Gentile Franco, La ringrazio per il chiarimento riguardo alla procedura di registrazione decisa dal sistema e condivido il suo auspicio sull'eventuale futuro utilizzo dello SPID per autenticarsi. Per quanto riguarda la piena applicazione dell'articolo del Codice Deontologico in discussione, credo che la difficoltà risieda nel fatto che, in molti contesti, gli infermieri vengano scoraggiati dal costruire una relazione autentica con i pazienti. Questo avviene tramite modi e atteggiamenti che finiscono per sminuirne l'importanza, come è accaduto nel mio caso, quando alcune colleghe hanno interrotto slealmente il mio lavoro. Probabilmente, anche nel Suo recente ricovero, la visita dell'infermiere che si è presentato e si è interessato a Lei è stata un’eccezione proprio a causa di queste dinamiche che tendono a penalizzare un aspetto insostituibile dell’assistenza. Ritengo che questo sia un tema che necessiti di chiarimenti e di massima divulgazione, affinché si scoraggino forme di scorrettezza professionale che spesso si perpetuano con il pretesto del "si è sempre fatto così", o peggio, del "le cose vanno fatte, non si perde tempo coi pazienti". Stavo appunto riflettendo su questo: se già la visita di un solo infermiere Le ha fatto piacere, quanto maggiore sarebbe stato l’impatto positivo se più infermieri, finalmente liberi da vetuste pastoie, avessero dedicato del tempo per relazionarsi coi Pazienti? E, inoltre, perché solo un infermiere? Ne era stato assunto uno soltanto o, più probabilmente, gli altri hanno portato avanti convinzioni errate sulla propria professione, trascurando un aspetto che dovrebbe essere centrale nel prendersi cura dei pazienti? Infine, mi permetta una nota personale: dalla foto la Sua lunga dedizione ed esperienza dal 1988 tra corsia e sindacato si notano eccome, e non posso che riconoscerne il valore. Cordiali saluti,
Fabio Zannini Infermiere OPI Venezia 10035