BiPAP, mentre pazienti critici potrebbero richiedere ventilazione meccanica invasiva.

Gestione delle complicazioni

Gli infermieri devono essere pronti a riconoscere e gestire eventuali complicazioni associate all'ossigenoterapia.

Alcune delle complicazioni comuni includono:

  • Secchezza delle mucose: può essere alleviata con l'umidificazione dell'ossigeno.
  • Irritazione cutanea: monitorare e proteggere la pelle intorno ai dispositivi per prevenire ulcere da pressione.
  • Ossigeno-tossicità: evitare la somministrazione di alte concentrazioni di ossigeno per periodi prolungati.
  • Infezioni: mantenere una rigorosa igiene dei dispositivi e monitorare i segni di infezione.

Documentazione

Una parte fondamentale del ruolo dell'infermiere è la documentazione accurata e completa di tutte le attività legate all'ossigenoterapia. Questo include:

  • Valutazione iniziale: registrazione delle condizioni respiratorie del paziente, dei parametri vitali e delle analisi dei gas ematici.
  • Dettagli della terapia: tipo di dispositivo utilizzato, flusso di ossigeno somministrato e durata della terapia.
  • Monitoraggio e modifiche: documentare le osservazioni periodiche, le regolazioni del flusso di ossigeno e le risposte del paziente.
  • Educazione del paziente: note sull'istruzione fornita al paziente e ai familiari riguardo all'uso del dispositivo e alla gestione della terapia a domicilio.

Educazione del paziente

L'educazione del paziente e dei familiari è essenziale per garantire l'efficacia dell'ossigenoterapia, soprattutto per i pazienti che necessitano di ossigeno a lungo termine.

Gli infermieri devono fornire istruzioni chiare e comprensibili su vari aspetti, tra cui:

  • Uso corretto del dispositivo: spiegare come indossare e utilizzare correttamente il dispositivo, compresa la manutenzione e la pulizia.
  • Monitoraggio dei segni vitali: insegnare al paziente e ai familiari come misurare la saturazione di ossigeno e riconoscere i segni di ipossia.
  • Gestione delle emergenze: cosa fare in caso di peggioramento dei sintomi o malfunzionamento del dispositivo.
  • Adattamento dello stile di vita: consigli su come integrare l'ossigenoterapia nelle attività quotidiane e mantenere uno stile di vita attivo e sano.

Foto di Chokniti Khongchum

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