Che cosa fa l'infermiere oggi? Come raccontare alla propria figlia cosa fa una professione articolata e complessa come questa quando la maggioranza delle persone non ne ha un'idea e si affidano a qualche pensiero triste trovato nei post. Alcuni arrivano a pensare che dare una pillola o fare un'iniezione voglia dire fare l'infermiere.
Oggi fare l'infermiere vuol dire lavorare in un sistema di sistemi ed è complesso dato che richiede l'interazione con altre persone e altri professionisti, all'interno di organizzazioni che a loro volta fanno parte del SSN. Quindi alla fine cosa fa un infermiere dipende da molti fattori e l'elenco delle attività è lungo...
L'attività più semplice è la somministrazione della terapia, avviene in tutti i reparti, medicina, chirurgia, riabilitazione. Gli standard e la complessità variano a seconda delle tecnologie impiegate, cartella informatizzata, carrello di terapia elettronico, armadio elettronico ecc..
La terapia in genere è un'attività moderatamente rischiosa per l'infermiere, ma diventa una faccenda seria quando parliamo di chemioterapia o di radioterapia metabolica con iodio 131, in entrambi i casi è necessaria una preparazione specifica per ridurre i rischi lavorativi da cancerogeni.
Dalla terapia si passa alle tecniche infermieristiche le più note sono le iniezioni e le fleboclisi, siamo ancora nelle tecniche che consentono all'infermiere di somministrare la terapia, a queste aggiungiamo:
- il cateterismo vescicale,
- il clisma evacuante
- il prelievo venoso,
- il prelievo arterioso,
- le medicazioni,
- i drenaggi,
- rilevazione dei parametri vitali,
- alimentazione con SNG, PEG,
- aspirazione di tracheostomie
- BLS-D.
Quelle sopra sono tecniche di base, trasversali a tutti i servizi, poi ci sono tecniche specialistiche e allora abbiamo l'infermiere specialista:
- wound-care, medicazioni complesse e medicazioni avanzate,
- stomista, per l'educazione e la riabilitazione degli stomizzati e gli consente di avere una vita normale,
- area critica/ terapia intensiva, infermiere che gestisce pazienti intubati, posiziona CVC e rileva parametri vitali con strumentzioni delicate,
- strumentista in sala operatoria,
- UTIN, terapia intensiva neonatale,
- impiantatore di PICC o CVC.
Un altro aspetto è quello organizzativo, l'infermiere entra nel merito delle infezioni ospedaliere, nell'organizzazione dei reparti e dei servizi, fino al livello dirigenziale.
Inoltre, c'è la formazione, l'infermiere può essere docente, organizzatore, titolare di società o organizzato in associazioni di settore.
Un passo indietro, torniamo al reparto, è l'ambiente di lavoro dove sono presenti più infermieri e non serve solo la tecnica che risponde a momenti causa effetto, la più impegnativa del lavoro è legata ad aspetti relazionali, comunicativi, con il paziente, i parenti e i colleghi. Aspetti che possono essere tesi a seconda del momento e del carattere, ma anche dalla capacità di ascolto dell'infermiere.
E' vero che buona parte del lavoro è organizzata e strutturata ma la capacità di vedere l'andamento dell'assistito, è una peculiarità del singolo infermiere che si sviluppa con la formazione e l'esperienza sul campo.
Il paziente ricoverato per una determinata malattia ha un percorso assistenziale ed un decorso atteso, ci sono esami, terapie, parametri da rilevare, ma molto spesso è l'infermiere il primo ad accorgersi tempestivamente se c'è uno scostamento da quanto atteso, è l'infermiere attento che nota la comparsa di sintomi inattesi e si attiva per le terapie al bisogno, nella gestione dei sintomi o richiede l'intervento del medico.
L'infermiere da solo può fare poco o nulla, il suo agire è subordinato alla necessità di salute del paziente, alla prescrizione di un intervento del medico e dall'interazione con altri professionisti, si passa dalla semplice iniezione intramuscolare al domicilio fino all'intervento chirurgico più complesso.
L'infermiere è presente durante i momenti difficili della vita delle persone, quei momenti in cui non sono in grado di gestire la malattia a casa propria e quindi è necessario il ricovero. I due momenti all'estremo opposto sono la nascita e il decesso, ma se nella fase della nascita ci sono diversi professionisti che vogliono un ruolo di primo piano, come l'ostetrica e il ginecologo, quando in ospedale c'è un decesso atteso allora l'infermiere è il più presente.
L'infermiere può fare anche attività semplici burocratiche e noiose, ma sempre in un contesto lavorativo che ha un'organizzazione ben precisa che arriva all'estremo opposto, l'infermiere sull'elicottero che in pochi minuti deve essere assieme ad un team, sul posto per fare un trasporto in emergenza.
L'infermiere deve coprire tutte le 24 ore e quindi necessariamente lavora per turni h24 e nella concezione ordinaria di chi lavora lunedì-venerdì è sempre a casa, ma i riposi di un impiegato sono 8-10 al mese, quelli di un infermiere turnista sono 6 giorni.
Il turno di notte è intenso solo per il fatto di restare svegli a controllare i pazienti, ma se capita che dei giovani fanno incidenti mortali per aver fatto le ore piccole, la stessa cosa può succedere all'infermiere quando torna a casa dalla notte e poi c'è nervosismo ed è difficile da controllare. Dopo 11 ore passate a tranquillizzare un insonne prima dell'intervento o a correre per fare esami che devono escludere tutte le malattie del mondo e scoprire che hai un ipocodriaco a mano e se d'inverno puoi abbassare i finestrini per restare sveglio d'estate è più difficile.
L'infermiere fa tante cose, ha uno stipendio buono perchè in media gli stipendi si sono abbassati, ha tanti permessi retribuiti, che non userà mai perchè, tanto fa un cambio con il collega, cambia la mattina con il pomeriggio o fa 12 ore di fila per avere il giorno libero e malgrado un turno di 12 ore niente straordinari.
L'immaginario collettivo è distorto e confuso e non può immaginare che l'infermiere pianifichi e conduca studi, faccia lezioni all'università e scriva libri tecnici.
Lo stesso lavoro può essere molto diverso, non fra ospedale pubblico e privato, ma a seconda di quanto il datore di lavoro vuole ricavare e dalle capacità organizzative, in queste situazioni le capacità dell'infermiere fanno la differenza per gestire le "carenze" e non far percepire al paziente le difficoltà facendogli vivere un periodo di ricovero ottimale.
Il lavoro si divide in due "estremi" chi lavora in ambito libero professionale ad ore, arrivando ad essere schiavo del lavoro e facendo 200-250 ore al mese se non di più pensando prevalentemente all'aspetto economico, oppure dal lato opposto c'è chi si dedica agli aspetti organizzativi gestendo collegi ed aiutando i colleghi.
Potrei scrivere ancora ma credo di aver reso l'idea di quanto tanti parlano senza sapere e altri scrivano senza raccontare.