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Infermieri: news e attualità

L'infermiere di notte, non solo questione di carattere

Dettagli
Scritto da Franco Ognibene
Categoria: Infermieri: news attualità e il quotidiano delle esperienze
Pubblicato: 10 Settembre 2016
  • turno notturno

Che tipo di infermiere sei di notte? Hai notato delle differenze in te o nei colleghi fra il turno di giorno e quello di notte?

Differenze che ci sono perchè anche se le mura sono le stesse l'ambiente di notte cambia e quello che facciamo di giorno di notte ha un altro peso.

Nella maggioranza dei casi lavoriamo su turni di notturni di 11-12 ore e credo siano poche le realtà dove si lavora per turni di 6-8 ore per notte.

Vero che ci sono realtà dove si lavora molto questo non è l'argomento che vorrei approfondire vorrei affrontare un tema che a prima vista è più leggero.

 

 

 

Una domanda che sembra banale, di notte che infermiere sei?

L'infermiere che deve fare il cenone di natale ogni volta.

All'inizio è una cosa simpatica, che sia preparato o prendersi una pizza, poi diventa una tradizione e si continuerà negli anni a venire.

Ma vuol dire aggiungere un pasto alla giornata e quando si è giovani va bene, poi ci si sposa si riduce l'attività e la pancetta cresce e chiamarla pancetta è una gentilezza. Abituarsi al quarto pasto completo vuol dire non riuscire a non mangiare e poi a casa alla mattina con la stanchezza della notte la colazione è abbondante, difficile andare a dormire senza aver fatto una buona colazione.

Due momenti che creano solo un aumento delle calorie passate nelle nostre riserve.

L'infermiere che fuma

Di giorno i turni sono più brevi, di notte che ha questa dipendenza non ne può fare a meno ma inevitabilmente influenza il lavoro a seconda del tipo di collega:

non fumatore, quindi si ritira a fumare in altri ambienti il non fumatore non è contento perchè gli toccano i campanelli nelle pause fumo e lui non ha quelle pause,

fumatore modesto, inizierà a fumare di più,

fumatori alla pari, fumeranno negli ambienti di lavoro e sarà in breve una cosa nota a tutti.

L'infermiere che deve parlare a voce alta.

Quell'infermiere che per dirti ciao lo fa come se fosse in una valle alpina e tu dall'altra parte della montagna.

Quale sia la ragione a volte risale ad abitudini ancestrali, tipo aver vissuto in famiglie numerose e quindi ci si è forgiati un carattere tipo.

Nella notte un tono di voce alto si sente ovunque in reparto e il paziente che si sveglia è un paziente che suona, magari anche solo per sapere che ore sono.

L'infermiere ciabattone

Quell'infermiere che ad ogni passo deve sbattere gli zoccoli se di giorno non si nota molto perchè è coperto dai rumore di notte è solo fastidioso.

Quali sono le ragioni è un mistero, alcune ipotesi di fantasia vanno da:

problemi di deambulazione,

calzatura troppo larga,

non ha imparato a girare con degli zoccoli,

lo crede figo,

vuol far sapere che è in giro e sta lavorando.

L'infermiere che arriva prima dei campanelli

Non è un mago o un veggente, ma semplicemente sa che se mette una flebo questa finirà in un certo tempo, se vede qualcuno sveglio gli chiede come va.

Il risultato è una notte silenziosa, perchè ha lavorato al meglio delle sue conoscenze, e i pazienti penseranno ad una notte tranquilla alcuni inevitabilmente penseranno che anche gli infermieri se la sono dormita tutta notte, solo i pazienti assistiti che realmente avevano bisogno sanno la verità.

L'infermiere che deve avere solo i campanelli

Mette tutti in fila e devono suonare, la notte è inevitabilmente un incubo.

L'infermiere fantasma

Questo è raro, non fa rumore è come quello che arriva prima dei campanelli ed è capace di fare un emergenza senza svegliare l'altro paziente.

Forse si accorgono che è passato per lo spostamento d'aria.

L'infermiere che si presenta a tutti

Ne ho conosciuto uno solo ed aveva un buon carattere e tranquillizzava tutti.

L'infermiere che allo smonto ha sempre notti apocalittiche

La statistica vorrebbe che il caso distruisse a tutti in parti uguali ma non ce la può fare, solo quel collega ha notti apocalittiche qualsiasi sia la condizione dei pazienti in reparto e non capisci se è un modus operandi per dire si lavora tanto, ma se una notte è tranquilla certo che lavori a prescindere.

In conclusione:

Avere delle caratteristiche personali è inevitabile altre volte non inficiano il lavoro, altre si, in modo inpercettibile o netto, che fare, il tanto sono fatto così è una scusa banale solo per dire faccio quello che mi pare.

Il collega è il primo punto di riferimento, lavorare di notte non è semplice perchè la stanchezza il bioritmo diverso ci cambia, così come ci cambia il jet lag alla mattina.

L'esperienza ci cambia, impariamo cose nuove ogni giorno nel nostro lavoro e ci sono due punti da tener presente, il collega e l'organizzazione del lavoro.

Un buon collega:

ci parla e ci propone alternative... tu hai fatto bene, io avrei fatto così,

ci ascolta anche quando non parliamo, riconosce se siamo di malumore o se troppo stanchi,

ci corregge perchè dal nostro essere professionalmente migliori anche lui è migliore.

L'organizzazione del lavoro, è il secondo fattore, l'ambiente che favorisce il confronto professionale, informale fra colleghi e più formale in riunioni un turno di 12 ore di lavoro insieme ad un collega richiede di aprirsi ad un confronto, di imparare e di trovare il modo per insegnare.

Ogni collega nuovo ci offre un opportunità per arricchirci professionalmente, culturalmente e umanamente ma solo se sappiamo ascoltare e dare un giudizio saremo in grado di cambiare scegliendo da noi le cose che ci fanno crescere.

NOTA:

Ma ha un senso quello che ho scritto?

Volevo scrivere due cose poi sono andato troppo di lungo.

Altre idee o suggerimenti?

Foto: di Bessi da Pixabay 

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