Gli operatori booleani nella ricerca bibliografica

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Tutti noi quando abbiamo dei dubbi, delle perplessità o semplice voglia di informarci su qualcosa, facciamo una semplice ricerca su Google.

Chi ha una cultura scientifica utilizza i database biomedici e il più noto è MEDLINE, accessibile dal sito PubMed ma oramai ci sono sempre di più editori scientifici che creano portali dedicati agli infermieri.

Google come anche le banche dati biomediche utilizzano gli operatori booleani per consentirci di raffinare le ricerche; in particolare quando queste hanno migliaia di risultati.

Gli operatori booleani non sono nati con le nuove tecnologie, la loro definizione risale all'Ottocento, grazie a George Boole che è considerato oggi il padre della logica matematica e diede il nome agli operatori booleani che teorizzò.

Gli operatori booleani più noti sono: AND, OR, NOT

  • AND, si ottengono risultati che contengono contemporaneamente i termini correlati (cane E gatto)
  • OR, reperisce un articolo che contiene o l’uno o l’altro o entrambi i termini (cane O gatto)
  • NOT, esclude i descrittori non pertinenti ai fini della mia ricerca (cane MA NON gatto)

Ovviamente George Boole non è famoso per avere teorizzato 3 operazioni, ma ci sono altri simboli che ci consentono di creare delle stringhe più complesse e sono:

  • troncamento, il simbolo è un asterisco (*) e serve a ricavare da una radice significativa tutte le varianti per quel termine, ad es. la ricerca "canc*" mi fornirà le parole cancro, cancerogeno ecc..
  • mascheramento, il simbolo è un "#" nasconde una o più lettere all’interno della parola
  • adiacenza, il simbolo sono le "due virgolette", ricerca due o più termini uno dietro l’altro ad es “Tumore del polmone” recupera le parole in sequenza come una frase, ricerca cioè la frase completa e non le singole parole
  • prossimità o near, relaziona due termini collocati nella stessa frase, indipendentemente dal loro ordine o dal numero di termini interposti 

Non sempre sono presenti tutti gli operatori descritti nei diversi motori di ricerca, in alcuni casi può esserci solo l’AND, mentre in altri casi vi sono altri operatori oltre quelli indicati.

Ad esempio l’asterisco * in Google rappresenta un operatore di prossimità near e non il troncamento.

Perchè fare una ricerca con Google è diverso che farla con PubMed?

La differenza principale è che Google è un motore di ricerca con tutti i contenuti del web, è estremamente evoluto e cerca di anticipare le nostre richieste.

Nelle prime ricerche non è in grado di comprendere se stiamo cercando la descrizione di un prodotto, un documento, un video ecc. perchè ha indicizzato moltissimo materiale, quindi dobbiamo aiutarlo.

Quando uno studente inizia a fare una ricerca bibliografica per cercare documenti nel web all'inizio ha poca soddisfazione dopo trovando le parole giuste arriva anche troppo materiale, con Google bisogna insistere.

PubMed non indicizza tutto il web, ma solo le pubblicazioni scientifiche, lo fa 7 giorni su 7 ed ha raccolto oltre 28 milioni di articoli, archiviati con una metodologia ben precisa, quindi è necessario conoscere quali sono i termini utilizzati per archiviare l'articolo i termini MESH e quali sono gli operatori che ci consentono di combinare quei termini al meglio.

Gli operatori boleani e la ricerca

L'utilizzo degli operatori boleani quando si cerca un documento o una tipologia di articoli scientifici specifici per l'infermieristica potrebbe essere superfluo se su un argomento ci sono decine di pubblicazioni. 

Quando si vogliono trovare dei documenti in italiano è possibile utilizzare Google che consente di recuperare ad esempio le procedure aziendali delle ASL messe online semplicemente scrivendo "procedura...... pdf" la tipologia di documento, l'oggetto e l'estensione del file pdf.

Google potrebbe offrire risultati diversi a seconda dell'esperienza di utilizzo di Google dell'Utente, questo non ne consente l'utilizzo per una ricerca Evidence Based che deve essere riproducibile.

Mentre PubMed consente di utilizzare una ricerca avanzata che consente di vedere le query e farle "esplodere" nei termini MeSH e quindi di creare stringhe personalizzate e riproducibili.

 Riferimento:

Foto di StartupStockPhotos da Pixabay