hand 1917895La comunicazione fra il Governo, gli istituti, la protezione civile, le regioni e le direzioni ospedaliere è una catena di comando che non si era mai vista ed è una catena di comando tipica di una guerra ed è efficace perchè in tempi brevi ha portato alla trasformazione del SSN.

La comunicazione ha però mostrato il primo grande fallimento l'8 marzo 2020 quando alcuni giornali online hanno divulgato in anteprima che la Lombardia sarebbe diventata zona rossa. L'effetto è stato una fuga di massa dalla regione e il giorno successivo il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato tutta l'Italia "zona protetta" soggetta alle stesse regole della zona rossa.

La comunicazione verso i cittadini è importante per convincerli a rispettare le raccomandazioni, la paura e l'ottimismo sono importanti.

Creare la paura è semplice: bastano i dati della malattia, l'ottimismo invece viene da Vo' il primo paese isolato che ora è al sicuro con un numero di positivi prossimo a zero, l'ottimismo viene dal sapere che operatori sanitari sono presenti sul campo a difesa della gente.

L'opinione dei cittadini, da infermieri e medici eroi in prima linea fa molto piacere, ma su di un ambiente di comunicazione social può cambiare da un giorno all'altro.

Purtroppo sta già cambiando grazie a messaggi come questi:

FATE PRESTO! SENZA PROTEZIONI L'OSPEDALE DIVENTA UN PERICOLO! sondaggio condiviso sui social LINK

O quelli dei sindacati che segnalano un ospedale o tutti gli ospedali, nessuno è protetto ecc..

Quale immagine si crea nell'uomo della strada che deve restare a casa e ha come vicino un infermiere che forse lavora senza DPI o in chi deve dare in affitto un appartamento ad un infermiere?

dei lavoratori della Sanità per l'uomo della strada, se l'infermiere non ha i DPI è un rischio per la cittadinanza e chi lo vuole come vicino di casa?

Messaggi come questi, sperando che non sia un fake potrebbero aumentare.

post facebook infermiera

I problemi ci sono, è una situazione d'emergenza, ma dovrebbe esserci una convergenza fra i sindacati nell'interesse degli operatori sanitari e creare un canale diretto con il Governo Italiano.

La comunicazione è anche messaggi che mancano, manca la voce di ANIPIO, la societa scientifica degli infermieri che è dedicata al rischio infettivo e dovrebbe tradurre le raccomandazioni in gesti quotidiani senza lasciare alle libere interpretazioni di chi ha troppa paura e reagisce con due estremi, l'eccesso di DPI o di chi non riconosce il pericolo e continua a lavorare con lo stesso modello organizzativo come se nulla fosse.

Siamo in un momento di emergenza, c'è una guerra in corso e sono necessari i saperi dei colleghi delle malattie infettive e del rischio infettivo per trovare strategie nuove.

Ci servono idee e strategie che possono nascere solo da un confronto alla pari, non più lo ha detto il medico, lo ha detto l'infermiere anziano, ma le idee che si confrontano in quanto condivisibili e utili per un assistenza efficace e sicura per l'operatore.

Lo sappiamo, lavoriamo ogni giorno in strutture che non sono difendibili da un batterio o un virus e che malgrado i segnali dati dai batteri resistenti non si sono fatte scelte strutturali.

Gli ospedali hanno tantissime superfici non disinfettabili come ad esempio, i pulsanti degli ascensori, distributori automatici, gli interruttori della luce, le tastiere per PC o i PC stessi con le loro ventole e se ci si guarda attorno si vedranno anche suppellettili varie, dei raccogli germi.

Eppure le tecnologie ci sono, le tastiere disinfettabili e interruttori e pulsanti a sfioro.

Ma andiamo avanti lo stesso ogni giorno.

Il messaggio della Presidente Mangiacavalli è iniziato bene, ma stonava il "dopo" quando la crisi sarà finita, non vorrei dirlo, ma si sbaglia, lo sappiamo adesso l'infermiere ha un peso perchè dopo ad esempio se si trova un vaccino, si scorderanno subito di noi e ci saranno, giustamente, le industrie da aiutare e purtroppo gli infermieri passeranno in secondo piano.

Ascoltando i TG si sentono Medici elogiare il nostro operato e sono i primi ad incoraggiarci.

L'operazione più importante la possono fare i Sindacati, non con proclami sui social, ma parlandosi e uniti chiedere sicurezza e indennità economiche adeguate ai rischi ed ai postumi che la malattia potrebbe portare.  

Ma ora che c'è la crisi si rendono conto che gli infermieri non sono sufficienti e devono essere incentivati i giovani ad agire, così come deve essere previsto un contributo per il tirocinio degli studenti in pari con gli esami per incentivare la formazione di più infermieri.

Foto di truthseeker08 da Pixabay